I THE1975 e Sant’Agostino ci spiegano come affrontare il problema della fede

Dio esiste? Pregare aiuta? Sant’Agostino e i THE1975 provano a dare una risposta.

 

L’essenza di Dio si manifesta nella sua assenza: è quello che impara Sant’Agostino, che narra la sua conversione nelle “Confessiones”, ma è anche il centro della canzone “if I believe you” del gruppo inglese THE1975.

 

Il dubbio della fede

È il 2016 quando i THE1975 rilasciano il loro secondo album, “I like it when you sleep for you are so beautiful yet so unaware of it”, il disco che li confermò definitivamente come uno dei prodotti più interessanti dei nostri tempi: un gruppo fuori dal comune, eclettico e con la passione per la sperimentazione- arrivati ormai al quarto album non c’è genere che non abbiano già provato, dagli arrangiamenti con orchestra a ritmi house\ hiphop.

La cifra stilistica dei THE1975 non è racchiusa solo nel tocco della produzione musicale a cura del batterista George Daniel, ma anche nella penna del cantante Matty Healy, autore di tutti i testi della band imperniati sul binomio pubblico- privato: nel primo rientrano argomenti come il cambiamento climatico (con la collaborazione con Greta Thunberg), la legalizzazione delle armi e gli episodi di razzismo negli Stati Uniti; nel secondo il dramma del lutto e della depressione, ma anche della tormentata fede del frontman.

In più occasioni Healy ha confessato di essere fermamente ateo ma di “invidiare coloro che credono, desiderando la loro naïveté e la loro fede”. Se il tema della mancanza di Dio e della sua ricerca torna come punto fisso in tutti gli album della band, mai come nel loro secondo LP con la canzone “If I believe you”, viene messo a nudo ed esplorato a fondo.

Riprendendo il concetto esposto tempo prima dal filosofo Blaise Pascal, nel testo si parla del “vuoto a forma di Dio”, una mancanza primigenia impossibile da colmare, ma che se riempita – forse – garantisce la salvezza, come chiede nel ritornello:

“and if I believe you\ would you make it stop?”

( ma se credo in te\ farai smettere (questo dolore) ?).

 

Accompagnata da un coro gospel, la voce del cantante si perde poi in numerosi interrogativi, come il celebre verso “if it was you that made my body you probably shouldn’t have made me atheist” (se sei stato tu a crearmi, non avresti dovuto farmi ateo), e si abbandona poi nella straziante richiesta della rivelazione con un semplice “show yourself” (mostrati), pronunciando  quella che non è nient’altro che una disperata preghiera d’aiuto, come quella contenuta nelle Confessioni di Agostino.

Copertina del singolo “If I believe you”

 

Il diario di Agostino

Le confessiones sono definite dallo stesso Agostino come “il diario di un’anima davanti a Dio”. Si tratta di una confessione a Dio dei propri peccati, ed insieme, nel significato cristiano del termine confessio, una lode al Signore e alla sua grazia. Dal racconto della propria vita Agostino sceglie quegli episodi che possano offrire materia di meditazione spirituale e che abbiano un significato per la storia del rapporto fra uomo e Dio. La memoria e la confessione personale sono continuamente intercalate e commentate da riflessioni sul grande mistero dell’anima, dei suoi moti e della sua volontà, e trasportano la vicenda autobiografica sul piano di una problematica universale. Il fascino sempre attuale delle Confessioni deriva dalla profondità d’esame dei grandi problemi psicologici, dall’emozione sgomenta che l’autore prova di fronte alla scoperta delle immense possibilità dell’anima umana, capace delle più obbrobriose bassezze e facile a sprofondare nella libidine della carne, ma insieme dotata dei doni prodigiosi dell’intelligenza e della memoria. Le frequenti interrogazioni esprimono la zona di mistero che, anche dopo la conversione, fascia gli abissi della nostra anima. Così, nella scena della confessione, mentre Agostino è dibattuto fra il desiderio di affidarsi a Dio e il richiamo della carne, dalla casa vicina gli giunge il canto dei fanciulli “tolle, lege” (prendi, leggi), le cui parole sono interpretate come un segno divino che lo incita ad aprire il libro che ha davanti (Epistole di S. Paolo) e vi legge l’invito ad abbandonare i piaceri mondani e a rifugiarsi nella luce di Cristo.

Il cammino della fede

In Agostino all’ originalità del contenuto corrisponde anche l’originalità dello stile, che nelle Confessiones si fa del tutto intimo, ricorre ad immagini di natura spirituale e mistica, ricche di emozioni interiori. All’euritmia e alla musicalità del periodare classico sottentra una sintassi faticosa che segue la successione dei sentimenti; prevale la disposizione paratattica, con un incalzare di frasi brevi e di interrogazioni affannose. I concetti sono ribattuti e rivoltati, in un giro di parallelismi e di antitesi.

Il gioco tortuoso di queste figure stilistiche corrisponde alla tortuosità e alle complicazioni che Agostino scorge nei meandri dell’anima e della realtà stessa, proprio come accade nella canzone dei THE1975, nella quale Matty Healy si domanda:

“If I’m lost, then how can I find myself?”

(se sono perso, come posso ritrovare me stesso?)

non riuscendo mai a trovare una risposta definitiva al grande interrogativo che lo schiaccia. Il ragionamento fallisce, non c’è più spazio per la razionalità, sostituita dal lirismo della preghiera e dalla disperazione di una canzone che dimostra tutta la tortuosità del cammino verso la fede.

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