Pochi giorni fa è uscita l’ultima fatica di Achille Lauro, ovvero 1920, in collaborazione con la The Untouchable Band.
Il 4 dicembre è uscito il nuovo album di Achille Lauro 1920. Un lavoro in collaborazione con la The Untouchable Band. Un sound Jazz che per chi ama la storia ha una solo sound in testa: quello del proibizionismo e delle sue regoli folli. Regole e normative come il divieto di produzione e commercio dell’alcool presenti anche nella canzone di Lauro. Senza poi tralasciare il nostro Charleston, con richiami a paiettes e lustrini.
1920: un nuovo album di suoni inediti
Il 4 dicembre è uscito su tutte le piattaforme digitali e negli store in formato cd e vinile 1920 con la collaborazione del gruppo The Untouchable Band. Questo ultimo progetto chiude la trilogia di Achille Lauro che rivolge lo sguardo al passato: 1990, un tributo alla musica Dance e 1969 – Achille Idol Rebirth, dall’animo punk-rock sono i primi due ed ora lui in pieno ritmo jazz anni ’20. Un album che esprime un back to back, ma che inquadra benissimo il tempo contemporaneo visto il notevole richiamo al proibizionismo. Il suono proposto da Lauro con questo nuovo lavoro è un suono che richiama quello Jazz e Charleston degli anni, dei club americani illegali e del mitico Padrino americano. La figura del Gangster è stata infatti scelta dal cantautore romano proprio per la copertina dell’album. Queste sono le parole che hanno introdotto l’album alle scene due settimane fa
“Sono tornato completamente cambiato – aggiunge il cantautore – da questo viaggio negli anni ’20. La mia concezione di fare musica è sconvolta, tutto ciò che pensavo prima si è capovolto. Inizialmente mi concentravo solo sulla mia ossessione di seguire da vicino tutti i minimi dettagli del lavoro. Oggi, grazie a questa trilogia ’69 – ’90 – ’20, ho capito che è stato tutto solo l’entrée di quello che sto per proporre”
Il proibizionismo americano
Dicesi proibizionismo quell’arco di tempo fra il 1920 e il 1933 dove negli Stati Uniti d’America, con il XVIII emendamento e il Volstead Act, venne proibito la fabbricazione, vendita, importazione e trasporto di alcool; il proibizionismo in questo senso è conosciuto anche come il The Noble Experiment. Nacque negli Stati Uniti proprio per le pressione delle cosiddette Società per la Sobrietà, dei gruppi religiosi e politici caratterizzati da un forte moralismo e fondamentalismo rispetto alle posizioni sostenute. Questa società fece la sua prima apparizione negli states già nel 1789, mentre da noi ci si ribella al despoti, da loro si iniziavano a mettere le catene alla società. Nel 1920 però iniziò la vera e propria era che ricordiamo con la messa al bando dell’alcol. L’alcol in quel periodo vedeva un elevato consumo e ciò portava a delle conseguenze spesso devastanti a livello sociale, in particolar modo quando unito alla povertà e alla criminalità organizzata che fiorì in quel periodo; il famoso Il Al Capone lo conosciamo tutti. Ma non mi dilungo troppo, sta a voi avere la curiosità di studiarlo.
1920-2020 due epoche di divieti a confronto
È qui sono sicura che qualcuno dirà “erano altro tempi”, ma io da studiosa della storia non faccio altro che il mio lavoro: vi faccio notare le analogie tra i due periodi storici. Il 1920 è stato 100 anni, passato alla storia con il mito di Al Capone e il proibizionismo americano. Fino a qui ci siamo, ma nel 1920 esisteva la spagnola, l’epidemia che chiuse tutto il mondo in casa. E oggi abbiamo il covid che ci vede chiusi in casa. Il proibizionismo e il 2020 hanno in comune soprattutto una cosa: la limitazione dei rapporti sociali e le diverse proibizionismo che ci vedono costretti a rivoluzionare il nostro modo di vivere. Io vi butto qui la provocazione… Sta a voi cogliere il ragionamento dietro.