Quando si parla di sbarchi, a volte si include nella discussione il rischio sanitario. Si pensa che i migranti, provenienti da condizioni igienicamente più precarie, portino malattie che possano affliggere la popolazione locale. Come vedremo, chi viaggia dall’Africa può essere affetto da varie, ma nessuna che ponga un serio rischio alla salute pubblica. Infatti nel corso della storia, le malattie più gravi sono state sempre esportate dall’Europa.
Come nasce una malattia
Intanto: da dove nasce una malattia grave, batterio o virus, che potenzialmente infetta e porta miseria in una popolazione? Spesso, dagli animali. Come alcuni sapranno, infatti, lo scopo di un batterio o di un virus, non è di far morire il suo ospite. È come volere che la propria casa vada a fuoco. Lo scopo di un patogeno è abitare all’interno di un altro corpo, trovare il modo di replicarsi, e diffondersi. Infatti, la maggior parte dei batteri che conosciamo, convivono con noi, nella nostra pelle o nel nostro intestino. Ma allora cosa fa nascere una malattia epidemica?
L’influenza suina, come intuibile dal nome, ha a che fare con i maiali. Nello specifico è un tipo di virus con dei sintomi respiratori piuttosto diffuso tra i maiali. Nel suo ospite naturale, il virus no fa grossi danni, e segue il copione di “infetta, prolifera, non uccidere il tuo ospite e continua al prossimo ospite”. Ma allora perché negli umani questo virus apparentemente innocuo può provocare morte per insufficienza respiratoria sepsi e collasso dei reni?
Occasionalmente, virus a batteri possono passare dall’infettare un animale a infettare un uomo. Per far si che avvenga il contagio, c’è bisogno di vicinanza tra uomo e animale. Per esempio in un allevamento. Ma a questo punto il patogeno si trova in un uomo, non un maiale. Ma lui non lo sa, e comincia ad agire come farebbe di solito. Solo che in questo caso provoca sintomi molto diversi, come detto sopra. Adesso il patogeno ha bisogno solo di un’altra cosa: un mezzo per trasferirsi da un ospite all’altro. E cosa meglio di umani che tendono a riunirsi tutti insieme in gruppi numerosi dove il contagio è facile?
Ripetendo il ciclo svariate volte, e aumentando la popolazione, abbiamo il calderone perfetto per lo sviluppo di un patogeno veramente temibile. Sono necessari però grossi gruppi di persone. Se il patogeno diventa troppo violento in un numero ridotto di persone, crollerà su sé stesso. Tutti saranno morti prima che sia in grado di spostarsi ad un’altra persona.
E qui si comincia a notare, perché le grandi epidemie sono nate in Europa e Asia. Negli altri continenti non si erano mai create le condizioni. La creazione di malattie terribili come la peste, richiede un ingresso di nuove persone all’interno della città costante, per supportare l’espandersi della malattia. Civiltà così grandi da consentire queste specifiche caratteristiche, sono presenti nel corso della storia solo in Europa e Cina. Non in Africa, non nelle Americhe, prima dell’avvento di Colombo.
Il genocidio del vaiolo in America
La peste, il vaiolo e la varicella sono tutte malattie che l’uomo bianco ha sparso come un untore in giro per il mondo. Queste malattie, da sole, si pensa che abbiano ucciso più nativi americani che le effettive guerre mosse contro di loro. Di contro, che malattie terribili e sconosciute portano le persone che vorrebbero attraccare ai nostri porti? Scabbia e TBC. La scabbia non c’è nemmeno da parlarne. È provocata da un parassita collegato con la scarsa igiene, che può essere eliminato in meno di una settimana con la pomata. La TBC invece è una malattia estremamente contagiosa. Però, come si può dedurre prendendo in considerazione i fattori di sopra, per propagarsi in aree con densità medio bassa, non può essere troppo grave. È una piaga in Africa, dove molti bambini immunocompromessi ne muoiono, in assenza di medicinali. Ma in un paese del primo mondo? Bastano gli antibiotici.
Quindi attenzione, quando si punta il dito. Dal punto di vista della storia, è l’uomo bianco l’untore
fonti:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2957993/