Alberto moravia: ripercorriamo il suo pensiero in occasione del suo 115esimo compleanno

Il 28 novembre 1907 nasce Alberto Moravia, un autore che ancora oggi è capace di interrogare, confondere e sorprendere.

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È importante ricordarlo in questa giornata non solo per le sue doti narrative, ma anche per lo sguardo critico che è riuscito a posare sulla società del suo secolo che ancora oggi ci segue ed ancora oggi pesa.

Conosciamo l’autore

Alberto Moravia è stato un autore “a tutto tondo” non è stato solo uno scrittore ma anche un autore teatrale, un saggista, un critico letterario, cinematografico e d’arte; iniziatore del romanzo borghese Moravia si fa strada negli anni del fascismo con ideali anticonvenzionali che ritraggono in ogni sua opera il decadentismo morale del suo secolo. Attirando dissensi da parte del movimento fascista che comincia a sorvegliarlo, Moravia, che subisce anni di censure, non smette mai di scrivere. Nelle sue opere non nasconde il disprezzo per l’uomo all’interno della società, ci racconta con cinismo e razionalità di finzione ed ipocrisia, di impoverimento morale, declassamento ed esistenzialismo.

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Disprezzo e razionalismo

Moravia nelle sue opere si muove in una società borghese che disprezza e che conosce bene, attaccati al sesso e al denaro che vengono usati per manipolare le persone; descrive molto bene il suo pensiero in uno dei suoi romanzi più celebri “Gli indifferenti” che racconta di una famiglia che vive la vita con indifferenza, con pochezza morale e abitudine alla noia fino ad arrivare alla mera finzione. 

È questo, per Moravia, il ritratto dell’uomo durante il boom economico. Un oggetto, una finzione, legato solo all’apparire che manca di profondità, in questa società a soffrirne sono l’intellettuale e l’adolescente, rinchiusi senza via d’uscita da una superficialità che non riescono a rompere e da cui non possono emergere.

la sua narrazione è caratterizzata da lucido razionalismo con il quale esprime il disprezzo verso l’uomo del suo tempo.

“Inverno di malato”

Oggi per ricordarlo voglio analizzare uno dei suoi racconti più belli: “Inverno di malato”; sono trenta pagine di claustrofobico cinismo. Il racconto si svolge in un sanitario dove è ricoverato Girolamo, ragazzo di 17 anni, proveniente da una famiglia borghese che condivide la stanza con il ben più adulto commesso viaggiatore Brambilla.

il ragazzo viene instancabilmente ridicolizzato e umiliato da Brambilla che non perde occasione per ridere della sua inettitudine, del suo essere borghese e addirittura della sorella, una graziosa signorina ma che per il commesso viaggiatore “è una ragazza che nessun uomo sposerebbe” perchè “quelle come lei hanno sicuramente degli amanti”. Questo è quindi un personaggio che rappresenta perfettamente il decadimento morale della società in cui vive Moravia, argomento prevalente in tutti i suoi scritti si fa strada in questo racconto attraverso i raccontini di avventure di Brambilla, con donne per cui non provava mai un sentimento, che non si faceva scrupoli ad abbandonare e che a volte erano persino delle prostitute. Il sesso è un elemento fondamentale in Moravia, elemento che gli costò parecchi dissensi ma che serve per caratterizzare gran parte dei suoi personaggi, legati solo all’aspetto materiale e fisico del sesso, così come del denaro e dell’apparenza. Nel racconto non è celato il disprezzo per la sua società che durante il boom economico si riduce ad oggetto, come spiega nel saggio “L’uomo come fine”.

Girolamo, ragazzo borghese, viziato ed ancora infantile è il personaggio per cui si empatizza, nel corso del racconto prova vergogna, timore, rimorso, per le azioni che si costringe a fare per guadagnare l’approvazione del commesso viaggiatore, che lo portano invece a raccogliere ancor di più il suo disprezzo.

Moravia sceglie un’atmosfera chiusa, stretta, una stanzetta dove l’unico contatto col mondo esterno è la finestra dalla quale Girolamo può ammirare un paesaggio invernale di abeti innevati. Girolamo non può scappare, la sua pochezza morale lo costringe a letto, aggravando la sua malattia. Girolamo è prigioniero, oltre che del sanitario, di sé stesso. Con la forza della contraddizione morale e sociale Moravia rimane un autore attualissimo e ancora in grado di interrogare e mettere in luce pochezza morale e materialismo che ancora albergano il nostro secolo.

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