Come vestirsi durante il Coronavirus: come i monatti, i soldati in guerra o Dart Fener?

Lo stile cambia in ogni epoca e si adegua sempre agli eventi storici in corso.

L’emergenza Coronavirus sta cambiando la nostra vita. Ormai è rito comune indossare la mascherina per uscire di casa, lavarsi con una certa frequenza le mani e stare attenti a non avvicinarsi troppo alle altre persone. Insomma, è tutto cambiato, tutto stravolto. Ma parallelamente ad uno stile di vita che cambia, anche lo stile dei vestiti che indossiamo potrebbe cambiare. Vediamo come.

Lo stile dei Monatti, Manzoni

I monatti erano quegli addetti pubblici che in epoca di pestilenza, nel ‘600, avevano il compito di prelevare i cadaveri dalle case e portarli con dei carri, trainati da cavalli, al lazzeretto.

Questi erano scelti dalla Sanita Pubblica tra coloro che erano immuni o avevano già superato la malattia. Molto spesso, però, i monatti erano degli ex criminali, prigionieri delle carceri e addirittura condannati a morte. Infatti era usuale che andassero nelle case a depredare gli infermi e che non si facessero scrupoli a chiedere, anche con minacce di morte, il denaro dai parenti dei malati.

Anche Manzoni li descrive così. Difatti nel capitolo XXXIII, quando Don Rodrigo si ritroverà a letto malato e il Griso al posto di chiamare un dottore, come promesso al suo padrone, chiama i monatti per poterlo depredare, Manzoni ci descrive quest’ultimi così:

due logori e sudici vestiti rossi, due facce scomunicate

Ed è interessante il colore dei vestiti, perchè è ciò di cui si voleva parlare nell’articolo.

Si pensa infatti che i monatti volessero nascondersi, non rendersi visibili, ma non era così. In realtà usavano mettere vestiti vistosi, e generalmente erano vestiti di rosso, di un rosso acceso. E inoltre indossavano un campanello al piede per segnalare il loro arrivo. Queste misure erano state decise dalla Sanità Pubblica di Milano, quando ancora riusciva a controllare questi personaggi. Appena l’entità dell’epidemia diventò grave e l’autorità pubblica non riuscì più a controllare nessuno, questi diventarono i padroni delle strade.

Ma un’altra cosa interessante, sempre del loro modo di vestirsi, è la maschera che spesso mettevano. Era a forma di becco, con due aperture per gli occhi, buchi per il naso, dove però in una specie di piccola sacca vi erano diverse sostanze profumate, per allontanare la peste.

In realtà non era propriamente la maschera dei monatti, quanto quella dei medici. Però spesso nel ‘600 capitava di vedere anche dei monatti girare in quel modo.

Fatto sta che questo stile pare perfetto per poter uscire in questi giorni e magari andare a far la spesa, sperando sempre di non spaventare nessuno.

Lo stile nella prima guerra mondiale, le maschere antigas

Se il ‘600 vi sembra un’epoca troppo remota e pertanto non vi va di vestirvi da monatti perché vi sembra eccessivamente retrò, la prima guerra mondiale vi sarà d’aiuto.

La prima guerra mondiale fu una guerra devastante, una guerra di trincea e logoramento. D’altronde erano più i tempi che si passavano confinati in trincea rispetto a quelli sul campo di battaglia.

Come conseguenza a questo continuo stallo si pensò di iniziare ad impiegare i gas, per uccidere i soldati proprio dento le trincee.

Gli effetti di questi gas erano davvero micidiali. Per esempio, il gas mostarda arrivava a bruciare letteralmente la trachea. La soluzione per i soldati, prima che questi gas fossero definitivamente banditi in un accordo tra gli stati in guerra, fu inizialmente quella di coprirsi la bocca e il naso con dei fazzoletti imbevuti di urina. Un sistema che però non sempre poteva essere efficace e di cui molto spesso non si riusciva a disporre immediatamente, nel momento dell’attacco. Così la soluzione definitiva fu quella di creare delle maschere antigas, e furono ideate dagli inglesi nel 1915.

Le prime maschere avevano soltanto al loro interno una garza imbevuta di sali alcalini che avevano la funzione di neutralizzare gas a base di bromo e cloro.

In seguito però la maschera fu modificata, e vi si aggiunsero gli occhiali protettivi, per renderla una maschera che coprisse interamente la faccia e che proteggesse da qualsiasi tipo di gas.

Insomma, se questa maschera riusciva a proteggere i soldati dai gas urticanti, certamente non ci farà incorrere nel virus quando alla domenica mattina andiamo dal giornalaio a prendere i giornali.

Dart Fener, Star Wars

E se pure la prima guerra mondiale vi pare lontana e non vedete il coronavirus tanto pericoloso quanto i gas mostarda, allora George Lucas ha la risposta di stile che stavate cercando.

Dart Fener è un personaggio di Star Wars ed è l’antagonista principale di Luke Skywalker. Questi infatti, dopo un passato in cui era stato un valoroso guerriero galattico, tra l’altro, discepolo di Obi-One Kenobi, decide di passare al lato Oscuro, diventando cattivo.

Con il passaggio al lato Oscuro anche il suo stile diventa a sua volta oscuro, e infatti il personaggio è tutto vestito di nero e con una maschera nera.

Al di là della storia del personaggio è interessante vedere come è stato recepito dalla cultura di massa, anche per capire fin da subito cosa penseranno le persone quando ci vedranno girare conciati in questo modo.

Se incroceremo uno psichiatra, oltre a pensare che il nostro stile è frutto della cattività della quarantena, penserà che siamo affetti da un disturbo borderline di personalità. Infatti è questa la patologia che gli psichiatri tendono ad attribuire al personaggio Dart Fener, e tutti coloro che gli assomigliano.

Se decideremo di andare in Ucraina vestiti così, coloro che non conoscono la storia e non conoscono Guerre Stellari, ci scambieranno per Vladimir Lenin. Infatti con la decomunistizzazione dell’Ucraina, si decise di convertire l’enorme statua del teorico comunista in una statua gigante di Dart Fener.

E sempre in Ucraina, se deciderete di presentarvi come candidati alle elezioni politiche col nome di Dart Fener, potrete farlo. Magari potrebbe essere anche da noi questa la soluzione alla crisi della democrazia, chi lo sa.

 

Fatto sta, che al di là del modo in cui deciderete di vestirvi, l’importante è che vi copriate il viso per evitare di alimentare il contagio. Perché si può essere portatori sani della malattia, oppure su molti di noi può avere effetti minimi rispetto a chi è più fragile. Dunque vestitevi come volete, da Dart Fener fino ai Monatti, basta che non mettiate in pericolo gli altri.

 

 

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