Effetto serra e global warming: il bisogno del cambiamento

L’atmosfera che circonda il nostro pianeta regola da sempre il clima e le temperature. Ciò è possibile grazie all’effetto serra dovuto principalmente alla presenza di alcune sostanze come acqua, anidride carbonica e metano. Con il progresso industriale si è andato ad alterare quello che era l’equilibrio naturale dei gas responsabili di questo effetto. Ma di questo passo, l’aumento della temperatura globale potrebbe portare a gravi conseguenze verso la fine del secolo.

Il riscaldamento globale è un problema molto attuale in seguito allo sviluppo industriale dell’ultimo secolo. L’alterazione degli equilibri naturali dei gas serra può portare ad un aumento delle temperature globali di oltre 1,5°C entro il 2052, fino a sfiorare i 3°C alla fine del secolo, rispetto alla temperatura preindustriale. Questo è quanto emerge dal rapporto quinquennale dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) che raccomanda dei cambiamenti drastici. Il rapporto è basato sulle ricerche effettuate in seguito all’accordo di Parigi del 2015, il quale prevede la limitazione dell’aumento della temperatura globale tramite riduzione delle emissioni di gas responsabili dell’effetto serra. Secondo l’IPCC le emissioni di anidride carbonica dovrebbero essere ridotte di circa il 49% rispetto a quelle registrate nel 2017.

Effetto serra: un equilibrio naturale alterato

La presenza di gas serra (acqua, anidride carbonica e metanonell’atmosfera ha da sempre regolato la temperatura globale del pianeta. Queste sostanze sono in grado di trattenere alcune delle radiazioni solari che raggiungono il pianeta. Le radiazioni solari penetrano nell’atmosfera e, una volta raggiunto il corpo celeste, vengono respinte. Le molecole presenti nell’atmosfera trattengono parte delle radiazioni respinte dal pianeta. La quantità di radiazioni trattenute dipende dalla concentrazione di queste sostanze. La temperatura atmosferica varia seguendo cicli giornalieri o annuali, dando così le classiche temperature delle varie stagioni. Ad esempio, in estate, quando l’umidità è minore, diminuisce anche l’effetto serra, mentre in inverno questo aumenta poiché aumenta l’umidità. Con lo sviluppo industriale si è andati ad alterare questo equilibrio. Le continue emissioni hanno portato ad un aumento nell’atmosfera di anidride carbonica, ma anche ossidi di azoto e clorofluorocarburi.

Effetti collaterali dell’aumento dei gas serra

Secondo l’IPCC l’aumento delle temperature di soli 3°C può portare a gravi danni per il pianeta. Un aumento delle temperature di circa 2°C può portare a delle estati in cui l’Artico si trova senza ghiaccio. Ciò avverrebbe in modo più frequente (una ogni 10 anni) rispetto ad un aumento di 1,5°C (una ogni secolo). Oltre allo scioglimento dei ghiacciai e all’innalzamento dei mari, l’ecosistema subirà dei gravi danni a causa della scomparsa di diverse specie. Un esempio possono essere le barriere coralline. Si è stimato che un aumento di 3°C porterebbe alla scomparsa quasi totale di tali organismi. Se invece si riuscisse a limitare l’aumento delle temperature entro 1,5°C si riuscirebbe a salvare più o meno un 10-30% delle barriere coralline.

Possibili soluzioni all’effetto serra

Per riuscire a limitare questi danni si dovrebbe intervenire in modo rapido e drastico.  La soluzione risiede nelle cosiddette energie rinnovabili quali l’energia solare, eolica o idroelettrica oppure l’utilizzo di biocombustibili derivanti da biomasse. La difficoltà di queste tecnologie risiede nel fatto che queste sono molto costose in relazione alla loro efficienza.

Credit: www.hellogreen.it

Investire in risorse rinnovabili comporterebbe un ingente investimento anche nella ricerca e nel miglioramento delle tecnologie esistenti, in modo da migliorarne le caratteristiche. Questo però porterebbe portare dei risultati in tempi non brevi. Ma si è disposti ad accantonare l’aspetto economico per salvaguardare il pianeta? L’unica cosa di cui si ha la certezza è che se non si prende coscienza della necessità di cominciare a proteggere l’ecosistema in cui si vive c’è la probabilità di arrivare al punto in cui non sarà più possibile tornare indietro.

Michele Sciamanna

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