“…e poi non rimase nessuno”: giustizia e mistero intrecciati nella camera chiusa di Agatha Christie

“Dieci piccoli indiani” racconta l’eterno conflitto tra bene e male e tra giustizia e illegalità attraverso l’enigma della camera chiusa.

Dieci piccoli indiani (titolo originale Ten Little Niggers) è, probabilmente, il romanzo giallo più famoso di Agatha Christie. Descritto dall’autrice come “il più arduo da scrivere dei suoi libri”, il romanzo costituisce l’esempio più classico dell’enigma della camera chiusa.

“… E POI NON RIMASE NESSUNO” 

Con un record di circa cento milioni di copie vendute, Dieci piccoli indiani è il libro giallo più venduto in assoluto ed è stato piazzato al terzo posto nella classifica dei romanzi con più incassi nella storia. 

La vicenda è ambientata in una sconosciuta isola del Devon, Nigger Island: su di essa, infatti, si trova una splendida villa appartenente ai misteriosi coniugi Owen. Questi ultimi decidono, ad un certo punto, di invitare nella loro abitazione otto persone estranee l’una con l’altra, i quali, pur non conoscendo personalmente i proprietari, accettano ugualmente di soggiornare sull’isola, spinti probabilmente dalla curiosità o dall’opportunismo. 

Accolti dal maggiordomo e da sua moglie (assunti appositamente dagli Owen), gli ospiti prendono possesso delle loro camere da letto, dove, proprio sul camino, è incorniciata una filastrocca per bambini su dieci piccoli negretti che muoiono tutti a distanza di un giorno l’uno dall’altro. Radunatosi tutti nella sala da pranzo, il maggiordomo avvia una registrazione, su richiesta esplicita del signor Owen, che accusa, con voce perentoria, ogni ospite di essere responsabile di omicidio. 

Da questo momento in poi, la vacanza a Nigger Island si colora di un’atmosfera tetra e surreale: gli invitati cominciano a sospettare gli uni degli altri mentre una serie di omicidi si consuma nella villa sull’isola, seguendo il macabro ritmo della filastrocca. Fino a quando“non rimase nessuno”. 

GIUSTIZIA È FATTA 

Nella scrittura di Dieci piccoli indiani, Agatha Christie attinge a numerosi topoi letterari. Fra tutti emerge, sicuramente, il ritmo cadenzato degli omicidi basato su quello della filastrocca e l’ambientazione della vicenda su un’isola deserta, ripresa e riproposta dal Robison Crusoe di Daniel Defoe. 

Ciononostante, l’aspetto più affascinante del romanzo è sicuramente l’emblematico rapporto con la giustizia. L’opera, infatti, non intende minimamente ristabilire l’ordine e rassicurare il lettore: non c’è Miss Marple o monsieur Poirot che, come dei moderni deus ex machina, si preoccupano che giustizia sia fatta. Ci sono solo dieci cadaveri, uccisi da un killer che, con molta probabilità, non è esterno al gruppo. In Dieci piccoli indiani, la giustizia passa attraverso la legge del taglione, punendo delle persone che hanno commesso delitti non legalmente perseguibili, verosimilmente per mancanza di prove. In altre parole, l’obiettivo dell’opera è colpire persone che vivono a metà strada fra la giustizia e l’illegalità. 

Gli assassini del romanzo di Christie hanno vissuto per anni in libertà in quanto, a prescindere dalla gravità, i delitti di cui sono accusati sono avvenuti molto tempo prima del loro arrivo a Nigger Island: di conseguenza, molti di loro avrebbero potuto trovare il modo di riscattarsi o di espiare la loro colpa in modo diverso. Tuttavia, nel mondo di Dieci piccoli indiani, non esiste il perdono o la redenzione ma segue solo il principio secondo il quale chi uccide merita la morte. 

L’ENIGMA DELLA CAMERA CHIUSA

L’enigma della camera chiusa (o mistero della camera chiusa) è una tecnica letteraria, largamente usata nei romanzi gialli o polizieschi, secondo cui l’indagine si svolge attorno ad un delitto avvenuto in circostanze apparentemente inspiegabili, come in un camera chiusa dall’interno e senza nessun accesso all’esterno. 

Agatha Christie ha usato spesso questo tipo di narrazione in romanzi come Assassinio sull’Orient Express o Poirot sul Nilo; tuttavia, in Dieci piccoli indiani, la vicenda si sviluppo in modo più particolare, seguendo i canoni dell’enigma della camera chiusa doppia: i delitti continuano a svolgersi in un contesto circoscritto, comportando di fatto la circostanza per cui il killer deve essere necessariamente uno del gruppo. Tuttavia, l’aspetto più rilevante è la morte di tutti i personaggi e la mancanza della figura salvifica del detective: come si accennava prima, ciò fa emergere con maggiore forza narrativa il tema fondamentale del romanzo, ossia il rapporto ambivalente fra bene e male, fra illegalità e giustizia. 

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