Animagus o licantropo? Viaggio fra bestiari medievali, Harry Potter e psichiatria

Una delle leggende mitologiche più famose del mondo è quella della licantropia. Ricostruiremo alcune tappe di questo mito, arrivando ai giorni nostri, con Harry Potter e la moderna psichiatria.

La leggenda del lupo mannaro risale ad epoche molto antiche. Differisce dalle moderne versioni del mito ed è stata riscontrata anche in ambito psichiatrico come una rara sindrome mentale.

Le radici di questo mito sono più antiche di quanto si possa pensare. Era già opinione diffusa ai tempi dei Greci e dei Romani che esistesse una trasformazione dell’uomo in lupo, ma questa leggenda è stata ripresa spesso in epoche successive, soprattutto nel periodo medievale.

La licantropia nella storia: dalle origini ai bestiari medievali

Già nell’antico Egitto abbiamo chiari riferimenti al lupo, come nel caso del dio Upuaut, il quale veniva considerato l’equivalente dell’Ade per i Greci ed era raffigurato come un uomo con la corazza da soldato e con la testa di lupo o sciacallo, simile alla divinità Anubi che, infatti, aveva testa di canide ed era, fra i tanti ruoli, il protettore del regno dei morti.
Una delle prime testimonianze nel mondo romano proviene da Plinio il Vecchio che, nella sua opera Naturalis Historia, scrive così riguardo ai lupi:

Sed in Italia quoque creditur luporum visus esse noxius vocemque homini, quem priores contemplentur, adimere ad praesens. Inertes hos parvosque Africa et Aegyptus gignunt, asperos trucesque frigidior plaga. Homines in lupos verti rursusque restitui sibi falsum esse confidenter existimare debemus aut credere omnia quae fabulosa tot saeculis conperimus. Unde tamen ista vulgo infixa sit fama in tantum, ut in maledictis versipelles habeat, indicabitur.

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, lib. VIII – 80

Traduzione:
Ma anche in Italia si crede che la vista di lupi sia pericolosa e che la voce vada via temporaneamente all’uomo, che per primi guardano. L’Africa e l’Egitto li generano piccoli e inerti, la zona invece più fredda, feroci e aggressivi. Bisogna ritenere essere assolutamente falso che gli uomini si trasformino in lupi e di nuovo poi essere restituiti a sé o accettare tutte le storielle trovate in tanti secoli. Tuttavia sarà spiegata come tale credenza sia così diffusa nel popolo, che reputa i cambiapelle fra le maledizioni.

Pertanto si può già osservare come la credenza dei lupi mannari fosse diffusa e come uno storico di grande fama come Plinio smentisse questo mito nella sua opera.
Nel bestiario di Aberdeen ci sono molti riferimenti al lupo. Secondo gli autori il termine lupo proverrebbe da licos (che significa “morsi”) o da leopos, facendo riferimento al fatto che i lupi, come i leoni, avessero molta potenza nelle loro zampe. Il lupo viene descritto come una bestia rapace assetata di sangue, partorendo cuccioli soltanto a Maggio, quando ci sono i fulmini. I suoi occhi brillano nella luce come delle lampade e se un uomo viene visto dal lupo, perderà la voce, mentre se avviene al contrario la bestia diverrà mansueta e risparmierà il malcapitato viandante. Ovviamente, trattandosi di un testo di epoca medievale, non poteva mancare la classica interpretazione religiosa. Il lupo viene visto come il segno del Diavolo che col suo occhio malefico squadra l’umanità e minaccia il gregge, seguace di Dio. Inoltre, il suo brillante occhio nella notte rappresenterebbe l’ingannevole bellezza dell’opera del Diavolo che appare piena di grazia agli occhi della persona cieca. Inoltre, il fatto che il lupo non possa girare all’indietro la testa senza muovere il corpo rappresenterebbe l’impossibilità di tornare sui propri errori e di compiere penitenza.

Bestiario di Aberdeen, folio 16v. Il lupo si avvicina al pastore come un cane, furtivamente e silenziosamente, senza svegliarlo e punta al suo gregge.

Sempre durante il Medioevo si iniziò a diffondere il termine werewolf, che probabilmente deriva dall’Inglese antico  wer (uomo) e wolf (lupo). Secondo molti critici letterari come Lisa Lampert Weissig, si ha comunque una transizione notevole dall’idea di lupo mannaro dell’epoca classica durante il Medioevo. I licantropi infatti venivano considerati come delle persone che instauravano rapporti amichevoli con degli umani siccome erano delle persone intrappolate in quel corpo durante la notte. La ragione per cui una persona, solitamente un uomo, diventa un lupo mannaro nel periodo medievale tende a variare molto. Alcune volte un individuo o un gruppo di persone vengono punite con la licantropia anche se spesso il motivo non risulta essere noto. Le donne sono solitamente trasformate in lupi mannari assieme ai mariti, come racconta Gerald di Galles. Il concetto della licantropia come punizione risale alle Metamorfosi di Ovidio quando Licaone venne tramutato in lupo mannaro per la sua inospitalità. Inoltre, il concetto moderno che la licantropia sia trasmissibile mediante morsi non era contemplata durante il periodo medievale.

Animagus e licantropi in Harry Potter

Andate a pagina 394! Se ve lo ordina Piton probabilmente vi conviene farlo. Nel film “Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban” , Harry Potter e i suoi compagni di corso seguono la lezione di Difesa contro le Arti Oscure tenute da Piton in sostituzione di Lupin temporaneamente assente.

Harry lo guardò sfogliare il libro di testo fino all’ultimo capitolo, al quale, Piton doveva ben saperlo, non erano ancora arrivati.
“… Lupi Mannari” disse Piton.
“Ma signore” saltò su Hermione senza riuscire a trattenersi, “non dovremmo fare i Lupi Mannari, non ancora, dobbiamo cominciare i Marciotti…”
“Signorina Granger” disse Piton con voce mortalmente calma, “ero convinto di dover essere io a tenere questa lezione, non tu. E io vi dico di andare a pagina 394”. Si guardò intorno. “Tutti! Adesso!”

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, J. K. Rowling

Nello stesso film si scopre che Sirius Black è un animagus mentre il professor Lupin è un licantropo. La differenza principale fra le due forme, come spiegato sia nel libro che nel film, risiede nel fatto che il primo riesce a controllare quando effettuare la trasformazione (e non è detto che la tramutazione lo converta in un lupo visto che è un processo del tutto casuale) mentre il secondo deve necessariamente trasformarsi, senza alcuna possibilità di scampare a questo processo.

Alcuni animagi della saga di Harry Potter: lupo (Sirius), cervo (James Potter) e gatto (Minerva).

Licantropia clinica: credere davvero di essersi trasformati in un animale

La licantropia clinica indica una rara sindrome psichiatrica caratterizzata dal delirio della persona che è certa di potersi trasformare, o di essersi già trasformata, in un animale. Il termine ovviamente è correlato alla licantropia.
Gli individui affetti credono di essere in un processo di trasformazione animale e la loro condizione è spesso associata a stati alterati mentali che accompagnano psicosi (deliri e allucinazioni) con la trasformazione che sembra avvenire soltanto nella mente del paziente e, di riflesso, nel suo comportamento. Uno studio del McLean Hospital ha riportato una serie di casi e proposto dei criteri diagnostici con i quali riconoscere la licantropia clinica:

  • Un paziente afferma in un momento di lucidità o di reminiscenza che qualche volta si sentono come degli animali o si sono sentiti in passato tali;
  • Un paziente si comporta in un modo che somiglia ad un comportamento animale, ad esempio ululando, ringhiando o camminando a quattro zampe;

Gli autori dello studio affermano che nonostante la condizione sembri espressione diretta di psicosi, non c’è una specifica diagnosi di malattia mentale o neurologica associata con le conseguenze comportamentali. Una review della letteratura medica dall’inizio del 2004 elenca più di 30 casi di licantropia e solo una minoranza sono ispirati a lupi o cani. Spesso le persone pensano di essere delle iene, dei gatti, dei cavalli, degli uccelli o delle tigri, nonché rane e api o delle volpi, quest’ultima condizione molto comune in Giappone. Esiste un altro termine clinico specifico, detto ofidiantrofia per cui si osserva il delirio di una persona che crede di essere trasformata in un serpente.

 

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