Dispostivi wearable: la nuova regina è Xiaomi

Che il fenomeno dell’azienda Xiaomi sia in espansione pure nel vecchio continente non è un mistero. Non è difficile immaginare il motivo: prezzo competitivo e buona qualità.

Nello specifico IDC (la più importante società di ricerche di mercato) ha mostrato i dati di vendita di Xiaomi in Europa nel settore wearable. Viene mostrato come l’azienda cinese abbia superato persino Apple e Fitbit nel Q3 del 2018, con una crescita del 766,4%.

Top 5 delle aziende wearable in quantità di spedizione, condivisione del mercato e crescita annuale nel Q3 del 2018

Cosa sono i dispositivi wearable?

Si è parlato di settore wearable. Ma in cosa consiste?

I dispositivi wearable sono dei dispositivi elettronici che si possono “indossare”. Il caso più comune è quello degli smartwatch e delle smartband (il settore dove Xiaomi ha spopolato). Questi orologi sono in grado di raccogliere dati sulla salute del paziente, come la frequenza cardiaca o il sonno, possono conteggiare i passi e seguire l’utente nelle sue sessioni di fitness anche aiutati dal GPS. In realtà esistono dispositivi indossabili di ogni genere: da quello che si applica sui denti per fare il bilancio calorico dei cibi ingeriti fino ad un lettore musicale WI-FI per il nuoto che si applica dietro la testa. Insomma la varietà è enorme, anche se la maggior parte servono monitorare la salute.

Alcuni esempi di dispositivi wearable

Le telecomunicazioni dei wearable

Se difficilmente possiamo riassumere in due parole cosa fanno tutti i vari dispositivi, possiamo rapidamente catalogare come comunicano i dispositivi wearable: le tecnologie usate sono Bluetooth e WI-FI. Penso che chiunque abbia usato almeno una volta il bluetooth. Semplificando notevolmente, esso funziona usando campi elettromagnetici a 2,4 GHz (sono quindi tempo – varianti, per chi ne avesse sentito parlare, magari a scuola) e può connettere un dispositivo a uno o più dispositivi (il numero massimo dipende dalla versione). La sicurezza, il numero di connessioni massime simultanee e altri dettagli sono dipendenti dalla versione che viene usata. La più recente è la 5.0.

La comunicazione WI-FI si basa pure su onde elettromagnetiche a 2,4 GHz, ma rispetto al bluetooth parla una “lingua” diversa (il termine tecnico è “modulazione“). Tutti conosciamo la rete WI-FI solo per connetterci ad internet. In realtà non è unicamente così: possiamo immaginare la rete WI-FI come una grande piazza che mette in comunicazione tutti. Possiamo quindi comunicare localmente o possiamo, tramite la piazza, prendere la strada che ci porta verso il mondo esterno. Nel caso di dispositivi wearable è chiaro che si usa localmente.

Esempio di rete locale che comunica pure con l’esterno

Il futuro con il 5G

Se fino ad ora abbiamo parlato di connessioni locali – o quasi – in un futuro molto prossimo i dispositivi wearable saranno senza dubbio investiti e rivoluzionati dall’introduzione della quinta generazione radiomobile (5G). Questa, senza scendere nel dettaglio, permetterà di avere in rete un numero enorme di dispositivi e, rispetto all’attuale 4G, abbatterà i consumi energetici dei sensori. Tutto ciò, unito all’introduzione delle sim elettroniche (Apple già l’ha implementata, ma in Italia l’unico operatore che offre questo servizio è Vodafone), permetterà di essere sempre connessi. Tralasciando le reazioni etiche (stiamo valutando la questione solo da un punto di vista tecnico), questo permetterà di avere un accesso alle informazioni sempre più in “real time”: un chiaro vantaggio lo avrà, per esempio, la medicina perché i medici potranno essere sempre più precisi e supportati nel loro delicatissimo lavoro.

Esempio di possibilità offerte dal 5G nel campo dell’e-Health

 

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