Anniversario della dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, emanata dall’Assemblea costituente per il popolo francese

L’importanza del diritto
Fu ideato su modello della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America (1776) e contiene i principi fondamentali che regolano il rapporto tra istituzioni e cittadini. Uno dei primi principi per importanza è quello di uguaglianza di fronte alla giustizia, che mostra la volontà di porre fine ai privilegi e agli abusi delle classi più abbienti, che riprendendo Marx, ha sempre contraddistinto la storia dell’uomo. Altro diritto basilare e oggi indispensabile è quello di libertà di pensiero, d’opinione, di stampa espressione, unito al diritto alla proprietà, ritenuta inviolabile. Proprio la Dichiarazione dell’89’ ispirerà le carte costituzionali di numerose nazioni, partendo ovviamente dalla Francia stessa. Sarà poi ripreso a grandi linee e er tematiche principali nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo adottata dalle Nazioni Unite nel 1948. A partire dal 2003 è inserito dall’Unesco nell’Elenco delle Memorie del Mondo.
Le rivoluzioni borghesi
La presa di coscienza da parte del popolo portò al lungo processo di emancipazione e conquista dei diritti umani fondamentali. Uomini e donne ebbero bisogno di molto tempo prima di vedere i propri diritti riconosciuti. La Rivoluzione americana e quella francese furono le prime due tappe di un movimento d’emancipazione tutt’ora in corso. Questo portò a una rapida transizione dal sistema feudale agli stati di diritto, in cui però si dovette ancora sperimentare a lungo prima di poter raggiungere una parvenza di democrazia. Alla base vi fu lo scontro con la classe dominante, in questo caso la madrepatria inglese e la classe nobiliare e clericale francese.
I moti del 48’
Una seconda ondata di moti rivoluzionari si abbatté sull’Europa a partire dalla prima metà dell’800’. Marx studiò la condizione dei vari stati europei partendo proprio dalla Germania, che a differenza della Francia, non poteva di certo affermare di aver fatto realmente una rivoluzione. Dal suo punto di vista la Germania rimase ancora legata al feudalesimo e alla religione cristiana, necessitando dunque di emancipazione, non solo politica ma umana. Si tratta della prospettiva sostenuta dal filosofo di Treviri nella ”Questione ebraica”. Il problema degli ebrei in Europa offre uno spunto per riflettere riguardo all’organizzazione ideale dello Stato. Anche a causa delle rivoluzioni industriali, che cambiarono nettamente in peggio la qualità della vita, maturò una volontà di riscatto. Gli intellettuali la manifestarono attraverso la scrittura e l’espressione artistica tutta la propria vivacità. La gente del popolo invece manifestò contro leggi inique e condizioni di vita insostenibili.