Cosa sta succedendo sul fronte europeo orientale? Le tensioni tra Russia e Ucraina stanno crescendo sempre più; la questione è molto complessa e riguarda l’ambito geopolitico, storico e socio-economico.
Prima di riflettere sulla situazione geo-militare e sulle ragioni che hanno riacceso il sopito conflitto ucraino-russo, analizziamo la tipologia dei confini che “separano” due o più Stati, l’uno dall’altro.
Che cos’è un confine?
La parola “confine” viene dal latino “cum” “finis” (=lett. che ha un “limite” in comune) e indicava, almeno in un primo tempo, una zona di ritrovo, di incontro tra Paesi e culture confinanti; un punto di incontro, non di scontro, per avvicinarsi non per allontanarsi. Oggi, il confine indica una zona di separazione, anzi (più che un’area) una linea di demarcazione che “separa” noi da loro, che divide due popoli, due Stati.
La linea di confine odierna ha sostituito le cosiddette “zone di frontiera”, ampie aree in cui terminava la giurisdizione di un determinato Stato a favore di quella del Paese confinante.
I confini politici e geopolitici (ovviamente convenzionali) possono essere di diversi tipi:
- Naturali o fisici: basati su caratteristiche geomorfologiche del luogo, come montagne e fiumi (ad esempio le Alpi).
- Artificiali o geometrici: spesso coincidono con segmenti di paralleli e meridiani (es. i confini di numerosi stati africani “tracciati a tavolino” dalle superpotenze europee).
- Relitti o superstiti: non svolgono più la funzione di confine vero e proprio, ma hanno soltanto una valenza storica (come il Vallo di Adriano).
- Antecedenti: realizzati prima che quella determinata area venisse “urbanizzata” e modificata (con la creazione di un paesaggio culturale).
- Susseguenti: designato dopo lo sviluppo culturale di un’area.
- Conseguenti: tracciato per assecondare differenze etniche, religiose, politiche ecc.
Dispute per i confini
I confini di uno Stato sono spesso oggetto di controversie internazionali e, talvolta, possono scatenarsi veri e propri conflitti “burocratici” e militari. Le controversie possono essere di varia natura e possono affondare le proprie radici in un passato remoto.
A volte, due o più Stati si interrogano sullo spostamento di un confine quando non concordano sull’interpretazione di documenti che attestano la definizione di quel confine o la modalità con cui è stato tracciato.
Altre volte, invece, il dibattito parte da ragioni sociali ed etniche: ad esempio, in molti Stati africani convivono culture differenti che vorrebbero dare vita a regioni indipendenti per autogestirsi secondo le proprie tradizioni; oppure, quando il confine divide un’area in cui vive uno stesso gruppo omogeneo dal punto di vista etnico.
Spesso e volentieri è l’accaparramento delle risorse ad accendere il dibattito sullo spostamento dei confini: sia per quanto concerne l’impossessarsi di giacimenti minerari e di terre fertili, sia per quanto concerne le zone di pesca.
Infine, gli Stati possono contendersi la gestione del confine che li separa perché non trovano un accordo comune su come controllare quella “frontiera” (es. gestione della migrazione, traffico di stupefacenti).
La situazione in Ucraina
L’Ucraina è situata nell’Europa orientale, confina a Nord con Russia e Bielorussia, a Est con la Russia, a Sud con Ungheria e Romania (affaccia anche sul Mar Nero), a Ovest con Slovacchia e Polonia.
L’Ucraina è una “terra di mezzo”, ai confini con l’Unione Europea, legata alla Russia per ragioni storiche, sociali ed etniche.
Il confine che sta creando maggiori problemi è quello russo-ucraino (lungo circa 1500 km), da sempre stato oggetto di controversie, in particolare dal 1991, quando l’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza. Fino al ’91, infatti, apparteneva all’Unione Sovietica (ed era definita “granaio dell’URSS”) e, dopo l’indipendenza, i rapporti con la Russia sono stati altalenanti, in base all’orientamento politico del governo ucraino (filorusso o filooccidentale, a metà tra la Russia e l’UE).
A essere contese sono, fin dagli albori, la penisola della Crimea e il bacino del Donec e, negli ultimi anni, le due regioni separatiste filorusse del Donbass: Donetsk e Luhansk.
E adesso?
Già nel 2014, la Russia ha sostenuto i movimenti separatisti delle regioni del Donbass e nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022, pochi giorni dopo il riconoscimento delle due repubbliche del Donbass, ha avuto inizio l’invasione russa dell’Ucraina con l’ordine di Vladimir Putin.
La situazione, ovviamente, non prescinde dai confini territoriali e politici, ma -da soli- le linee di demarcazione non ci dicono nulla. La situazione è davvero molto complessa e delicata: non esiste una risposta univoca al perché di un conflitto. Le ragioni possono essere molte, legate alla storia, alla geografia, alla geopolitica, all’economia…
Ma qualsiasi siano le motivazioni, la guerra va sempre condannata perché non è mai una soluzione.
ottimo articolo