Continua la lotta contro il victim blaming: ecco il pensiero di Angelina Mango

Angelina Mango e la paura ad uscire da sola di casa: il tweet di sfogo contro il victim blaming.

La finalista di Amici ha espresso la propria paura nell’uscire sola di casa semplicemente per recarsi in farmacia, sfogandosi tramite un tweet pubblicato martedì 5 settembre sui suoi social.

Lo sfogo di Angelina Mango

Angelina Mango, cantante finalista di amici che vanta oltre 2.5 milioni di ascoltatori mensili e protagonista dell’estate con il tormentone “Ci pensiamo domani”, ha scritto un tweet in cui raccontava la propria paura nel camminare da sola e nell’indossare leggings la sera. Tweet sicuramente non casuale e di indole riflessiva, viste le continue notizie di stupro e molestie dell’ultimo periodo. Lo sfogo della cantante ha dunque un obbiettivo chiaro: contrastare una società fondata sul patriarcato e abbattere le ingiustizie sociali, come il victim blaming.

sto andando in farmacia a piedi alle 22:30, volevo mettere i leggings, ma ho messo un tutone largo. è possibile che debba avere così paura e che chiami gente a caso per non stare sola nel tragitto?

Victim blaming

Il victim blaming è un fenomeno sociale che consiste nel colpevolizzare la vittima di una qualsiasi azione o torto, in quanto “complice” dell’accaduto. Questo fenomeno tende a sminuire le responsabilità del colpevole della violenza e ad incrementare le responsabilità della vittima. È come se le colpe si invertissero, come se una vittima abbia cercato o voluto uno schiaffo, uno stupro o, peggio ancora, la morte. Questo fenomeno interessa prevalentemente le donne, vittime quasi sempre di violenza sessuale o domestica. “Se l’è cercata” o ” è colpa sua” sono solo alcune delle frasi più comuni, che da anni vengono usate dai colpevoli per giustificare le proprie azioni. La diffusione di questo fenomeno, però, è favorita da due fattori predominanti: la società, che ad oggi promuove la parità dei sessi e l’uguaglianza, ma non fa nulla di concreto per abbattere il patriarcato, e gli stereotipi di genere, ovvero “un insieme rigido di credenze condivise e trasmesse socialmente su quelli che sono e devono essere i comportamenti, il ruolo, le occupazioni, i tratti e l’apparenza fisica di una persona, in relazione alla sua appartenenza di genere” (Johnson, Nadal, Sissoko, King; 2021).

Casi recenti di victim blaming

Quando vai a ballare, se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi“.

Queste le parole di Andrea Giambruno, fidanzato della premier Giorgia Meloni, durante la sua rubrica quotidiana su Rete 4, causando una vera e propria bufera sui social e non solo,

Ci mancava pure il marito della premier a sparare altre idiozie sulle donne” afferma Sandra Zampa, aggiungendo “Siamo di fronte allo strisciante patriarcato proprio del nostro Paese. Altro che buonsenso, quelle pronunciate sono parole inaccettabili che trasudano stereotipi di ogni tipo e che fanno parte di un sentire diffuso che dobbiamo sradicare“.

Anche la PD Cecilia D’Elia ha espresso il proprio parere sulla questione:

Proprio non ci riescono a non colpevolizzare le donne. Alla fine si giudicano le donne e i loro stili di vita. Non è possibile, non è più tollerabile. Parole inaccettabili e vergognose, rappresentazione plastica di una cultura maschilista e retrograda che costituisce il terreno di coltura dei comportamenti violenti. Si chiama vittimizzazione secondaria, se Giambruno non ne è a conoscenza può documentarsi facilmente“.

Un altro caso che sicuramente ha fatto parlare di sé nel 2023 riguarda lo stupro causato da sette ragazzi di Palermo nei confronti di una ragazza. Tra le varie giustificazioni dei ragazzi troviamo:

Lei era d’accordo”  e “ lei ci stava

causando naturalmente rabbia e scompiglio generale. A peggiorare ancor di più la situazione dei sette ragazzi ci ha pensato la mamma di uno di loro, dichiarando:

È una poco di buono

Conclusione

Il tweet di Angelina Mango deve senza dubbio farci riflettere: com’è possibile che nel 2023 una ragazza debba ancora avere paura di camminare da sola per strada e non possa sentirsi libera di vestirsi come le pare? Nella società odierna fenomeni come il victim blaming dovrebbero ormai essere superati e non così attuali come in questi casi. Le vittime andrebbero tutelate e non dovrebbero certamente sentirsi responsabili della violenza subita e, al contempo, bisognerebbe assegnare ai colpevoli le giuste colpe, senza che questi vengano giustificati in alcun modo. Gli artisti e le artiste che denunciano o esprimono loro paure riguardo questi temi possono senza dubbio aiutare a sensibilizzare, in quanto hanno un potere mediatico nei confronti del loro pubblico. La sensibilizzazione e la rieducazione verso questi fenomeni, infatti, sono la chiave per mettere finalmente fine a questi tipi di violenze.

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