Batteri e virus attaccano in un dato periodo dell’anno: il calendario infettivo

Infezioni e stagionalità

Attraverso i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dei Centri per il controllo delle malattie degli Stati Uniti (CDC), i ricercatori del Dipartimento di Scienze Ambientali per la salute della Columbia University hanno riscontrato una stagionalità non solo nelle malattie infettive come l’influenza, ma anche in quelle croniche come l’epatite B che, a seconda della geografia, si scatenano con maggiore regolarità in alcuni momenti dell’anno. Anche per il virus HIV responsabile dell’Aids sembra esserci un elemento stagionale, che si pensa sia legato ai cambiamenti nella malnutrizione nei contesti agricoli.

A capo del progetto c’è la ricercatrice Micaela E. Martinez, che sottolinea il legame indissolubile tra patologie e stagionalità delle stesse. Il manifestarsi di queste ultime varia anche a seconda dell’area geografica inoltre si diffondono maggiormente in alcuni precisi periodi dell’anno. “La stagionalità è una caratteristica potente e universale delle malattie infettive, anche se la comunità scientifica lo ha ignorato“.

Ricostruzione di un batterio in 3D (fonte: wired)

Un po’ di dati

Nello studio sono stati individuati diversi fattori chiave per la stagionalità delle malattie infettive:

  • Il primo è di tipo ambientale: legato ai livelli di temperatura e umidità che regolano la stagione influenzale o veicolabilità da animali, come le zanzare responsabili della diffusione del virus Zika, che nel 2015 ha iniziato a diffondersi in ampie zone del Sud America.
  • Secondo è il comportamento di chi diffonde virus o batteri, come nel caso del morbillo per i bambini che stanno uno vicino all’altro a scuola (tant’è vero che i malati vengono isolati nel periodo di contagio). Virus, del genere morbillivirus (famiglia dei Paramixovidae), che scatena eruzioni cutanee molto contagiose e colpisce spesso i bambini tra 1 e 3 anni. Rientra tra le malattie dette infantili, come la rosolia, la varicella, la pertosse e la parotite. Si trasmette solo nell’uomo.
Casi di insorgenza di morbillo. Da notare come in determinati mesi i casi registrati siano in numero superiore rispetto alla media di quel determinato anno. (infovaccini.it)
  • Al terzo ci sono i fattori ambientali, come le alghe per il colera. La tramissione del vibrione Vibrio Cholereae, avviene per contatto orale – diretto o indiretto – con feci o alimenti contaminati; la sua sopravvivenza è strettamente legata alla sopravvivenza di alghe e plancton in acque salmastre e torbide presenti negli estuari.
  • Il quarto è rappresentato dai ritmi biologici stagionali, simili a quelli che regolano migrazioni e letargo negli animali, che possono influire per malattie come la polio. Patologia che colpisce soprattutto i bambini sotto i cinque anni di età, la cui catena di trasmissione può allargarsi rapidamente, soprattutto in assenza di misure igieniche adeguate.
Incidenza del Colera nel Distretto di Lusaka (Zambia) nel 2017. L’importante è notare come in determinati periodi dell’anno i casi registrati siano evidenemente più elevati, a confermare le tesi supportate dai ricercatori della Columbia University (fonte: cmmb.org)

Lo studio continua

Una delle cause più note e meglio studiate di questo andamento è certamente legato ai livelli plasmatici di vitamina D, una molecola che ha grande importanza nella modulazione della risposta immunitaria collegata con l’esposizione alla luce del sole. Paradossalmente però, anche in Paesi con un clima temperato come il nostro, una buona parte della popolazione ha valori largamente insufficienti e pertanto necessita di una supplementazione mensile oppure settimanale.

Molecola di Calcitriolo, la forma attiva della vitamina D nel nostro organismo. può essere proprio questa la chiave di prevenzione e cura di determinate patologie? (fonte: wikipedia)

Ad oggi non è ancora chiara la periodicità di alcune infezioni, perciò i ricercatori continuano la ricerca. Nel futuro questa scoperta potrebbe avere un enorme peso dal punto di vista della prevenzione e della cura di suddette patologie. Nel 2001 un ricercatore dei CDC ha ipotizzato che a influire sul sistema immunitario potessero essere i cambiamenti stagionali di concentrazione della melatonina e ora Martinez sta verificando questa possibilità, confrontando i livelli di molecole immunitarie nel sangue nei vari periodi dell’anno; tuttavia, come già detto, la ricerca è tutt’altro che terminata e sarà solo il tempo a rivelarci la verità.

Umberto Raiola

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