Aspettando pazientemente l’uscita degli ultimi tre episodi della terza stagione di “The Witcher”, diamo un’occhiata al bestiario italiano.
Dopo aver combattuto con di Geralt di Rivia tra fumetti, romanzi e videogiochi, la terza stagione della serie tv “The Witcher”, prodotta da Netflix, sbarcherà sulla piattaforma, con il secondo volume, il 27 Luglio 2023. Con tutti i mostri che il lupo bianco ha ucciso nel corso degli anni, è ora di chiedersi con quali creature si sarebbe scontrato, se la saga fosse stata ambientata in Italia.
I Witcher
Andrzej Sapkowski è l’autore polacco che ha creato l’universo di Geralt di Rivia, il cacciatore di mostri dalla folta chioma color del latte. Soprannominato anche il lupo bianco, il protagonista dei numerosi romanzi, videogiochi e animazioni di successo mondiale è uno strigo, o meglio ancora, un witcher, ovvero un essere umano mutato geneticamente. Oltre ad essere stato addestrato per uccidere creature malvagie, la sua trasformazione in strigo gli ha conferito numerose abilità soprannaturali, rendendolo più forte, più resistente e donandogli anche abilità magiche.
La figura del witcher si inserisce nell’universo di Sapkowski rimanendo neutrale sia da un punto di vista politico sia da un punto di vista prettamente sentimentale: agli strighi, infatti, come parte della loro trasformazione, vengono rimossi meticolosamente i sentimenti.
Il compito del protagonista della nota serie tv di successo Netflix è dunque vagare per il continente e prestare i propri servigi a chi ne ha più bisogno, ovviamente facendosi lautamente pagare. Con la sua spada e il lungo addestramento, Geralt di Rivia si guadagna dunque da vivere uccidendo mostri per il miglior offerente in circolazione.
Svelata ora l’identità del lupo bianco, la domanda da porsi è la seguente. Se la saga fantasy di Andrzej Sapkowski fosse stata ambientata in Italia, un witcher contro chi si sarebbe scontrato? Nei prossimi paragrafi si parlerà dunque di alcuni mostri che, secondo il bestiario italiano, sarebbero vissuti sulla nostra penisola e che sarebbero stati presi di mira dagli strighi, se fossero realmente vissuti tra di noi.
1) Il Bisso Galteo
Nonostante sia una creatura fantastica, il folklore delle provincie di Verona ha da sempre sentito molto la sua presenza, arrivando addirittura a chiamare, in suo onore, “Bisso Galteo” anche locali e attività.
Se il nostro Geralt di Rivia si fosse dunque trovato a passare per i boschi intorno a Verona, sarebbe stato costretto a fronteggiare un animale dal corpo di un gallo, una lunga coda da serpente e un paio di ampie ali squamose. Il Bisso è infatti una creatura di cui avere timore: uccide con un morso, con l’alito o perfino con lo sguardo.
Secondo le leggende, per sbarazzarsene una volta per tutte sarebbe necessario l’utilizzo di uno specchio. L’immagine riflessa dell’animale sarebbe infatti fatale, ma una semplice ferita non sarebbe sufficiente ad annientarlo completamente. Sembra, infatti, che infilzando con una lancia o una semplice spada, il sangue del Bisso, e quindi il veleno contenuto in esso, risalendo sull’arma ed entrando in contatto con la pelle, avrebbe avuto il poter di uccidere qualsiasi cavaliere gli avesse intralciato la strada.
2) L’ammutadore
Un’altra creatura, tramandata di voce in voce o di leggenda in leggenda e che si può trovare nel bestiario italiano, è l’Ammutadore. Secondo il folklore sardo, questa creatura notturna sarebbe in grado di attaccare le persone nel sonno, tramite gli incubi e i sogni più profondi.
Con una forma diversa per ogni sua vittima, l’Ammutadore non ha delle caratteristiche ben definite. Vaga nel cuore della notte come un’entità dalle sembianze non umane e terrorizza i sognatori troppo impavidi. Le vittime dei suoi attacchi, nonostante abbiano incubi propri, riportano però dei sintomi comuni: una pressione sul petto, visioni macabre e talvolta anche la morte per soffocamento.
Come in una paralisi del sonno, le persone si svegliano nel cuore della notte tormentate e spaventate. Al ritorno alla realtà, l’ammutadore appare spesso sotto forma di scheletro, demone o fantasma dalle sembianze mostruose. Probabilmente dallo spavento, o dalla influenza dell’incubo in persona, le vittime non riescono a muovere un muscolo e nemmeno a gridare, rimanendo dunque completamente paralizzate.
Per sbarazzarsi di questo demone sarebbe utile recitare i debiti scongiuri oppure sistemare ai piedi del letto un indumento usato durante la giornata. Rimanendo un’entità informe però, c’è da chiedersi se l’aiuto di un witcher sia l’unica soluzione possibile.
3) Il badalischio
La leggenda di questa creatura sembrerebbe essere nata intorno al 1335. In quell’anno, una frana distrusse la cittadina di Castagno e formò un piccolo laghetto che, secondo alcuni, sarebbe collegato sotterraneamente all’Arno. Non si è certi se l’atmosfera dantesca abbia contribuito o meno alla nascita della storia ma, secondo i locali, il Badalischio è stato liberato proprio da questa frana, che avrebbe dunque rilasciato le sventure della creatura sul mondo della superficie.
É un animale rassomigliante un serpente, non si sa bene di quale lunghezza, con quattro zampe corte e un paio di ali di natura cartilaginea sulla schiena. La testa è quella di un uccello e porta due occhi rossi che possono paralizzare le sue prede, compresi gli umani. Come per il Bisso Galteo, la leggenda narra anche che il suo alito possa essere mortale.
Fortunatamente, da quanto risulta dalle storie tramandate a voce o su carta, il sangue dell’animale non avrebbe lo stesso effetto di quello del mostro di Verona e quindi una spada argentea di un witcher basterebbe per annientarlo.
4) La marabecca
In Sicilia, regione dove è nata la leggenda, la chiamano “La strega dei pozzi” o Marabecca. A volte si fa vedere in forma umana, a volte si presenta invece sotto sembianze davvero mostruose. Vive nei pozzi d’acqua e nelle cisterne, in paziente attesa che qualcuno ci finisca dentro per poi portarlo via e mangiarlo.
Sembra che la storia di questa creatura sia stata tramandata di famiglia in famiglia sopratutto per spaventare i bambini, soliti andare a prendere l’acqua e sporsi troppo, e senza cautela, dai pozzi in cortile. La figura della Marabecca simboleggia anche l’oscuro e l’ignoto, e quindi le paure che si nascondono in fondo a noi stessi.
Di certo, se un witcher fosse passato per la regione siciliana e si fosse trovato davanti ad un bambino accalappiato dalla “Strega dei pozzi”, non si sarebbe tirato indietro!
5) Il drago Tarantasio
Un’alta scarpata indica la presenza di un vecchio lago, ormai non più presente ai giorni d’oggi, chiamato lago Gerundo, comparso probabilmente durante le opere di bonificazione dei monaci. La sua estensione occupava gran parte delle provincie lombarde tra l’Adda e il Serio. Secondo le leggende, in questo ampio bacino d’acqua stagnante sarebbe vissuto un drago, chiamato Tarànto o Tarantasio.
Rimanendo fedeli a ciò che è stato tramandato, questo drago ha il copro di un serpente volante, con un solo paio di corte zampe poste anteriormente. Sembra che l’animale si divertisse ad affondare barche e costruzioni lacustri e si cibasse sopratutto dei bambini delle famiglie della provincia in cui era presente il lago. Il suo alito puzzolente infestava l’aria e sembra anche che avesse diffuso quella che venne chiamata la malattia della “febbre gialla”.
Anche in questo caso, se Geralt di Rivia si fosse trovato nei paraggi, la minaccia sarebbe potuta essere facilmente arginata, evitando che il drago Tarantasio terrorizzasse giovani e adulti!
Grazie di questa breve escursione tra mostri italiani che non conoscevo. Interessante ricerca!!