Grazie a “E venne il giorno” ecco spiegato come agiscono alcune biotossine dell’ambiente acquatico

Le biotossine sono estremamente diffuse in tutti gli ambienti acquatici e presentano inoltre diverse caratteristiche che vanno a determinarne la specifica attività tossica.

“E venne il giorno” è un film risalente al 2008 dove si seguono le vicende di Elliot Moore e della sua famiglia, costretti a fronteggiare un’imminente catastrofe naturale causata da tossine rilasciate da alcune piante nell’ambiente circostante. In generale, le biotossine sono estremamente diffuse anche nell’ambiente acquatico, alcune delle quali possono determinare effetti dannosi anche sull’essere umano. In questo articolo vedremo quindi quali sono le tossine più conosciute e come esplicano la loro azione tossica.

TETRODOTOSSINA (TTX)

Questa tossina è in grado di esplicare azione neurotossica e, purtroppo, al momento non sono disponibili antidoti nei suoi confronti. Questo tipo di tossina si ritrova ad esempio nel pesce palla, dove nel 1950 è stato isolato per la prima volta. La tetrodotossina (o più brevemente TTX) è una molecola a basso peso molecolare che, tuttavia, risulta essere all’incirca cento volte più tossica del cianuro, fatto che rende pertanto chiaro che in caso di avvelenamento la situazione risulta essere estremamente grave. La tossicità di questa biotossina si evidenzia a livello delle cellule nervose, in quanto presenta elevata affinità per i canali del sodio voltaggio-dipendenti, strutture necessarie per la trasmissione dell’informazione nel sistema nervoso. Questa tossina è in grado di bloccare i canali impedendo la trasmissione dell’informazione e, pertanto, la morte si verifica in quanto si assiste alla paralisi dei muscoli coinvolti nella respirazione. I pesci palla possono accumulare quantitativi esorbitanti di TTX senza tuttavia subirne alcun effetto in quanto risultano essere resistenti alla tossina, resistenza dovuta al fatto che i canali del sodio voltaggio- dipendenti sono resistenti alla tossina stessa. La distribuzione della TTX nei pesci palla risulta essere specifica a seconda della specie anche se in generale la tossicità più elevata si ritrova in gonadi femminili, fegato, pelle e intestino, mentre gonadi maschili e il muscolo non risultano essere tossici.

BREVITOSSINA (BTX)

Le brevitossine sono emolisine e neurotossine estremamente potenti che determinano casi di intossicazione nell’essere umano in particolare in Nuova Zelanda e Stati Uniti. Questo tipo di tossina viene prodotta da microalghe e, alcune di queste, possono diffondersi nell’aria e causare irritazioni al sistema respiratorio. L’attività delle brevitossine si esplica attraverso l’interazione con le proteine canale per il sodio, determinandone l’apertura a potenziali d’azione non fisiologici. L’uomo può entrare in contatto con questo tipo di tossina in seguito all’ingestione di molluschi bivalvi contaminati, per poi manifestare sintomi come vertigini, dolori addominali, mal di testa e bradicardia. Allo stato attuale, non sono state segnalate morti in seguito all’ingestione di questa tossina. Mentre nell’uomo, allo stato attuale, non determina morte, nei pesci non è assolutamente così. Questa tossina è infatti responsabile di vaste morie: i pesci assorbono infatti la tossina a livello branchiale e intestinale, per poi diffondersi in poche ore nell’organismo. I soggetti colpiti, prima della morte, manifestano contrazioni muscolari, paralisi delle pinne, convulsione e infine paralisi respiratoria.

YESSOTOSSINE (YTX)

Le yessotossine sono composti di natura liposolubile prodotte da alghe dinoflagellate. Nei mammiferi, in caso di ingestione, non si assiste ad effetti tossici mentre in caso di somministrazione attraverso iniezione si possono osservare effetti tossici di grave natura. Questa differenza è determinata dalla presenza, nella molecola della tossina, di alcuni gruppi solfato che ne limitano l’assorbimento a livello intestinale. Per quanto riguarda il meccanismo di azione, attualmente si ipotizza che sia in grado di esplicare la propria azione a livello dei canali del sodio (favorendo l’ingresso degli ioni) anche se attualmente non è stato del tutto dimostrato.

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