L’emarginazione nella famiglia e nella scuola
Harry Potter sin da piccolo subisce l’emarginazione. I suoi genitori vengono uccisi dal Signore Oscuro quando era ancora neonato, perciò viene affidato agli zii ‘babbani’, i Dursley.
I Dursley hanno uno stile di vita molto ordinario e temono qualsiasi cosa sia stra-ordinaria. Infatti nutronomolto disprezzo per Harry Potter e lo snobbano costantemente. L’emarginazione dunque avviene nella famiglia sin dal principio e si protrae per tutta la saga. I Dursley lo trattano come un deviato, uno strambo. Lo fanno dormire nel ripostiglio del sottoscala e gli danno i loro vestiti smessi. Harry viene visto da loro come un parassita, un mostro. I Dursley negano costantemente la magia: infatti sono persone molto limitate e ottuse. Pensano che negando l’evidenza le ‘stramberie’ che tanto temono spariscano. Essendo chiusi di mentalità faticano ad accettare il diverso, faticano a capire l’esistenza di un’ulteriore realtà completamente stra-ordinaria. Petunia, la sorella di Lily Potter, l’ha sempre chiamata ‘mostro’, poichè Lily era una strega. La tattica dell’emarginazione in questo caso serve alle persone limitate come rassicurazione. Esse temono la diversità e negandola credono di estirparla.
L’emarginazione nella saga è presente anche ad Hogwarts, la scuola di magia e di stregoneria. Luna Lovegood è un personaggio molto particolare e stravagante, per questo viene spesso evitata o poco presa in considerazione. In realtà Luna è un personaggio dotato di grande lealtà e intelligenza, nonostante il suo essere stravagante. Nel quinto capitolo della saga, Harry Potter e l’ordine della fenice, Luna e Harry stanno parlando dei Thestral (creature visibili solo a chi ha viso la morte). Harry chiede a Luna che cosa siano e lei risponde: ”li chiamano Thestral. Sono alquanto innocui in effetti, ma…la gente li evita perchè sono un po’… e Harry prosegue: “diversi”. In questo breve dialogo Harry e Luna capiscono come spesso le persone abbiano paura della diversità.
L’emarginazione come tattica di Voldemort
Il signore oscuro si serve dell’emarginazione per far sentire Harry Potter ulteriormente solo. Spesso Harry viene ignorato dai compagni perché nessuno crede alle sue versioni narrate. Nel quarto capitolo della saga, Harry Potter e il calice di fuoco, Voldemort riacquista le sue sembianze fisiche, tornando al potere. Uccide Cedric, un compagno di Harry partecipante al ‘torneo tre maghi’. Nessuno però crede alla versione narrata da Harry, e lui si sente profondamente solo. Viene emarginato e visto come un bugiardo, ma questa non è altro che una tattica di Voldemort. Luna infatti dice a Harry: “beh se io fossi in tu-sai-chi vorrei che ti sentissi tagliato fuori da tutti gli altri. Perchè se tu sei da solo, non sei una grande minaccia”.
Voldemort infatti non conosce i valori dell’amore e dell’amicizia, valori che hanno aiutato il giovane mago in molte circostanze. Per indebolirlo vuole farlo sentire emarginato e tagliato fuori, dunque fa in modo che nessuno gli creda. Infatti Harry soffre per questa sua emarginazione e la sofferenza lo indebolisce.
Alla tattica di Voldemort contribuisce direttamente Dolores Umbridge, seguace di Voldemort ma con grande influenza sul ministero. L’emarginazione diviene anche pubblica perchè Harry è definito ”il ragazzo che mente” dalla Gazzetta del Profeta. Nemmeno il governo crede alla sua versione, dunque l’emarginazione diviene ancora più forte. A differenza di Voldemort però Harry ha qualcosa che lo rende più forte di tutta la magia nera: l’amicizia. Anche se sono pochi, gli amici di Harry lo sostengono e gli danno la forza e l’aiuto necessari per combattere su due fronti: l’opinione pubblica e il signore oscuro.
La saga di Harry Potter insegna che l’emarginazione e la paura del diverso caratterizzano profondamente la società. Spesso si fa fatica ad accettare qualcosa che va oltre alla quotidianità, qualcosa che può stravolgere completamente l’ordinario. E’ più semplice emarginare la diversità piuttosto che accettarla e comprenderla.