Grida dal silenzio: la violenza spiegata attraverso il caso Mary Bell e la performance di M. Abramović

G. Sereny e M. Abramovic trattano di Mary Bell e di come noi tutti possiamo diventare carnefici

Grida dal silenzio è un libro del 1999 in cui si analizza approfonditamente il caso Mary Bell e di come un bambino possa aver causato enormi sofferenze. Marina Abramović ci spiega con la sua performance Rythm 0 che la violenza può manifestarsi anche dalle mani della persona più normale del mondo.

 Il Caso Mary Bell

Grida dal silenzio è un libro di Gitta Sereny pubblicato nel 1999 che tratta del caso Mary Bell ed è stato scritto in seguito ad interviste dirette con la protagonista degli eventi.  Quest’opera è stata preceduta da un’altra risalente al 1972 che presenta unicamente i fatti e non la vera storia della ragazza e quindi risulta ai nostri occhi incompleta anche se molto attendibile. La prima testimonianza si concentra sul processo e sulle giornate che lo hanno proceduto nel 1968 a Newcastle upon Tyne, la seconda va quindi più nel profondo, giungendo alla psiche della undicenne.

Per chi non conoscesse la storia di Mary Bell ecco una breve presentazione: a undici anni è stata condannata per duplice omicidio ai danni di Martin Brown, quattro anni, e Brian Howe, tre anni. Le sono stati dati decine e decine di soprannomi, come child from hell, proprio perchè non si era mai capito come un bambino potesse commettere così grandi crudeltà.

Nel 1968, secondo la procedura legale inglese, la colpevolezza o l’innocenza veniva stabilite esclusivamente dai fatti, senza considerare il passato degli imputati. Si seguì questo sistema durante i nove giorni di processo, fu un grosso errore poichè non si cercò mai di comprendere il background della vita di Mary e di come questo influisse nel suo presente. Anche perchè la ragazzina non nè parlò mai, fino al 1996 quando concesse la sua prima intervista a G. Sereny e nel libro Grida dal silenzio la sua infanzia fu resa pubblica. Raccontò delle violenze e degli abusi sessuali atroci che dovette sopportare tra i quattro e gli otto anni, di come avesse protetto la mamma, che la obbligava a prostituirsi, per l’amore che provava nei suoi confronti.

Finalmente le sue “grida” vennero ascoltate e qualcuno iniziò a smettere di chiamarla child from hell.

Spiegare la violenza con l’arte: Marina Abramović

Nel 1974 una donna sconvolse il pubblico napoletano: Marina Abramović. Allestì una performance estremamente particolare, intitolata Rythm 0.

In questa rappresentazione l’artista preparò un tavolo con 72 oggetti, alcuni di piacere (piume, fiori, profumi…) e altri di distruzione (un coltello e un’arma da fuoco carica). Invitò quindi le persone ad usare gli strumenti che volevano nel modo che preferivano. È rimasta immobile per sei ore, chiarendo che non si sarebbe mossa a prescindere da ciò che le sarebbe stato fatto. In seguito dichiarò:

Inizialmente erano pacifici e timidi, ma rapidamente si è iniziata un’escalation di violenza. Quello che ho imparato è che se lasci la decisione al pubblico, possono ucciderti. Mi sono sentita davvero violentata, mi hanno tagliato i vestiti, mi hanno piantato spine di rosa nello stomaco, uno mi ha messo la pistola alla testa, un altro l’ha portata via. Hanno creato un’atmosfera di aggressività. Dopo sei ore mi sono alzata e ho iniziato a camminare tra il pubblico. La gente se ne andava, non riusciva a guardarmi in faccia. Scappavano al confronto.

Quest’opera dimostra qualcosa di terribile sull’umanità: quanto velocemente una persona possa farti del male in circostanze favorevoli. Inoltre, quando l’artista si trovò in pericolo di essere violentata, si formò automaticamente un gruppo col compito di proteggerla. Ciò ci dimostra quanto sia facile disumanizzare una persona che non combatte, che non si difende. Ci dimostra che, se viene fornito lo scenario adatto, la maggior parte delle persone, apparentemente normali, non avrà coscienza della crudeltà perpetrata dagli altri, che a loro volta sembrano normali.

Smettila di sentirti in colpa

Marina ha spiegato in modo pratico come e perchè gli uomini infliggono violenza gratuita ad altri loro simili. Nonostante tutto, l’uomo si è evoluto ma non ha mai perso la sua indole brutale e selvaggia.

Nel 1968 era fondamentale considerare il background di Mary Bell, che prima di essere un’assassina, era una vittima. È necessario indagare nel passato degli imputati per capire la loro psiche e permettere loro, attraverso l’aiuto di specialisti, di superare gli eventi traumatici che hanno subito e che li rovinano interiormente. Ed ascoltarli.

Marina Abramović disse:

Volevo dire soprattutto alle donne: “smettila di sentirti in colpa”, cosa che noi donne facciamo così bene

Mary Bell a lungo si è sentita in colpa per le violenze subite dalla madre, anche in età più adulta, considerandole una giusta punizione per il suo “cattivo comportamento”, che lei non aveva. Era solo una bambina di quattro anni che amava la madre, anche quando questa provava ad ucciderla. Ci sono molte ragazze che subiscono tuttora crudeltà indescrivibili e l’unica cosa che possono fare per superarle è analizzare il loro trauma, affrontarlo, prima che questo le trasformi in una persona che non le rappresenti. E di smettere di sentirsi in colpa per qualcosa di cui non devono condannarsi. E soprattutto, di parlare. Di non fare mai tacere le proprie grida, di farsi  ascoltare, prima che queste mutino in silenzio mortale.

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