La coppia tragica più amata e studiata della cultura occidentale incontra l’America, sarà un connubio felice?
Gone girl è un thriller avvincente, dal cast stellare, ma la sceneggiatura non è del tutto originale. Il film infatti riproduce fedelmente la vita di coppia di Medea e Giasone, nella versione tramandata da Euripide.
Se il matrimonio non è felice, non facciamone una tragedia!
Non tutte le traduzioni vengono per nuocere, è il caso di dirlo. Gone girl ne è l’esempio. Film del 2014 diretto da David Fincher, con protagonisti Ben Affleck e Rosamund Pike. Il film è uno dei pochissimi e fortunati casi in cui la traduzione del titolo in italiano ci aiuta a capirne di più.
In Italia il film è conosciuto come “L’amore bugiardo”, una traduzione in nulla fedele al titolo originale, ma all’anima del film. Se è vero che è la protagonista a muovere i fili della sinossi, la pellicola è concentrata sulla storia di un normale matrimonio americano.
Lo storyline infatti è non ha nulla da invidiare a una tragedia greca. Anzi, la ripercorre! In particolare, il film ci propone una rivisitazione contemporanea della Medea di Euripide.
Medea e Giasone sono una coppia ben assortita
La sinossi della tragedia la conosciamo tutti. Medea, donna, straniera e maga della Colchide, si trova a Corinto, costretta ad accettare la nuova relazione del marito Giasone. La donna, però, ha tutti i connotati di una eroina sofoclea.
Euripide infatti la costruisce in maniera evidente sul modello dell’Aiace di Sofocle, di cui vengono riproposte delle scene nel dramma. Euripide, però, si rifà anche all’epica, costruendo a tavolino una Medea inedita alla tradizione.
Odisseo e Achille, secondo Knox, sono i personaggi cui Euripide si ispira per la costruzione di Medea. Odisseo è una figura della metis, dell’astuzia calcolatrice che aiuta l’eroe a mettere a tacere gli impulsi più feroci pur di portare a termine il piano. Achille è l’eroe del thymos, impavido, testardo, permaloso e, se provocato a dovere, ferocissimo, senza misura.
Due figure tanto diverse, racchiuse in un singolo personaggio non possono che entrare in contraddizione. Ed ecco che la nostra Medea ne risulta un eroe dalla psicologia controversa, a volte proprio inafferrabile.
Nel corso della tragedia, Medea alterna stati di eccellente autocontrollo e programmazione di intrighi raffinatissimi a stati di euforia, e spesso all’interno di uno stesso monologo! Un personaggio tanto complesso ha bisogno di essere affiancato da un consorte di tutto rispetto, il nostro Giasone.
Nella tragedia euripidea, il caro Giasone è dipinto come uno scaltro opportunista egocentrico, insomma, il Fabrizio Corona del V a.C. La sua raffinatezza oratoria è in grado di fronteggiare le verità di Medea, costituendo così anche lui una figura della metis.
Una coppia tanto amabile quanto complessa è stata molto studiata, affascinando studiosi e profani di ogni epoca. Ma solo in un caso questa atmosfera familiare è stata riprodotta, in Gone girl.
Finché la morte non vi separi, altrimenti si salvi chi può!
Amy, la protagonista del film, è un personaggio femminile che concentra perfettamente tutti i connotati di Medea. Intelligente sopra la media, una straniera. Lascia New York, in cui viveva come una star dell’editoria, per trasferirsi per amore del marito in un paesino sperduto, in cui lei non viene apprezzata.
Vi ricorda qualcosa? Ma non è finita qui. Nick, il marito di Amy, che per tutta la prima metà del film ci sembra proprio un inetto senza pari, diventa un perfetto oratore, in grado di ammaliare i media. Ma perché Amy decide di vendicarsi? Questo è il punto cruciale della rivisitazione.
Amy ha scoperto che Nick la tradisce, facendo ormai coppia fissa con una sua studentessa. Facciamo un passo indietro di 2500 anni. Anche Medea decide di vendicarsi per l’egoismo di Giasone, che tradisce e butta via una relazione epica, una coppia da Vello d’oro!
In entrambi i casi, per Amy e per Medea, il modo migliore per punire i rispettivi consorti è impedire loro di rifarsi una vita. Allora Medea uccide la sposa e il padre della sposa. Amy fa passare suo marito per un uxoricida, cosa che non ispirerà altre donne, in primis la sua amante, a stare con lui.
Ma questo non risponde ancora al nostro quesito, perché decidono di vendicarsi? Non è il semplice atto del tradimento a inferocire le nostre protagoniste. C’è di più. Questo di più ce lo dice proprio Medea, in un passo meraviglioso. Giasone ha voluto dimenticare che le loro vite sono ormai legate indissolubilmente, dal passato, dal matrimonio e dalle avventure epiche vissute.
Due vite legate non possono rinnegarsi e non possono decidere individualmente anche della vita dell’altro. Giasone e Nick sono colpevoli di aver voluto dividere qualcosa che non andrebbe mai diviso, e, nel farlo, di non aver interpellato le rispettive vendicative consorti. Morale della favola: cave huxorem!