Un gatto fuori dalle righe
Garfield è un personaggio immaginario protagonista della serie di fumetti creata da Jim Davis nel 1978 che ha spopolato con serie animate e film a lui dedicati. Ma cosa lo rende così speciale e accattivante? Si parla di un gatto soriano arancione, pigro e sovrappeso, ma dotato di grande intelligenza. Ama mangiare a sbafo, dormire, guardare la TV, tormentare Odie, il cane. Scherzare con il postino e imbrogliare Vito e Jon, il pizzaiolo e il suo padrone. Spesso risolve situazioni intricate e a volte salva il mondo. Non si ciba di altri animali, ma di pizza e lasagne. Ha un orsacchiotto di nome Pooky senza il quale non riesce a dormire.
Uno sguardo alla teoria
Skinner, psicologo statunitense e maggior esponente del comportamentismo radicale, riprese le teorie di Thorndike. La teoria dell’effetto spiega come avviene la maggior parte delle associazioni comportamento-evento. In una gabbia controllata alcuni comportamenti messi in atto dalla cavia vengono rinforzati, il che rendeva più probabile la ripresentazione, in futuro, del comportamento stesso. Ad esempio, se un piccione scopriva che il pigiare un tasto portava all’erogazione del cibo, allora lo ripeteva più e più volte. Il rinforzo del comportamento, in sintesi, si può suddividere in due grosse macro categorie: positivo e negativo. Positivo è quello che determina una conseguenza gradita. Negativo è, invece, se porta all’allontanamento o alla cessazione di uno stimolo o comportamento spiacevole. Al pari dei rinforzi è possibile somministrare punizioni positive o negative (togliendo questa volta uno stimolo piacevole). L’efficacia dell’apprendimento è legata alla costanza con cui viene dato il rinforzo, in modo continuo o discontinuo. Quest’ultimo si rivela essere il metodo migliore.
I rinforzi ideali per un gatto: lasagne e adulazioni
È curioso vedere come un gatto, animale solitamente restio ad imparare qualcosa di nuovo, riesca a riconoscere una pizza di Vito da un’altra banalissima pizza e di come non mangi senza un piatto di lasagne. Partendo dal principio del condizionamento operante vero e proprio, possiamo porre da una parte la città come sperimentatore e Garfield come animale da laboratorio. Fuori dalla sua casa non è padrone della città, ma è visto come il salvatore del mondo. Secondo quest’ottica tutto ciò che sa lo ha appreso sia per la sua incredibile intelligenza sia per i continui rinforzi della società: gloria, cibo e adulazioni. Si, i rinforzi che riceve sono davvero continui. Ad ogni azione, anche banale corrisponde un premio per la sua autostima o per il suo stomaco. Nonostante i rinforzi continui l’apprendimento felino non sembra diminuire in alcun modo tenendo l’intera città sotto scacco.
Da cavia a sperimentatore
D’altro canto la casa di Jon è il regno dominato da Garfield, che detiene tutti sotto il suo controllo, dal telecomando al frigorifero. Frederic Skinner sarebbe fiero di lui per aver creato la migliore Skinner Box pensata per esseri umani, con una differenza: il gatto era parte stessa della box per trarne il maggior vantaggio possibile. Citiamo così un altro parallelismo, nella serie è Garfield ad avere il controllo come nel laboratorio lo aveva Skinner. I piccioni studiati dallo psicologo avevano, però, bisogno di rinforzi per continuare a compiere le azioni che gli venivano richieste e anche per impararne di nuove. Tutto questo non avviene nella “Garfield Box”. Primo perché il gatto non concede alcun rinforzo al suo padrone o a Odie il cane. Secondo perché Garfield è l’unico ad ottenere premi per quello che fa, spiegato così perché continua a tiranneggiare. Inutile poter negare una componente cognitiva nel comportamento del gatto che avrebbe messo in crisi il Comportamentismo skinneriano.
Francesca Morelli