Sono state più di una dozzina le persone che – di fronte ai microfoni e alle telecamere della BBC – hanno raccontato dei maltrattamenti, degli episodi di molestia sessuale e di violenza psicologica subiti tra le quattro mura della Lagarie Children’s Home, nella contea scozzese di Argyll.
A gestire la casa-famiglia a Rhu – quando tra il 1949 e il 1982 centinaia di bambini figli di marinai furono mandati a viverci – era la Sailors Society, ente benefico cristiano che supportava le famiglie di coloro che lavoravano in mare e che, di conseguenza, erano obbligati a trascorrere molto tempo lontano da casa.
Oggi, dopo decenni dall’accaduto, i membri del sodalizio di carità “si scusano senza alcuna riserva per gli abusi verificatisi”… ma finalmente a parlare sono anche le vittime.
Il programma “Disclosure: Suffer The Children” – trasmesso dalla BBC One Scotland alle 22.40 di lunedì – ha infatti portato a galla le strazianti storie delle vittime, i decenni di crudeltà fisica e tutti quegli impronunciabili segreti che fino ad ora gli ormai adulti “bambini di Lagarie” hanno custodito dentro di sé in un misto di vergogna e paura.
Le sorelle Montgomery
Le tre sorelle Angela, Mary e Norma Montgomery erano solo delle bambine quando furono mandate a Lagarie: la madre era morta giovane e il padre le manteneva quotidianamente a bordo di una barca a largo. Non avrebbe mai potuto immaginare che dal 1972 – anno in cui il reverendo William Barrie e sua moglie Mary si presero carico delle figlie nella casa – sarebbero state vittima di centinaia di violenze sessuali da parte di colui che si era assunto il compito di proteggerle e di maltrattamenti fisici ad opera della moglie di quest’ultimo.
“Dopo un po’, sebbene fosse spiacevole, non posso dire che ti ci abitui, ma inizi a pensare che non ci sia un motivo per lottare o combattere” ha esordito Angela, ora 56enne, con un nodo in gola e un dolore nella voce che la riporta indietro di decenni. “Eri da sola, e questo livello di accettazione è diventato parte integrante della vita a Lagarie” ha poi concluso, raccontando di come gli abusi subiti siano stati perpetrati non solo da Barrie, ma anche da altre persone a lui vicine e legate alla Sailors Society.
Sono ormai trascorsi quarant’anni dall’ultima volta in cui le sorelle Montgomery hanno varcato la porta della casa-famiglia di Argyll, eppure il ricordo di quell’infanzia rubata è ancora indelebile sulla loro pelle e, soprattutto, sulla loro vita adulta: ognuna di loro negli anni ha infatti manifestato problemi di salute mentale, sintomo di come – nella loro testa – non siano mai riuscite a dire addio a quella casa.
Il fantasma di Anne Millar
Tra gli indagati snocciolati nel programma “Disclosure”, alcune tra le accuse più forti riguardavano Anne Millar, vera e propria matrona di casa e (a suo dire) convinta sostenitrice dei precetti cristiani.
A tracciarne un ritratto tanto accurato quanto angosciante è stato Roddy Austin, uno degli ex residenti della casa, oggi 61enne. “A meno che tu non l’abbia vissuto, non puoi immaginarlo, non puoi provare a capire cosa sia successo in quel luogo. Lei era cattiva” avrebbe ammesso Austin, la cui versione è stata rafforzata dalle parole di Philip Donald, che a 58 anni compiuti ricorda ancora il modo disumano in cui, da bambino, la signora Millar lo prendeva per le orecchie, gettandolo in un bagno d’acqua gelida ed obbligandolo ad infilarsi in bocca le dita ricoperte di sapone. Come se i maltrattamenti fisici non fossero sufficienti, sia Roddy che Philip hanno ammesso di essere stati ripetutamente stuprati dal giardiniere della Lagarie, Norman Skelton. Quest’ultimo è morto nel 1999, e la stessa sorte impunita è toccata anche ad Anne Millar, ritiratasi dal suo ruolo nella casa nel 1970.
L’epilogo dei carnefici e l’oblio delle vittime
All’inizio degli anni 2000 le sorelle Montgomery ed altre vittime delle mostruosità di Argyll hanno rilasciato delle dichiarazioni di denuncia presso la polizia di Strathclyde, ma nessuno venne accusato. La stessa Sailors Society indisse un’indagine di polizia, la quale però si concluse ancora una volta senza dare risultati nel 2016.
Nel frattempo, la signora Mary Barrie – mai accusata per i suoi crimini – morì verso la fine dello scorso anno, mentre il marito, il reverendo William Barrie era già serenamente spirato nel 1993, senza mai dover rispondere dei suoi presunti abusi organizzati e compiuti su larga scala nei confronti dei bambini a lui affidati.
La Sailors Society dopo Lagarie
A scusarsi a nome dell’ente benefico – che oggi si ritrova sommerso dagli scheletri nell’armadio collezionati dai suoi passati rappresentanti – è stato l’amministratore delegato Stuart Rivers, che di fronte alle telecamere della BBC si è detto “inorridito dopo l’ascolto di questi resoconti” e, al contempo, deciso ad assumersi piena responsabilità verso quanto accaduto alle vittime. Proprio per i “sopravvissuti di Lagarie” è stata infatti offerta da parte dell’organizzazione caritatevole un servizio di consulenza ad hoc.
“Abbiamo collaborato pienamente con la polizia circa l’inchiesta relativa agli abusi sui bambini scozzesi e abbiamo scritto a tutti gli ex residenti con i quali abbiamo avuto contatti fino ad oggi, scusandoci per eventuali abusi subiti e incoraggiandoli a prendere contatto con la polizia e con l’inchiesta della BBC se si fossero sentiti di farlo” ha chiosato Rivers, sottolineando come la Sailors Society si sia fermamente opposta ai piani del governo scozzese di porre fine alla legge sulla ‘barra del tempo’ che consentiva alle vittime di abusi storici di portare avanti azioni civili. “Nessuna delle persone coinvolte in questi eventi storici è collegata in alcun modo con l’organizzazione oggi” ha infine precisato. “Non siamo più coinvolti nella gestione di questa o di altre case per bambini e oggi disponiamo di rigorose misure di salvaguardia“.
Sicuramente un futuro più roseo, che però non può nulla contro le indelebili macchie nere nel passato della Sailors Society e in quello dei bambini che ne sono stati vittima.
Francesca Amato