E tu hai le Daddy Issues? Ecco come Lolita ha influenzato la cultura di massa

Lolita, personaggio creato da Vladimir Nabokov, viene additata nel mondo dei mass media come la ragazza dal complesso paterno, nel comune termine Daddy Issues. Una patologia che attualmente viene romanticizzata, trasmettendo, grazie all’utilizzo dei social media, un messaggio distorto. 

Il termine Daddy Issues è talmente diffuso che spesso viene usato in maniera inappropriata. Si parte dalla figura di Lolita, personaggio femminile creato da Vladimir Nobokov, e dal suo rapporto con il professore Humbert Humbert, per poi mostrare come questa relazione malsana sia stata trasferita nelle attuali serie televisive, romanticizzando le relazioni tossiche e criticando chi, come la cantante Lana del Rey, ne parla in maniera seria e con consapevolezza all’interno dei suoi testi.

LOLITA DI NABOKOV

“Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta. Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita”

È forse uno degli incipit più famosi del panorama letterario internazionale. Lolita, scritto da Vladimir Nabokov, da cui poi sono stati tratti due film, uno in bianco e nero del 1962 diretto da Stanley Kubrick, di cui la sceneggiatura fu scritta e redatta dallo scrittore stesso, e l’altro risalente al 1997, diretto da Adrian Lyne.

A proposito della nascita del romanzo, scrive Nabokov:

“Lo scrissi in russo, la lingua nella quale scrivevo romanzi sin dal 1924 (i migliori tra questi non sono tradotti in inglese, e in Russia sono tutti all’indice per ragioni politiche). L’uomo veniva dall’Europa centrale, l’anonima ninfetta era francese, e i luoghi erano Parigi e la Provenza. Feci sposare al protagonista la madre malata della bambina, che presto morì, e Arthur (tale era il suo nome), dopo un tentativo fallito di approfittare dell’orfana in una stanza d’albergo, si buttava sotto le ruote di un camion. Lessi il racconto a un gruppo di amici -Mark Aldanov, due socialisti rivoluzionari e una dottoressa; ma non mi piaceva, e lo distrussi dopo essermi trasferito in America nel 1940.”

Da questo pezzo di racconto si è arrivati alla trama che oggi conosciamo: il professore Humbert Humbert, quarantenne e insegnante di letteratura francese, dopo un matrimonio fallito si trasferisce nella città di Ramsdale, Stati Uniti, per dedicarsi interamente alla scrittura. Affitta una stanza nella casa di Charlotte Haze, vedova, ed è qui che fa la conoscenza di Dolores – chiamata anche Lo, Lola o Dolly-, la figlia dodicenne della padrona, una ragazza che gli richiama subito alla mente Annabel, il suo primo amore da tredicenne. Si tratta di un amore sfortunato:

“Quattro mesi dopo Annabel morì di tifo a Corfù. Continuo a sfogliare questi infelici ricordi e a domandarmi se proprio allora, nello scintillio di quell’estate remota, abbia avuto origine la crepa che percorre la mia vita; o se invece il mio smodato desiderio di quella bambina fosse soltanto la prima manifestazione di un’innata peculiarità. Quando cerco di analizzare le mie brame, i movimenti, le azioni, e così via, mi lascio andare a una sorta di fantasia retrospettiva che nutre la facoltà di analisi con infinite alternative; e così ogni via immaginabile si biforca e triforca senza posa nella complessa, snervante prospettiva del mio passato. Eppure sono convinto che in un certo modo magico e fatale Lolita cominciò con Annabel

Da quel momento Humbert cerca Annabel in ogni ragazzina di età compresa tra i dodici e i quattordici anni. Questo episodio non serve per giustificare le perversioni del professore, ma quanto per un’analisi più accurata e approfondita del personaggio. Da quando Lolita è entrata nella cultura di massa, si hanno avuto diverse visioni di entrambi i personaggi, del professor Humbert e della stessa Dolores.

LOLITA NELLA CULTURA DI MASSA

Nella nostra cultura di massa, l’immagine di Lolita è associata a una ragazzina di età tra i tredici e i diciassette anni in una relazione – che può essere romantica, sessuale, complicata o di amicizia – con un uomo dai quarant’anni in poi, portando all’uso del termine Sugar Daddy e Daddy Issues. Per Sugar Daddy si intende un uomo che in cambio di prestazioni da parte di una giovane donna, spesso ragazza, offre una grande somma di denaro. Con Daddy Issues invece, il significato è più complesso. Letteralmente vuol dire ‘complesso paterno’ ma in seguito si è aggiunto anche il termine Sugar Mommy, quindi ‘complesso materno’. Il termine viene usato per indicare una relazione disfunzionale tra il figlio e uno dei due genitori e tra le cause si ha: troppa assenza del genitore, il suo essere anaffettivo, ma anche abusi fisici o psicologici riversati sui figli; dunque una serie di fattori, che portano l’individuo ad avere bassa stima di se stesso e ricercarla nelle altre persone. Rimanendo nel contesto Padre-Figlia, quindi Uomo-Ragazzina, la giovane adulta cercherà sempre di piacere a uomini più maturi di lei, da cui ne deriverà una forte autostima.

LOLITA IN EUPHORIA

Come se la situazione non fosse abbastanza grave, questa viene romanticizzata. Il Daddy Issues è una relazione molto spesso malsana: si tratta di una ragazza che necessita di un uomo adulto, non come figura genitoriale, ma come incarnazione di un amore ‘romantico’ in cui molto spesso si ripetono gli stessi abusi che ha subito dalla figura genitoriale, in quanto crede che siano la cosa giusta. Nella cultura giovanile, questa problematica è stata trasferita nelle relazioni tra coetanei, in cui il ragazzo è il classico bulletto della scuola e la ragazza è presentata come la tonta innamorata, vittima sacrificale di cui il ragazzo andrà ad abusare. È una scelta piuttosto ricorrente, si pensi alla recente serie televisiva ‘Euphoria’ con la coppia Nate e Maddy. Nate è il classico bulletto della scuola, voti alti e capitano della squadra di football, quindi un cliché del panorama americano cinematografico; nasce e cresce in una famiglia disfunzionale, il padre è molto violento e nonostante ciò tenta di emularlo. La sua ragazza è Maddy, esteticamente bellissima, fin dalla tenere età la madre l’ha obbligata a partecipare a svariati concorsi di bellezza, portandole via la sua infanzia. Nate la considera come un porto sicuro, qualcosa in cui rifugiarsi, ma che non è in grado di gestire.

LOLITA NEI TESTI DI LANA DEL REY

Una figura emblema del Daddy Issues è il volto della cantante statunitense Elizabeth Woolridge Grant, in arte Lana del Rey. Molti dei suoi testi sono stati fortemente criticati per aver romanticizzato gli abusi delle ragazze in tenera età. La critica si basa su alcuni testi di canzoni come Daddy Issues e Video Games

“You say you a bad guy
You-you-you a bad guy
That’s why everyone likes you
They say that you’re so fun
And you’re so cool
They call you Baby Blue
Because it’s your favorite color, boy
I’m not like every other little girl
He knows that too” 

Dici di essere un cattivo ragazzo / dici di essere un cattivo ragazzo / ecco perché piaci a tutti / dicono che sei divertente / e sei così figo / ti chiamano Bbay Blu / perché il blu è il tuo colore preferito / Non sono come ogni altra ragazza / E lui lo sa benissimo

“Throw your money, come and pay me
throw your money, come and save me
you don’t wanna come and save me?” 

Butta via i tuo soldi, vieni e pagami / butta via i tuoi soldi, vieni e salvami / non vuoi venire e salvarmi?

Contro le critiche Lana del Rey ha risposto con una lettera, in cui spiega i suoi testi e di come sono stati decontestualizzati e privati del suo significato originale

“In realtà sono semplicemente una persona che canta la realtà di molte relazioni emotivamente abusive che oggi vediamo in tutto il mondo […] Che sia ben chiaro, credo nel femminismo – ma ci deve essere un posto in esso per donne come me – il tipo di donne che dicono ‘no’ ma che gli uomini capiscono ‘si’ – il tipo di donne che vengono criticate senza pietà solamente per essere delicate, autenticamente loro stesse, il tipo di donne che vedono le loro storie e le loro voci invalidate da donne più forti o uomini misogini”

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.