Alessandro Magno e gli antichi Romani sono famosi anche per la loro smania di conquistare e scoprire il mondo. Che cosa direbbero ora che c’è se solo il 20% di terra libera?

Il grande condottiero Alessandro Magno, l’imperator Giulio Cesare, l’erede al principato Druso Maggiore, il comandante Marco Vipsanio Agrippa sono tutti personaggi antichi, e se ne potrebbero citare molti altri, che hanno avuto grandi ambizioni militari per estendere il loro impero urbi et orbi, su tutto il mondo. Chissà come reagirebbero sapendo che ora praticamente tutto il mondo è stato conquistato dall’uomo!

Le principali conquiste degli antichi
Per ovvie ragioni non si possono elencare tutte le conquiste di comandati antichi e verrano elencate le principali: cominciamo dalla “conquista del mondo” di Alessandro Magno che si spinse fino all’indo in una delle più grandi conquiste della storia;

Passiamo poi alle conquiste di Giulio Cesare, che si occupò di pacificare la Spagna e conquistare parte della Gallia come si vede dalla seguente cartina.

Un altro grande conquistatore romano fu Druso Maggiore che si spinse fino al fiume Elba, aiutato da Agrippa.

Queste sono alcune delle più grandi conquiste dell’antichità. La massima espansione dell’impero romano è raggiunta sotto Traiano nel 117 d.C., come mostra la cartina qui sotto.

Come vediamo l’impero copriva una grandissima parte dell’Europa, tutto il Nord Africa, la penisola anatolica, l’Egitto e parte dell’Arabia. Una estensione notevole, ma nulla in confronto alle reali dimensioni del mondo. In ogni caso il regno di Alessandro Magno e l’impero romano erano ritenuti espansi per tutto il mondo. Che cosa direbbero dunque questi antichi, grandi generali leggendo lo studio del team di Jason Riggio, che spiega che solo il 20% di terra è rimasta libera dall’impronta dell’uomo? Certo loro il “mondo” lo hanno trattato molto meglio di noi, ma il fatto che abbiano inquinato meno e devastato meno di noi è dovuto solo al fatto che non avevano le nostre potenzialità meccaniche e le nostre macchine: non è infrequente infatti, nel mondo romano, l’adattamento di un territorio alle esigenze costruttive; è comune lo sfruttamento estensivo del terreno e del bestiame, usato sia per sostentamento sia per produrre materiale scrittorio come le pergamene; l’urbanizzazione era massiccia già allora: la città di Roma in età antoniniana ospitava un milione e settecento abitanti circa; il desiderio di edificare può essere ravvisato nelle opere pubbliche erette da Agrippa nel prima quasi deserto Campo Marzio tra il 19 e il 17 a.C. Vi sono però anche esempi di sfruttamento positivo del territorio e di adattamento alla conformazione geografica del contesto, come ad esempio nella costruzione dei teatri sulle pendici di promontori naturali. Dunque i Romani avevano smania di conquista e capacità di sfruttare il territorio, proprio come noi. Dopotutto l’uomo resta sempre lo stesso attraverso i secoli!
Il mondo oggi
Come dimostra lo studio del team di Jason Riggio, i cui risultati sono stati pubblicati in un articolo su Focus, oggi nel mondo si registra una presenza umana sull’80% della superficie terrestre. Una conquista totale dell’uomo che adempiendo il proprio destino e il proprio desiderio espresso fin dall’antichità, ha finalmente conquistato davvero tutto il mondo. Un dato interessante però è che vi è una bassa influenza umana sul 48-56 % del pianeta, cioè in cui l’attività dell’uomo è ancora controllabile (come nelle zone di campagna in cui si pratica l’agricoltura). Secondo il team di studiosi proprio dalla conservazione degli ecosistemi di questi territori bisogna partire salvare il pianeta. Per non dire troppo sull’articolo vi rimando al link, se volete leggerlo.
https://www.focus.it/ambiente/natura/terre-emerse-il-pianeta-e-tutto-colonizzato