Domenica 22 dicembre, ore 5:19: mentre molti di noi si stavano rigirando sotto il piumone, la Terra si presentava puntuale a un appuntamento astronomico ricco di significato, quello con il solstizio d’inverno.
Il solstizio segna il momento in cui il Sole si trova direttamente sopra al Tropico del Capricorno a una latitudine di 23,5 gradi sud, ovvero alla sua massima distanza al di sotto dell’equatore celeste. Nel giorno del solstizio d’inverno, il Sole sorge nel punto più meridionale dell’orizzonte est e culmina a mezzogiorno alla minima altezza.
Tutto sulle stagioni
Alle latitudini più settentrionali del Pianeta il Sole non fa quasi in tempo a sorgere che è già avviato al tramonto. Tutto questo si deve all’inclinazione dell’asse terrestre di 23 gradi e 27 primi sul piano dell’eclittica, cioè rispetto al piano sul quale orbita il pianeta. Per metà dell’anno è il Polo Nord a essere orientato in direzione del Sole, per l’altra metà il Polo Sud, e questo è il motivo per cui abbiamo le stagioni. Non è vero che fa freddo perché ci troviamo nel punto orbitale più lontano dal Sole. In questo periodo, per noi freddo, paradossalmente il Sole è più vicino alla Terra, a causa della ellitticità dell’orbita terrestre. Il solstizio è il momento in cui il Sole raggiunge il punto di declinazione massima o minima vale a dire il percorso apparente che il Sole compie in un anno rispetto alla sfera celeste. Tuttavia, dal momento che anche noi osservatori ci muoviamo con la Terra, abbiamo l’impressione che a spostarsi nel cielo sia il Sole e non viceversa. Il giorno del solstizio d’inverno è il momento in cui il Polo Nord è il più distante possibile dal Sole, ed è per questo che la stagione è fredda. A determinare le basse temperature invernali è l’inclinazione dei raggi solari, che a causa della posizione dell’asse terrestre ci arrivano più obliqui e radenti rispetto a quanto avviene in estate nel nostro emisfero: semplificando, lo stesso raggio solare che d’estate arriva meno inclinato, d’inverno deve riscaldare una maggiore superficie di suolo.
Il Sole teatrale e le sue pause
In ogni caso, quello del solstizio d’inverno non è il giorno più freddo dell’anno, e una delle principali ragioni è la capacità degli oceani terrestri di assorbire parte dell’energia solare e rilasciarla in modo graduale nel tempo. La data del solstizio d’inverno può cadere, come quest’anno, il 22 dicembre, per via della differenza tra l’anno tropico su cui si basa il calendario gregoriano che usiamo, e l’anno siderale che è di 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi. Il nostro calendario, per semplificare, arrotonda a 365 giorni, ma così lascia fuori, ogni anno, un po’ più di sei ore: un ritardo che si accumula facendo oscillare date e orari dei solstizi ed equinozi e che si recupera, ogni 4 anni, con l’aggiunta di un giorno a febbraio. Il termine solstitium indica una apparente fermata del Sole nel cammino che esso sembra compiere nella volta celeste. Nei giorni intorno al solstizio d’inverno infatti, la nostra stella sembra smettere di calare rispetto all’equatore celeste e “fare una pausa” in cielo, per poi invertire il suo cammino e iniziare il moto di avvicinamento all’equatore celeste.
Winter is coming
‘Winter Is Coming’ è stato il titolo del primissimo episodio di Game of Thrones ed è ancora il suo slogan. Un motto che ha un significato meno banale di quanto si possa pensare, con tanto di risvolti politici. A svelarlo è stato lo scrittore George R. R. Martin durante una particolare intervista. Chi aveva visto un nesso tra ‘Winter Is Coming’ e il cambiamento climatico aveva ragione infatti quando ha iniziato a scrivere Game of Thrones, nel 1991, non se ne parlava ancora, ma in realtà un parallelismo c’è, il popolo di Westeros sta combattendo le proprie battaglie per il potere, lo status sociale e la ricchezza. Tutte cose che lo distraggono dalla minaccia dell’inverno che invece è dietro l’angolo pronta a distruggere il loro mondo. La nostra società sta lottando per questioni più importanti delle loro, come la politica estera e interna, i diritti civili, la giustizia sociale, ma il problema del cambiamento climatico, che ha il potenziale di distruggere il mondo, passa anche qui in secondo piano. Chiacchierando arriva anche una frecciata all’amministrazione dell’attuale Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per cui il cambiamento climatico dovrebbe essere una priorità per qualunque politico sia in grado di guardare oltre le prossime elezioni.