Guglielmo di Rubruck ci mostra quanto sia stato complicato cristianizzare l’oriente

Al centenario del Concilium Sinense diamo un’occhiata ai primi tentativi di evangelizzare la Cina.

Di recente il papa si è espresso sull’importanza di cristiani in oriente. Il messaggio è stato registrato per il centenario del Concilium sinense, celebrato ad un convegno instituito dalla Pontificia università urbaniana. Nel videomessaggio si sottolinea l’importanza di avere credenti in posti in cui l’obiettivo sembra quello di voler velocizzare la fine del mondo. Ovviamente il messaggio di pace e fratellanza è comune a tutti i cristiani e non. Il messaggio del papa sembra essere quasi banale in un contesto del genere, ma possiamo verificare quanto sia stato difficile importare questo tipo di religione in oriente, già a partire dal medioevo.

Guglielmo di Rubruck

Guglielmo di Rubruck è di origini  fiamminghe, al servizio di Luigi IX di Francia, uno dei re più attivi sul fronte delle crociate, canonizzato come santo, cosa che solitamente non accade ai sovrani. Luigi stava preparando la sesta crociata della serie ed era interessato a capire come si ponevano i Mongoli e se era possibile far di loro un alleato o essere sicuri che sarebbero rimasti neutrali. Quando Guglielmo si muove, lo fa come religioso per predicare la fede cristiana in Asia, portare conforto ai cristiani che si trovano lì e sono prigionieri dei Mongoli. Va lì anche come ambasciatore per conto di re Luigi e porta con sé anche una lettera da presentare al gran Khan.
Nel 1253 parte e torna nel 1255. È un viaggio nel quale compie 12mila chilometri, partendo dal mar Nero, attraversando la Crimea.
Nessun re locale si sarebbe permesso di dare le risposte ad un occidentale, quindi è costretto ad arrivare dal gran Khan stesso. Torna con un nulla di fatto, dato che non converte nessuno e senza un buon riscontro dalla lettera di Luigi IX.
Percorre una strada non uguale a quella dell’andata. Passa costeggiando il Caspio e approda in terra santa, pensando che Luigi IX sia lì ad aspettarlo. Guglielmo ha come prospettiva di fare un resoconto orale, ma Luigi non è lì. Le vicende nei 2 anni si sono evolute. Inoltre Guglielmo non ha il permesso di andarsene: essendo un francescano è tenuto all’obbedienza del suo ordine, che infatti lo bloccano lì per aiutarli a predicare. Quindi decide di scrivere quello che deve riferire.

Viaggio in Mongolia

Nel suo resoconto Guglielmo è molto più fedele alla realtà rispetto ai predecessori che avevano già parlato di oriente. Disfa alcuni miti, come le caratteristiche del Mar Caspio, che era creduto un grande golfo e non un mare chiuso. Il suo resoconto è privo di invenzioni mitiche riguardanti i popoli dell’est, ma lui vuole descrivere minuziosamente ciò che erano i mongoli, gli usi e i costumi. Fa varie esperienze con essi, nonostante abbia con sé un interprete che della lingua sapeva ben poco, rischiando anche di offendere la controparte in piccoli problemi diplomatici. La missione primaria era in realtà quella di dare conforto ai cristiani imprigionati dalle razzie in Europa da parte dei Mongoli. Convertire i Mongoli era una missione abbastanza ardua. Gli usi erano talmente diversi che anche le credenze non potevano essere le stesse. Da quello che sostiene Guglielmo nel resoconto “vedeva solo terra e cielo” dato che la popolazione era nomade e viveva in tende (sebbene fossero tende molto elaborate).

Religioni orientali

La cristianità non è sicuramente la religione principale in Asia, men che meno nell’estremo oriente. Religioni molto più antiche non hanno mai lasciato le radici del territorio. Tra induismo (la religione più antica in assoluto) e il buddhismo che pervade tutta l’Asia a partire dalle zone più occidentali fino al taoismo e il confucianesimo che toccano specialmente le parti cinesi. Nel tempo qualche religione si è evoluta, ad esempio dal buddhismo allo shintoismo giapponese. Ovviamente minoranze cristiane esistono ed esistono anche paesi in cui si tratta della religione principale, come ad esempio nelle Filippine; lo stesso vale per l’islam, che si vede essere la religione principale in molti paesi dell’Asia. La cristianizzazione, specialmente in estremo oriente, ha sempre trovato difficoltà dato che le religioni, o per meglio dire le filosofie, implicano una forte credenza nelle capacità individuali e il culto degli antenati. La cristianità si pone radicalmente al polo opposto a questo tipo di visione.

 

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