Come possiamo essere capaci di amare? Ce lo insegnano Saba e Gaber

Gaber e Saba guidano nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza, sfociando nell’amore maturo e nella discreta scoperta dell’Eros. 

G. Gaber; fonte:RSI

Ogni individuo affronta fasi diverse dell’amore nel corso della propria esistenza. La prima figura verso cui il bambino può provare attrazione è la madre incarnando un tipo di amore puro ed ingenuo. Nel passaggio all’adolescenza, l’individuo scopre il mondo della sessualità e l’accoglie all’interno della propria visione dell’amore. Superando il primordiale complesso di Edipo ci si avvicina ad un tipo di relazione salda ed intensa, ben lontana “dalla prepotenza e dalla fragilità di un uomo bambino” e ben analizzata da Gaber in “Quando sarò capace di amare”.

Giorgio Gaber; fonte: Wikipedia

Quando sarò capace di amare

Nella sua canzone Giorgio Gaber narra del passaggio ad una forma di amore  maturo. La capacità di non entrare in competizone con il proprio padre e di non sognare la propria madre come oggetto d’amore denotano un superamento della fase edipica. Amare in modo consapevole permette di non mostrare la fragilità dell’uomo infantile che prepotentemente cerca di imporre sé all’interno della coppia. Il protagonista vorrebbe che l’amata non si mostrasse invadente ma che con dolce discrezione fosse sempre presente, non abbandonandolo mai. La donna ha il desiderio di sentirsi amata, costantemente sfiorata dall’uomo come se ella stessa fosse il libro o la rosa toccati. Una donna stabile, concreta, immutata ed immutabile che possa dare un senso alla vita dell’io narrante. Entrare nel suo cuore, scoprirne l’essenza, immergersi nell’amore è una voglia irrazionale che equivale a respirare. Un tipo di amore autosufficiente, che con vigore procede come un fiume, “egoista e naturale”, intrinsecamente propenso a rompere i propri argini. Un flusso naturale, senza forzature, senza sensi di colpa, senza “alcun appuntamento col dovere”. Amare con libertà, consapevoli dell’esistenza di alternative, di altre persone ed innumerevoli tantazioni ma con la voglia di andare sempre e solo verso chi si ama. L’io narrante allude ad un fare l’amore senza preoccupazioni, “senza la smania di dimostrare”, senza la necessità di chiedersi mai se si è stati bene.

Umberto Saba; fonte: biografieonline.it

Il fanciullo e l'”Eros”

“Eros”è un componimento di Umberto Saba composto dal poeta da poco abbandonato dalla moglie e conseguentemente poco fiducioso nell’amore. Il tipo di amore a cui si approccia è erotico e non ideale. Il protagonista rievoca il suo passaggio dall’infanzia all’adolescenza, osservando se stesso nel momento in cui si è affacciato per la prima volta sul mondo della sessualità, sull’eros. Il poeta individua come momento chiave il provocante balletto di una danzatrice al termine di una proiezione cinematografica. Nell’animo del bambino si alternano sentimenti contrastanti: dal fascino al disgusto. Avviene per la prima volta il contatto con l’altra, con una figura di donna che non è più la madre o la sua nutrice. Freud riconosce il complesso di Edipo come un mancato distacco dalla figura materna che può sfociare in un amore incestuoso nel caso in cui si continui a considerare dopo la propria infanzia la madre come oggetto di amore. L’incontro con la nuova figura femminile non gli permette di fare mai più ritorno al precedente. Nei primi versi l’occhio di bue è puntato sul palcoscenico, dove inquadra uno dei tipici spettacoli e balli che introducevano le brevi riprese fotografiche o che si ponevano in chiusura di esse. È una rappresentazione per adulti, ma tra gli spettatori ci sono anche dei bambini. Gli applausi degli uomini eccitati si oppongono allo sgomento del fanciullo che, non comprendendo, assiste con sguardo critico. Il loggione su cui risiede il bambino viene ben presto inquadrato, concentrando l’attenzione sull’impressione del giovane racchiuso nel suo intimo cantuccio: attrazione e repulsione si alternano, si alza e protende verso lo spettacolo ma è restio verso quella visione. Il bambino subisce il fascino della perversione, nei confronti della quale non sa se abbandonarvisi o meno. Il rapporto descritto e desiderato non è più di tipo materno e le immagini che si ritrova innanzi suscitano nel protagonista sensazioni diverse che lo spingono a chiedersi se si tratti di amore. Il giovane la osserva con “severi occhi”, ritrovandosi a giudicare non quanto vede ma le emozioni che prova poiché lo rendono incapace di sciogliere il dubbio. Chiudendo gli occhi si ritrova immerso nella propria riflessione, soffermandosi sui suoni che ascolta: la “musichetta leggera” gli appare “cara”, si riconosce in essa. Ha quindi inizio il suo rito di iniziazione in cui il cambiamento del ritmo si identifica nell’accelerazione del battito cardiaco.

U. Saba; fonte: comunitàitalofona.org

L’evoluzione dell’amore

La trasformazione del fanciullo presentata da Saba sta avendo luogo: il suo animo si sta modificando, sta avvenendo il passaggio caratterizzato dalla scoperta dell’eros. Il raggiungimento di un tipo di relazione matura, però, si otterrà solo quando si diventerà “capaci di amare” , quando si supereranno insieme le insicurezze e si vivrà con libertà ed ardore il sentimento più travolgente di tutti.

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