L’opera di Erodoto ci insegna ad apprezzare e a capire i podcast come l’ultima frontiera della narrazione d’ascolto
Gli odierni mezzi di comunicazione e di intrattenimento sono saturi di immagini, contenuti grafici immediati ma ingombranti. L’ultima tendenza dell’intrattenimento digitale ci consente di aguzzare l’immaginazione, come facevano gli antichi greci: il podcast.
Il podcast segna la rivincita sull’homo videns
Dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso a oggi, una delle caratteristiche più allarmanti della postmodernità è stata la predilezione di contenuti multimediali visivi.“Homo videns” è stata ironicamente chiamata la specie rappresentata dalla generazione che di punto in bianco aveva abbandonato la cara vecchia radio.
La diffusione e la programmazione di massa della televisione, la nascita di internet e lo sviluppo digitale sono stati i più efficaci baluardi formativi delle generazioni a cavallo tra XX e XXI secolo, con grafiche accattivanti, immagini più eloquenti delle parole e un linguaggio ridotto ai minimi termini.
Anche il sistema scolastico si è adattato alla nuova richiesta di materiale multimediale che sviluppasse la memoria visiva degli studenti, a discapito dell’attenzione alle lezioni frontali, basata sull’ascolto.
Tuttavia, negli ultimi anni l’“homo videns” sembra aver subito una involuzione, riscoprendo il piacere dell’ascolto. Ritorno alla radio? No, PODCAST!
Cos’è e come funziona un podcast?
Il ritorno all’intrattenimento d’ascolto è rappresentato dal podcast, che permette di ascoltare file audio distribuiti normalmente attraverso canali feed RSS, su siti internet e applicazioni di prestigiose emittenti radiofoniche, e persino su Spotify!
La ratio è molto semplice: ascoltare una narrazione in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Il bacino di utenza è molto ampio e, secondo le statistiche, negli ultimi 10 anni i fruitori di contenuti audio sono più che raddoppiati.
La fortuna di questa modalità di intrattenimento consiste nel permettere al fruitore di creare nella propria mente le immagini evocate dall’ascolto, piuttosto che subire la somministrazione passiva di contenuti costruiti ad hoc: lo sapeva bene l’inventore della narrativa d’ascolto, il padre della storia occidentale: Erodoto.
Erodoto è il padre della narrazione d’ascolto
Erodoto di Alicarnasso è l’autore delle Historiae, opera in 9 libri (secondo la divisione adoperata dai grammatici alessandrini), composta nel V secolo a.C. e considerata la prima opera storiografica della cultura occidentale, per la sua attenzione alle cause degli avvenimenti narrati.
L’opera di Erodoto nasce dal bisogno da parte dell’autore di raccontare il resoconto dei numerosi viaggi che lo portarono in Egitto e nell’Anatolia di dominazione persiana. A partire dal V libro, però, la meraviglia dell’esotismo e dei logoi lascia spazio alla lucida narrazione del conflitto greco-persiano, indulgendo in esagerazioni allettanti per gli ascoltatori del tempo.
Avete letto bene, e qui veniamo al punto: i fruitori dell’opera di Erodoto erano ascoltatori. Abbiamo notizia di una serie di letture pubbliche che Erodoto tenne ad Atene, alle quali partecipò anche Tucidide, il padre della storiografia scientifica.
Erodoto aveva composto la sua opera costellandola di elementi novellistici, di excursus geografici e divertenti, di aneddoti pedagogici e di una carica patetica di rara intensità- specialmente nel racconto delle battaglie contro i persiani-, per ammaliare e conquistare l’attenzione del suo pubblico.
Era consapevole che la voce narrante, come risulta anche oggi da numerosi studi psicologici, possiede un impatto emotivo e sulla memoria dell’ascoltatore molto più forte di un documento da leggere. Facilità di fruizione, attenzione ed emozione: tutte qualità che una buona narrazione possiede.
Sebbene Erodoto si esibisse live, la sua vicinanza con il podcast è indiscutibile, perché alla narrazione non segue uno spazio di discussione, come invece avviene con l’intrattenimento radiofonico. Il podcast è narrazione meditata e costruita a tavolino, come un’opera letteraria, ma con la potenza vibrante della voce narrante, capace, come ai tempi di Erodoto, di trasportarci in mondi e realtà più suggestive che in foto.