Un messaggio, una foto, una colpa. Iniziano così molte storie d’amore tanto quanto i casi di revenge porn.
Parlare di privacy sul web, dove tutto è alla portata di chiunque, è paradossale. Internet negli anni è riuscito ad evolversi a tal punto dal trasformare anche la nostra sessualità in qualcosa da poter esprimere anche in rete. E mentre molti si divertono passando il tempo così, tanti altri vedono quella foto, la tua foto, come se fosse la loro. Il tuo corpo? Un pretesto per essere curiosi. Il tuo video? Un trofeo.
QUANDO LA MAGIA INIZIA DAL TASTO INVIO
Siamo animali sociali e la ricerca dell’altra meta della mela è sempre stato un tormento per l’essere umano. Nel mentre, però, la tecnologia si è evoluta a tal punto da poter digitalizzare anche i nostri piaceri, le nostre fantasie e persino i nostri partner. Insomma, l’amore ai tempi di Tinder. C’è un altro spazio sul web, invece, che esiste con molta probabilità a partire dalla nascita di internet stesso: i siti con materiale pornografico, dalle foto ai video passando per le webcam. Mentre un tempo la pornografia era in mano solo ai siti pornografici (o, per i più anziani, alle edicole di paese) ora qualsiasi social network contiene materiale pornografico. Pensiamo ad Instagram, dove esistono account bot con fotografie di belle donne in pose succinte che ti contattano in Direct o commentano un tuo post. Pensiamo allo stesso Whatsapp, dove capita che una coppia di fidanzati si invia un selfie senza veli. Send Nudes ti dice qualcosa? Pensiamo a Telegram. Ecco, magari pensiamoci un pò di più. Si tratta di un’altra app di messaggistica, ma con una sostanziale differenza che solo di recente ha adottato anche il noto Whatsapp, ovvero la possibilità di poter accedere a dei gruppi con migliaia di utenti. Ecco, quale sarebbe il collegamento tra i gruppi Telegram e la sessualità in rete? Semplice, il fatto che molti contenuti pornografici vengano condivisi anche in queste chat. Il problema, nasce nel momento in cui molto del materiale condiviso altro non è che materiale privato, e non i video di Ilona Staller ai tempi d’oro. Parliamo, infatti, di fidanzati, ex fidanzati, padri di famiglia ecc. che condividono in rete materiale intimo del proprio partner, ex partner e persino foto e video delle proprie figlie, anche se minorenni. Fantasia? No, la cruda realtà. Gli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni con un’operazione ribattezzata Drop the Revenge hanno individuato e chiuso tre canali Telegram, dove venivano postati video e immagini hot a scopo denigratorio. “La Bibbia 5.0”, “Il Vangelo del Pelo” e “Stupro tua sorella 2.0” sono solo alcuni dei gruppi più popolari in queste chat triassiche di revenge porn e pedopornografia. Se molti sono corsi ai ripari, tanti altri invece hanno cercato altre piattaforme dove poter provare il medesimo piacere, a tal punto da sottoscrivere un abbonamento. Avete mai sentito parlare di OnlyFans?

QUANDO LA FAMA PORTA ALLA FAME DI PRIVACY
L’ex Pupa dell’ultima edizione de ‘La Pupa e il Secchione ‘ Emy Buono, ha raccontato a Fanpage di essersi pentita di aver aperto un profilo OnlyFans. Purtroppo, la piattaforma non riesce a tutelare i suoi stessi utenti, perché alcuni loro contenuti a luci rosse visualizzatili solo se a pagamento sono stati condivisi e resi pubblici. La vittima ha dichiarato:
“Mi sono pentita di aver aperto un account 0nlyFans. Mi sono pentita di aver venduto video po**o. La piattaforma non è sicura, non mi ha tutelato perché i contenuti che ho pubblicato a pagamento sono diventati virali e sono finiti su tutti i cellulari. Pensa che alcuni di questi contenuti li hanno visti proprio tutti. Sono finiti addirittura alla famiglia del mio ragazzo e mi ha causato grossi problemi. Sono rimasta sconvolta.”
E ancora:
“Sono arrivata a scappare dal mio paese, caduta in depressione, chiusa per due mesi in casa, ho preso anti-depressivi e ho pensato anche al sui*idio. Mia madre mi sta accanto tutti i giorni. Non ha mai accettato le mie scelte, ma non mi ha mai lasciato da sola.”
Il rapporto tra lei e la madre creatosi dopo la divulgazione senza consenso dei filmati da lei realizzate, ci riporta alla memoria la tragica storia di Tiziana Cantone e di come la madre, Maria Teresa Giglio, abbia cominciato una battaglia legale per rimuovere i video della figlia dalla rete.
OLTRE LO SCHERMO: QUANDO IL TUO CORPO NON TI APPARTIENE
Che si tratti di sexting fra una coppia di adolescenti o della tua attività di OnlyFans appena aperta, i rischi sono i medesimi, e sono legati alla scarsa sicurezza delle piattaforme che non tutelano i propri utenti. Quando, invece, il colpevole è proprio il tuo compagno che esibisce le tue foto hot come dei trofei, la probabilità di essere riconosciuta per strada si trasforma in un rischio, mentre la condivisione dei tuoi contenuti sulla rete si tramuta in certezza. La sessualità in rete, mentre un tempo poteva esser vista come una forma di divertimento, oggi viene vista come qualcosa di rischioso. Il problema proveniente si, da una cultura patriarcale basata sul possesso, deriva anche dalla mancanza di educazione sessuale che si, riguarda anche la rete, partendo dalla semplice rappresentazione della sessualità nei media come l’immagine della donna nella pubblicità e l’impiego dei media nell’ambito della sessualità. Sin dalla più tenera età i figli sono davanti agli schermi. I genitori possono utilizzare queste situazioni quotidiane per fornire loro informazioni sulla sessualità. Il rischio di una mancata educazione sessuale si tramuta in aggressioni, cybergrooming, sextortion e sexting, pornografia sui cellulari dei minorenni e infine pedopornografia: la gamma di rischi legati alla sessualità a cui sono esposti i minorenni su Internet è, infatti, sempre più ampia. I bambini e i giovani presentano un elevato rischio di diventare vittime o involontariamente di essere perseguibili penalmente soltanto per aver visualizzato un contenuto. E mentre, come cantava Madame nel suo primo singolo 17, ”Le vetrine social sono le vetrine di Amsterdam”, il rischio che il vetro si frantumi e che, oltre a ferirti lascia che il tuo corpo sia esposto al primo utente nascosto dietro al suo di schermo, il rischio è che la privacy di una donna possa essere un problema non solo nella realtà, ma anche nel digitale.