E se l’attesa di Game of Thrones fosse essa stessa Game of Thrones?

Proust diceva che il solo sapore della madeleine immersa nel té aveva il potere di riportarlo all’infanzia. Un semplice sapore e l’uomo tornava bambino. Un viaggio nel tempo causato dai sensi, che hanno la capacità di far risvegliare ricordi che non pensavamo neanche di avere. Può accadere con la vista, con il gusto, con l’udito… sembra incredibile ma le emozioni provate tanto tempo prima riaffiorano, invadendoci totalmente. Questa sensazione è ben presente a tutti, ma soprattutto ad un particolare gruppo di persone che, in questi giorni, sono particolarmente sensibili e con i sensi all’erta. Di chi si sta parlando? Ma dei fan di Game of Thrones naturalmente.

 

 

Game of Thrones is coming 

Chiunque sia un appassionato della fortunata serie mentirebbe se affermasse che il solo sentire le prime note della sigla iniziale non gli stesse causando un’improvvisa emozione. Un ritorno di fiamma, l’impressione di essere lì, ancora, davanti allo schermo, a scoprire cosa sta accadendo di nuovo a Westeros. Ormai l’attesa sta logorando i fan, che aspettano da ben 2 anni di ritrovare i propri personaggi preferiti. La settima stagione aveva infatti chiuso il sipario nella lontana estate 2017, lasciando tutti con la pelle d’oca (e non per l’inverno predetto dagli Stark).

Ed ora, finalmente, l’attesa è finita. ‘L’ottava stagione sta arrivando‘ verrebbe da dire. Tutti sono in fibrillazione e attendono con ansia la notte tra domenica 14 e lunedì 15 aprile. Alcuni, forse, si alzeranno alle tre del mattino per vedere la prima puntata in contemporanea USA e non rischiare così spiacevoli spoiler.

Poster celebrativo dell’ottava stagione di ‘Game of Thrones’

Ma oltre all’eccitazione generale, aleggia nell’aria anche una vaga tristezza. Chiunque sa che l’ottava sarà l’ultima avventura, che si tireranno le fila di una storia che dura ormai da 8 anni. E che dopo maggio 2019 sul mondo del Trono di Spade calerà il silenzio. Molti dunque, da una parte, sperano che il fatidico momento non arrivi mai, godendosi l’attesa dell’inizio forse più di quando si godranno la serie stessa, potendo ancora consolarsi nell’idea che GOT ancora vive.

 

E se l’attesa del piacere fosse essa stessa il piacere?

Tutto questo fa pensare che, forse, Gotthold Ephraim Lessing avesse ragione. Era lui che infatti ha detto per primo la famosa frase ‘e se l’attesa del piacere fosse essa stessa il piacere?‘. La prima cosa che viene da pensare è che questa frase non abbia senso. Il piacere è infatti quel qualcosa che, per definizione, ci porta gioia. Senza di esso, la nostra vita sarebbe meno completa. Quindi come possiamo apprezzare quegli attimi di attesa più del piacere stesso?

La famosa citazione di Lessing fu anche usata da Campari, che per pubblicizzare un suo prodotto la elevò a suo personale motto

Semplicemente perché, prima o poi, il piacere finisce. Si pensi solo ad un bambino che attende per tutto l’anno il giorno di Natale. Il mettere gli addobbi in casa, la letterina a Babbo Natale e l’atmosfera che si crea sono tutti elementi che lo fanno stare bene. La curiosità per i regali è forte e nel momento in cui il piccolo si trova davanti al pacchetto è al suo apice. Ma pochi secondi dopo, quando la carta è ormai stracciata, tutto è finito. Niente più speranze, niente più sogni ad occhi aperti. E quando la felicità che il regalo ha portato finisce non gli rimane solo che ricominciare quel circolo vizioso di attesa.

Proprio su questo, dunque, ragiona Lessing. Mentre si attende il piacere, tutto è ancora da giocare. Mentre quando il piacere avviene, è un attimo tornare alla monotonia.

 

Chi era Lessing?

Ma chi era colui che disse questa famosa frase? Gotthold Ephraim Lessing era un filosofo e scrittore tedesco vissuto nel diciottesimo secolo. Viaggiò per tutta l’Europa, facendo anche numerose tappe in Italia. Lessing è considerato uno dei maggiori esponenti dell’Illuminismo tedesco.

Gotthold Ephraim Lessing

Per lui la conoscenza doveva sempre essere cercata e scoperta nelle nuove esperienze. Nei suoi scritti analizza il confronto tra la poesia e l’arte figurativa, studiandole con un occhio filosofico. Parla anche di religione nella sua ampia opera, che vede oltre a numerosi saggi anche commedie e tragedie. ‘Minna von Barnhelm’, ‘Nathan il saggio’ e ‘Emilia Galotti‘ sono alcune delle opere teatrali che spiccano tra le sue creazioni.

Insomma, anche con questa breve presentazione si comprende come Lessing fosse dunque un uomo di cultura a 360 gradi. Un uomo di cultura che ha lasciato numerose citazioni nei secoli, ed è anche stato contestato per questo. In esse, per esempio, si ritroverebbero dei nomi di autori e filosofi che senza quelle non sarebbero mai state ricordati.

 

Ed è proprio da una di queste che siamo partiti. Effettivamente cosa sia il piacere non è ben chiaro. Esso è talmente soggettivo da non potersi definire. Probabilmente è anche per questo che la frase di Lessing non è da sottovalutare. Se in trecento anni non si è ancora compresa la vera natura del piacere, forse Lessing ci aveva visto più lungo di quanto si pensasse. Che il mistero si risolverà a maggio chiedendo ad un qualunque fan di Game of Thrones?

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