D’Annunzio e Dalla ci accompagnano in un viaggio alla scoperta della ”Città Eterna”

Storia e mito, realtà e leggenda, il fascino di Roma non smette di ispirare e sedurre artisti e letterati di ogni tempo, facendo della nostra capitale la ”Città Eterna”.

Indubbia la bellezza di Roma, la magnificenza delle opere che caratterizzano la capitale del nostro paese, monumenti ed opere artistiche che fanno di Roma un vero e proprio museo sotto le stelle.

Ma in questo articolo non voglio parlarvi di Roma e delle meraviglie che risiedono in questa città, o meglio, non di quelle che più saltano all’occhio. Voglio trattare una Roma vera, una città fatta di storia, mistero e sampietrini. Una Roma cantata ed urlata da chi l’ha vissuta e amata, capita e interrogata, descrivendo la storia di una città che rappresenta ognuno di noi in tutto ciò che siamo, tra bellezza e difetti.

Una città da sempre protagonista di canzoni e scritti, personaggio principale di storie e miti partendo dalla sua fondazione ambigua e leggendaria.

Tra mito e realtà

Come nasce Roma? La ricostruzione storica ci dice che le reali origini della fondazione della nostra capitale sono legate a gruppi arcaici di Latini, che tra il X e l’VII secolo a.C., impiantarono delle comunità autonome sui colli dell’odierna Roma. Il primo colle ad essere popolato fu il Palatino, successivamente e rapidamente anche gli altri sei colli divennero il luogo ideale per l’ insediamento di molti villaggi.

Solo successivamente questi villaggi riuscirono a riunirsi in un unico insediamento, ed è da questo momento che si fa risalire la nascita di Roma, per la precisione la tradizione colloca la fondazione di quest’ultima nel 753 a. C.

 

Molto più interessante e suggestivo è invece il mito della fondazione della ”Città Eterna”. Sono infatti le leggende che narrano l’arrivo di Enea nel Lazio, con la successiva fondazione di Alba longa, antenata di Roma. Un mito che prosegue con la nascita di Romolo e Remo, figli di Rea Silvia, discendente di Enea, e di Marte.

Fu Romolo a delineare i confini di Roma sul monte Palatino, poi uccise Remo e divenne il primo re della città. Secondo la leggenda, dunque, Roma avrebbe preso il nome dal suo fondatore.

Gabriele D’annunzio

Innumerevoli gli autori che nel corso del tempo hanno deciso di raccontare Roma da tutti i punti di vista. Voglio però soffermarmi su di un letterato in particolare, che descrive Roma in modo unico ed emblematico.

La Roma descritta da Gabriele D’annunzio appare ricoperta da un fascino quasi orientaleggiante, splendente ed incantevole. Come cultore assoluto della Bellezza decadente il nostro autore trova a Roma lo spazio in cui esprimersi nel migliore dei modi, costantemente circondato da storia, arte, lusso e cultura, un porto d’arrivo eccezionale per un uomo che disprezzava la vita comune, alla costante ricerca dell’eccezione e della stravaganza.

L’amore di D’annunzio per Roma si evince in maniera più che chiara attraverso il suo celebre romanzo ”Il Piacere”, all’interno del quale l’autore ci parla di come il fascino della città avesse sedotto il protagonista, Andrea Sperelli, alter ego di D’annunzio stesso.

”Roma era il suo grande amore”

Una Roma vera quella raccontata da D’annunzio, un’esistenza mondana fatta di salotti e scappatelle, di vizi e tradimenti, piaceri e menzogne. La narrazione della città dal punto di vista dell’esteta per eccellenza.

”Roma nostra vedrai. La vedrai da’ suoi colli:

dal Quirinale fulgido al Gianicolo,

da l’Aventino al Pincio più fulgida ancor ne l’estremo

vespero, miracol sommo, irraggiare i cieli…

Nulla è più grande e sacro. Ha in sé la luce d’un astro.

Non i suoi cieli irragia soli (1), ma il mondo, Roma.”

”La sera dei miracoli” di Lucio Dalla

“E allora scrissi questa canzone e la dedicai a Roma. La canzone si chiama La sera dei miracoli”

”La sera dei miracoli” rappresenta una vera e propria dichiarazione d’amore di Dalla nei confronti dell’Eterna Roma. Una città raccontata dall’autore di getto sulle rive del Trastevere, narrata come un vero e proprio palcoscenico di uomini e donne di ogni classe e tutti i ceti. La descrizione di una Roma vera ed autentica, teatro di vita e avventure, città in festa, tra canti, urla e gioia collettiva.

 

Una canzone che parla al cuore, dipingendo un quadro di sensazioni ed emozioni che riescono in qualche modo a catapultarci in un tempo lontano, nei panni di chi quell’estate romana degli gli anni ’80 l’ha realmente vissuta nel tumulto di allegria descritto dal nostro cantautore, facendoci quasi sentire questa stessa canzone, cantata però, come dice Dalla, in uno dei vicoli della nostra meravigliosa e ineguagliabile capitale.

”È la notte dei miracoli fai attenzione

Qualcuno nei vicoli di Roma

Ha scritto una canzone”

 

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