Entriamo con Harry Potter nel mondo magico della psicologia: scopriamo il condizionamento classico e operante

Il condizionamento è alla base dell’apprendimento secondo il comportamentismo, una delle correnti psicologiche. Vediamolo con ad Harry Potter.

I film e i libri di Harry Potter fanno parte di una delle serie più lette e viste. Sono romanzi di formazione che ci hanno accompagnato nella nostra crescita, ma contengono anche alcune curiosità psicologiche interessanti.

Un mondo magico

Il 16 Novembre sono ricorsi i vent’anni dall’uscita nei cinema di “Harry Potter e la Pietra Filosofale”, il primo film di una delle saghe più viste, tratta dai libri record con milioni di copie vendute in tutto il mondo. Vent’anni da quando in un piccolo sottoscala abbiamo conosciuto Harry e con lui abbiamo scoperto un mondo magico pieno di sfide e avventure, amici e nemici. Questi romanzi e le relative trasposizioni cinematografiche ci hanno accompagnati per anni facendoci sognare e crescere insieme ai personaggi.

Uno dei primi luoghi magici che conosciamo a è la grande banca dei maghi, la Gringott. Un carrello scricchiolante conduce Harry alla camera blindata dove si trova la ricchezza lasciatagli dalla famiglia. Quello che non immaginava è che ci sarebbe tornato, ma per tutt’altro motivo. Nel viaggio per sconfiggere Voldemort è costretto ad entrare in una delle camere blindate, ma trova diversi ostacoli. Tra questi c’è anche un enorme drago, di guardia alle porte, pronto a difenderle dagli intrusi. Basta, però, suonare una campanella per renderlo innocuo, perché? Vediamolo insieme.

Una scoperta inaspettata

Il meccanismo del condizionamento classico è stato scoperto per caso grazie al fisiologo Ivan Pavlov, mentre studiava i processi digestivi nei cani. Egli ne misurava la produzione salivare in risposta a vari stimoli gustativi, dopo aver deviato il condotto salivare dell’animale in modo da poterne raccogliere la saliva prodotta. Pavlov notò, dopo aver ripetuto alcune volte l’esperimento, che il cane cominciava a salivare ancora prima di ricevere il cibo, già quando vedeva lo sperimentatore solo avvicinarsi.

Questo lo incuriosì tanto che cominciò ad associare un altro stimolo, chiamato poi stimolo neutro, come il suono di un campanello allo stimolo detto incondizionato, che produce la salivazione spontaneamente, come la carne. Lo scopo era presentare più volte i due stimoli insieme per vedere se poi al solo suono della campanella, senza la carne, il cane avrebbe iniziato a salivare. Accadde proprio questo: bastava il suono per far iniziare la salivazione.

Questo è ciò che viene fatto anche con il drago a guardia della banca. E’ stato utilizzato il condizionamento classico, associando lo stimolo del dolore a quello legato al suono della campanella per renderlo temporaneamente innocuo. Per questo motivo, quando ne sente il suono, si ritira soffrendo e non attacca i visitatori.

Un altro tipo di condizionamento

Un’altra tipologia di condizionamento che è stata a lungo studiata è il condizionamento operante. Quest’ultimo si basa sull’idea che i comportamenti vengono appresi quando producono un effetto. Vediamo un esempio classico. Un gatto è posto in una gabbia con una leva che permette di aprirla dall’interno e una ciotola di croccantini all’esterno. L’animale mette in atto una serie di comportamenti casuali per cercare di aprirla finché non ci riesce e poi mangia il cibo. Dopo la prima volta che è riuscito ad uscire, se lo riponiamo nuovamente nella gabbia, potremmo notare che il tempo che ci mette ad uscire diminuisce sempre di più.

Questo avviene per la legge dell’effetto, secondo cui un comportamento viene appreso e mantenuto se produce un effetto sull’ambiente e sull’individuo. Nel nostro caso l’effetto è stato il mangiare i croccantini. Da ciò deriva la possibilità di favorire l’apprendimento attraverso i rinforzi, che hanno la funzione di aumentare la frequenza del comportamento in questione come, ad esempio, i premi.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.