Cosa c’è dietro le emozioni di ”Inside Out”? Ce lo spiegano gli ormoni e la loro attività

Gioia, tristezza, rabbia, paura e disgusto: sono i principali stati d’animo dell’uomo che derivano dai suoi comportamenti più ancestrali oppure dai nostri ormoni o ancora neurotrasmettitori responsabili di segnali cellulari, sinapsi.

Per la gioia di grandi e piccoli, 5 anni fa Walt Disney Pictures e la Pixar annunciano una loro stretta collaborazione nel film Inside Out, il 19 giugno dello stesso anno esce nelle sale americane mentre il 16 settembre in quelle italiane. Pete Docter, regista del film, riceve il Premio Oscar per questo capolavoro che è riuscito a viaggiare nella mente e corpo di una bambina, Riley, tra le sue emozioni.

Gioia e tristezza, due facce della stessa medaglia: la serotonina e dopamina

La serotonina è un neurotrasmettitore molto importante per il nostro corpo, anche denominato ’’l’ormone della felicità’’. Anche se questa definizione potrebbe esser definita semplicistica, il 5’-HT è responsabile di alcuni nostri comportamenti di cui è indispensabile parlare.

L’ormone agisce principalmente su tre livelli: ritmo sonno-veglia, attività sessuale e appetito. Come per le proteine ‘’ubiquitarie’’ anche in questo caso si tratta di una sostanza molto diffusa e distribuita nel nostro corpo ad esempio nel tratto gastrointestinale in cui aumenta la motilità oppure nei vasi sanguigni determinando costrizione o dilatazione. Fondamentale però la sua attività nel SNC in cui diventa vero responsabile del personaggio color ocra ”Gioia” in Inside Out.

Parlando di neurotrasmettitori, il loro effetto non può e non deve durare a lungo perciò nel nostro corpo esistono specifici meccanismi per recuperare l’ormone e fermarne il continuo rilascio. In questo caso particolare, i più comuni farmaci antidepressivi vanno a inibire il sistema in modo da prolungare l’attività e sensazione di piacere dato dalla serotonina.

Entra in scena un personaggio blu, molto basso, con grandi occhiali e con un’aria stanca e annoiata: è ”tristezza”. Lei è protagonista con ”Gioia” del film: insieme si avventurano nella memoria a lungo termine, nelle isole della personalità e nel luogo del subconscio di Riley.

Proprio come nel film d’animazione, anche nella realtà le due emozioni sono vicine più di quanto sembra perchè anche lo stato d’animo della tristezza deriva dall’effetto di serotonina, in aggiunta a un altro ormone, la dopamina. Quest’ultima è prodotta e residente nella cosiddetta substantia nigra del mesencefalo ed è al centro del meccanismo di ricompensa e gratitudine dell’uomo.

Differentemente dagli altri neurotrasmettitori, la dopamina può essere sia inibitoria sia eccitatoria perchè la sua natura e il tipo di attività dipende dalla classe recettoriale a cui si lega. È un ormone così semplice quanto complesso: la sua regolazione è molto fine.

In casi di squilibri, può esser causa di depressione, tristezza per l’appunto fino a casi più gravi di autolesionismo. In ambito neurologico, una sua carenza è responsabile del Morbo di Parkinson.

Rabbia e paura in parallelo con il Lotta/Fuggi

Il fuoco dentro, tanto caldo, sudore e la mente vuota che non riesce a ragionare: queste sono le principali caratteristiche di una persona che si arrabbia o si è infuriata, la soglia di questa emozione varia da soggetto a soggetto ma anche il più timido e introverso prima o poi raggiunge questo stato.

Al contrario, l’individuo si trova in una situazione di pericolo oppure davanti alla sua peggior fobia: la paura regna e fa scattare nell’uomo meccanismi di cui forse non era ancora a conoscenza. Rabbia e Paura a loro modo sono il risultato della ”Reazione Fight or Flight”: decidi di lottare o fuggire?.

Le protagoniste di questi comportamenti sono le catecolammine ovvero noradrenalina e adrenalina. Si parla di due ormoni coinvolti in molte situazioni, prodotti e secreti dalla porzione midollare del surrene (2 piccole ghiandole che si trovano ciascuna al di sopra del rene) e responsabili di condizioni di stress a breve termine.

Ci troviamo davanti a un leone e questi ormoni inducono un aumento della frequenza cardiaca e pressione del sangue perchè il soggetto ne ha molto bisogno in questo momento e una dilatazione dei bronchioli perchè serve molto ossigeno quindi aumenta la ventilazione polmonare.

Inoltre, il flusso sanguigno viene deviato verso gli organi che ne hanno più bisogno come i muscoli perchè il soggetto sia che debba scappare o combattere deve usare la sua muscolatura: un sistema eccezionale.
La ’’scarica di adrenalina’’ che noi percepiamo, quindi, è molto forte e in certe situazioni ci può davvero salvare.

Perchè ai bambini e forse anche a qualche adulto non piacciono le verdure?

Riley si trova davanti il piatto di broccoli, classico di ogni bambino o bambina. La sua smorfia rende bene ciò che prova: è disgustata e in quel momento preferirebbe di tutto tranne che quelle verdure fumanti. In questo caso siamo nell’ambito della nostra sensibilità specifica (diversamente dalla sensibilità generale che comprende tutti meccanismi sensoriali eccetto i 5 sensi).

La prima volta che Riley ha assaggiato i broccoli le sue papille gustative della lingua hanno suonato forte e chiaro l’allarme: i recettori del gusto posizionati in questo punto hanno mandato un segnale. Quest’ultimo viaggia attraverso dei nervi inizialmente piccoli e poi sempre più grandi fino ad arrivare al SNC, il vero comando del nostro corpo.

Qui il pensiero della bambina è stato elaborato e dice che i broccoli non sono molto invitanti, hanno un gusto amaro e lasciano uno sgradevole sapore in bocca: non ci resta che evitare di mangiarli. A questo punto, viene inviato un secondo segnale che avvisa di allontanarsi immediatamente da questo piatto disgustoso, responsabile del movimento dalla mano del bambino che allontana il cibo, soprattutto se piccolo e non ancora dotato di parola.

Gioia, tristezza, paura, rabbia e disgusto evidenziano enormemente l’importanza degli ormoni nel nostro organismo. Infatti, il sistema endocrino è l’artefice di molti nostri comportamenti, di sorrisi o di pianti, di tremori o di preoccupazioni.

Riley lo dimostra dall’inizio alla fine: è sempre e solo una questione di ormoni.

 

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