Gli uomini, dei insoddisfatti, ambiscono all’universo: il lancio di SpaceX predetto da Harari

Gli dei sono umani: parliamo del lancio di SpaceX

21.22 ore italiane un razzo di SpaceX partiva da Cape Canaveral. Direzione: base spaziale. Tutti con gli occhi incollati al televisore pronti a vedere il lancio. Sembra una scena già vista cinquantuno anni prima, ma questa volta a guidare la squadra di astronauti non è la volontà di segnare la propria impronta per primi sulla superficie lunare ma è la volontà del progresso, di aprire una nuova rotta commerciale. Ed ecco che un libro fa capolino dalla nostra libreria e ci domanda: che cosa vogliamo diventare? Forse dei?

SpaceX e Crew Dragon

La SpaceX di Elon Musk progetta con la Nasa il Falcon 9 e fa la storia. La missione prende il nome di SpaceX Demo 2.

Ma cos’ha di speciale questa navetta? Oltre ad essere realizzata da un ente privato, il suo primo stadio, dopo essersi sganciato dalla capsula che conteneva gli astronauti Robert Louis Behnken (classe 1970) e Douglas Gerald Hurley (classe 1966), è atterrato perfettamente al centro della chiatta nell’oceano Atlantico secondo i piani. Questo “minuscolo” fatto ha dello straordinario in quanto permette ai prossimi lanci di riutilizzare e di non sprecare dei pezzi così importanti per la costruzione di navicelle spaziali. Inoltre questi stadi solitamente non sono recuperabili. Con questa innovazione vi è quindi un notevole miglioramento economico, ecologico e tecnologico.

La partenza, secondo i programmi iniziali, doveva essere effettuata mercoledì 27 maggio 2020 ma è stata posticipata al 30 maggio. Le condizioni meteorologiche erano incerte, ma alla fine gli astronauti sono riusciti a decollare. Questo è stato il primo lancio sperimentale dopo la tragedia di Challenger, navetta che esplose dopo 73 secondi dal decollo a causa della rottura di una guarnizione. Portò alla morte di sette persone dell’equipaggio, compresa un’insegnante che doveva essere la prima a raggiungere lo spazio. Quindi con questa missione vi era la paura costante di un possibile incidente.

Giorgio Saccoccia e Y.N. Harari

Davanti a questo avvenimento Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, commenta:

Una giornata storica per gli Stati Uniti, un passo significativo che segna l’inizio di una nuova era commerciale per i voli spaziali umani.

Davanti a questa frase detta da Saccoccia: bisogna essere felici o preoccupati per l’era commerciale che si sta aprendo? Per rispondere a questa domanda abbiamo consultato il libro di Y.N. Harari: Sapiens. Da animali a dèi.

Yuval Noah Harari, classe 1976, è un professore universitario, saggista e storico. Ha scritto molti libri e si è specializzato in storia medievale e storia militare. L’opera di cui tratteremo è un esempio di saggistica storica, tratta dello sviluppo di tutta la storia umana, concentrandosi sui suoi temi più importanti, come le rivoluzioni che hanno caratterizzato il nostro “essere umani”.

Nel 2009 e nel 2012 viene premiato con il Premio Polonsky per la Creatività ed Originalità. Attualmente insegna World History e processi macrostorici all’Università Ebraica di Gerusalemme.  Ha realizzato anche dei filmati su YouTube dove tiene delle lezioni di storia del mondo che hanno aumentato la sua fama.

Da animali a dei

Yuval Noah Harari nella sua opera sopracitata scrive:

Circa 70.000 anni fa Homo sapiens era ancora un animale insignificante che si faceva i fatti propri in un angolo dell’Africa. Nei successivi millenni si trasformò nel signore dell’intero pianeta e nel terrore dell’ecosistema. Oggi è sul punto di diventare un dio, pronto ad acquisire non solo l’eterna giovinezza, ma anche le capacità divine di creare e di distruggere.

Lo scrittore in questo saggio cita molte rivoluzioni scientifiche, sociali e culturali che hanno caratterizzato la storia dell’essere umano e di come queste hanno influenzato la sua vita, mettendo in evidenza come il successo e l’avidità di denaro e potere abbia portato l’Homo sapiens ad essere l’unica specie di umani sulla Terra, eliminando dal nostro pianeta le altre cinque presenti centomila anni fa.  Racconta di come l’uomo abbia usato l’immaginazione per spingersi oltre i limiti imposti, abbattendoli e parla di come questo sia incredibilmente pericoloso per il nostro futuro.

Il 30 maggio 2020 abbiamo assistito, davanti ai nostri televisori, alla storia. Il progresso procede, la vita si evolve ed è emozionante vedere cosa possiamo raggiungere grazie alla nostra mente. Ma dove possiamo arrivare? Harari ci definisce come dei, ha ragione?

Siamo passati dalle canoe alle galee, dai battelli a vapore alle navette spaziali, ma nessuno sa dove stiamo andando. Siamo più potenti di quanto siamo mai stati, ma non sappiamo che cosa fare con tutto questo potere. Peggio di tutto, gli umani sembrano più irresponsabili che mai. Siamo dei che si sono fatti da sé, a tenerci compagnia abbiamo solo le leggi della fisica, e non dobbiamo render conto a nessuno. Di conseguenza stiamo causando la distruzione dei nostri compagni animali e dell’ecosistema circostante, ricercando null’altro che il nostro benessere e il nostro divertimento, e per giunta senza essere mai soddisfatti. Può esserci qualcosa di più pericoloso di una massa di dei insoddisfatti e irresponsabili che non sanno neppure ciò che vogliono?

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