La storia dell’uomo occidentale è colma e stracolma di personaggi che compiono adulteri e si ritrovano a vedere per sempre condizionata la loro vita da quel momento in poi:
Elena e Paride, Lancillotto e Ginevra, Paolo e Francesca tra i tanti.
Ma perché l’adulterio viene visto come un’offesa al rapporto?
Perché siamo così impauriti dal fatto che il partner ci tradisca?
Facciamo chiarezza sull’etimologia
L’adulterio (dal latino adulterare, corrompere) è una relazione sentimentale o sessuale fra due persone delle quali almeno una è già coniugata con un’altra persona, consistendo quindi in una violazione della fedeltà coniugale.
Il tradimento, invece, è l’atto e il fatto consapevole di venire meno a un dovere o a un impegno morale o giuridico di fedeltà e di lealtà.
Già solo leggendo le due definizioni ci vien da pensare che l’unione delle due sotto lo stesso “atto” (ovvero quello sessuale) è un’evidente distorsione cognitiva dovuta alla nostra accezione negativa data all’adulterio + il mancato contatto nel 2020 con il concetto di tradimento come descritto nel Devoto Oli qui sopra.
Il tradimento è qualcosa di forte e meschino, qualcosa che va a minare un patto (in questo caso tra due persone) con chiara intenzione di ledere l’altro.
Ora, avete mai conosciuto una persona che ha avuto un rapporto sessuale fuori da una relazione sentimentale? Sì? Credete veramente che il suo intento sia quello di fare del male al proprio partner?
Probabilmente qualcuno è veramente così meschino da farlo, ma mi viene veramente difficile pensare che dietro ogni rapporto sessuale extraconiugale ci sia la voglia di fare del male al proprio partner.
Quello che mi viene più facile concludere è che dietro ad uno o più rapporti sessuali extraconiugali ci sia un fine egoistico figlio di una serie lunghissima di motivazioni che, in alcuni casi, potrebbero non essere collegate ad un problema di coppia.
Se escludiamo l’influenza cattolica sulla nostra cultura e andiamo indietro nel tempo possiamo scoprire che nell’antica Grecia il fatto era considerato reato solo se commesso con una donna di ceto sociale elevato, essendo ampiamente permesso il rapporto extraconiugale, eterosessuale e omosessuale.
Questo non vuole sminuire il dolore che può provare una persona nel venire a sapere che il proprio partner ha avuto un rapporto sessuale con una terza persona, ma piuttosto far riflettere sul fatto che utilizzare l’etimologia corretta ci permette di comprendere meglio l’atto in sé senza farsi confondere da un’abitudine linguistica.
Ma concentriamoci meglio sulla regola sociale che ci porta a pensare all’adulterio come un gesto negativo assolutamente da scoraggiare.
La Monogamia
Domanda a bruciapelo: avete scelto la monogamia tra una serie di opportunità? Ah, sì? e perché avete scelto proprio questa?
Un’altra confusione di termini che facciamo spesso è tra “monogamia” e “amore”.
L’amore è un sentimento di affetto e cura che si prova verso qualcuno (o qualcosa). Questi è in grado di scatenare una serie di reazioni corporee ormonali ed elettrochimiche ben definite e ben conosciute da chi studia la biologia umana (Suggerisco in merito la lettura del libro “La chimica dell’amore” di Larry Young & Brian Alexander).
L’amore inteso come “l’amore della coppia” viene solitamente considerato come l’evoluzione dell’innamoramento, ovvero la prima fase di un rapporto nascente tra persone dove l’attrazione fisica è molto forte e il bisogno di abreazione sessuale è molto alto.
La Monogamia, in etologia, per le specie a riproduzione sessuata è una forma di unione sessuale a carattere esclusivo, può riferirsi ad una relazione esclusiva tra due esseri umani, a prescindere dalla loro unione matrimoniale. In biologia la monogamia fa riferimento al comportamento riproduttivo, ricreativo e sociale di una specie, in cui un animale si accoppia con un unico individuo nel corso di una o più stagioni riproduttive (e non per tutta la vita).
Fino alla metà del 1700 la monogamia era un sistema di organizzazione del genere umano in famiglie dove i padri dei futuri sposi sceglievano di far sposare i propri figli per scopi economici o politici. Nella seconda metà del ‘700, con l’avvento della famosa corrente artistica del Romanticismo, nel mondo occidentale veniva concesso di scegliere il proprio partner in base al proprio sentimento di amore che, però, doveva essere “per sempre”.
È in questo contesto storico che nasce il retaggio culturale dell’amore della vita, quel sentimento narrato come assoluto che ti si presenterà davanti agli occhi un giorno e ti accompagnerà fino alla fine dei tuoi giorni.
Il tutto viene poi marchiato a fuoco nelle nostre menti nella metà del secolo scorso grazie alle fiabe sulle principesse e il “vissero per sempre felici e contenti” ponendo il matrimonio come atto finale e conclusivo della vita e delle sue difficoltà.
Perché tutto questo preambolo? Perché è necessario a comprendere che cosa, nella nostra mente, va a minare il concetto di adulterio concepito, erroneamente, come tradimento: l’adulterio di fatto distrugge la speranza dell’amore della vita ponendoci di fronte ad un fallimento che non siamo disposti ad accettare (un fallimento condizionato alla “cultura” di cui sopra).
Avete mai visto il film Match Point di Woody Allen?
Jonathan Rhys Meyers (nel film Chris) si innamora della bellissima Scarlett Johansson (Nola) dopo essersi sposato con Emily Mortimer (nel film Chloe). Quello che Chris mette in atto pur di non accettare che il suo matrimonio venga intralciato dalla scoperta del tradimento è del tutto sconvolgente!
E quindi?
E quindi ad oggi possiamo pensare che l’adulterio sia un tradimento, possiamo considerarlo come una cosa negativa e che non ci appartiene, ma non possiamo fare finta che questa cosa nasca dal nostro cuore o dai nostri sentimenti: la reazione negativa all’adulterio è figlia solamente di un retaggio culturale. Accettarlo o non accettarlo spetta solo a noi.
Quello che spero come individuo è che in un futuro utopico la monogamia non sia l’unica possibilità da prendere in considerazione, ma che sia facile e accessibile provare e sperimentare tutte le possibilità di relazione amorosa e che, al termine di questa, si scelga liberamente ciò che più ci rappresenta senza per forza farsi condizionare da un passato sociale del tutto anacronistico.
Quello che ci tengo a sottolineare è che questo articolo non è uno sprono all’adulterio, ma bensì una finestra sulla nostra cultura, presente e passata, che ci condiziona in maniera impressionante a tal punto da farci credere che certe emozioni e certe sensazioni siano pure e distintive quando invece dietro vi è un condizionamento molto più forte di noi.
L’unico modo per liberarsene è studiandola e comprendendola, per poi scegliere liberamente tra più proposte, esattamente come facciamo con le altre aree della nostra vita.