A Napoli torna la musica sacra: ripercorriamone la vivacità culturale attraverso Benedetto Croce

Al via la II edizione del Napoli Musica sacra Festival, che proporrà sei concerti in diversi luoghi sacri, tra cui il primo nella Basilica di San Giacomo il 3 novembre.

Gli eventi  saranno  realizzati dal Comune di Napoli, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Napoli e l’associazione Discantus. rendono omaggio alla gloriosa scuola musicale napoletana.

Di cosa si tratta?

Il Requiem pro Defunctis di Domenico Cimarosa è stato eseguito nella splendida Basilica di San Giacomo degli Spagnoli, riaperta dopo una serie di interventi di ristrutturazione. L’opera, commissionata da Caterina II fu scritta a San Pietroburgo per l’improvvisa scomparsa della moglie del Duca Antonio Maresca di Serracapriola, si tratta di un vero e proprio capolavoro. Per il Napoli Musica Sacra dirigerà l’orchestra Discantus il maestro Luigi Grima. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti ed è quindi prevista una grande affluenza. Viene così rafforzato e riattualizzato il connubio fra Napoli e la musica sacra. Il maestro Grima ribadito l’importanza e la bellezza di riportare la musica sacra nei luoghi in cui è nata. Il sindaco Gaetano Manfredi ha invece evidenziato come sia un’iniziativa volta a valorizzare il patrimonio immateriale legato alla grande religiosità popolare partenopeo.

Un compositore in viaggio

Partendo da una famiglia di umilissime origini, Cimarosa fu molto apprezzato all’estero in particolar modo da personaggi illustrissimi del calibro Stendhal e Goethe, per il suo carattere di classicità rinnovata. Viene considerato come uno dei maggiori musicisti italiani della seconda metà del XVIII secolo e come un grande rappresentante della scuola musicale napoletana. Interessante è anche vedere il suo trasferimento e viaggio in Russia,  connesso con l’esperienza dei viaggitori intellettuali della sua epoca. Affrontare un viaggio in Russia all’epoca comportava un cammino lungo ed estremamente complicato. Nel suo caso sappiamo che si imbarcò a Napoli e dopo undici giorni di viaggio giunse a Livorno, da dove iniziò il viaggio verso la Russia. Analizzando alcune fonti sappiamo che per giungervi ”prese la strada più lunga, ma la più cosparsa di tabacchiere”.Intese così i  doni che nelle varie città dove sostò gli vennero presentati dai nobili personaggi che lo ebbero ospite. Molti dettagli riguardo alla sua biografia si perdono però durante il suo arrivo in Russia.

Napoli e la sua vivacità culturale

Durante il periodo di Carlo V ci fu a Napoli una vivacità culturale e religiosa quasi senza precedenti. Benedetto croce all’interno della sua opera dal titolo ”I teatri di Napoli”. Si trattò di un occasione importante per analizzare il fermento culturale partenopeo a partire dal Rinascimento. Benedetto Croce individuò così in Ferrante, ovvero l’ultimo principe di Salerno, unpersonaggio cruciale nella vita culturale del Regno di Napoli, all’interno di una trama fitta di rapporti tra letterati, accademie e prime prove teatrali condotte tra Siena e Napoli. siamo di fronte a una città che sperimentò prima del tempo moltissimi tendenze. Si tratta di uno straordinario tentativo di vivere la storia napoletana dall’interno, indagandone ogni dettaglio anche attraverso la vita teatrale e la sua vivacità. Inoltre sembra essere messa in discussione la tesi positivista dell’evoluzione teatrale in una dimensione storica ordinata a priori. Al contrario si trattò di un lavoro d’archivio molto intenso e complicato.

 

 

 

 

 

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