Nel 2017 c’è stato boom di vendite di vinili. Tra nostalgici, scettici e curiosi analizziamone insieme pro e contro.
Il 2017 si è ormai concluso e si è registrato nell’anno appena trascorso un revival del vinile. Non si segnalavano vendite così da 26 anni. Nel regno unito sono stati venduti 4.1 milioni (14 milioni nel mondo) di dischi da 180g che ruotano a 33 giri e un terzo al minuto. Dati così non si registravano dal 1991, da quando cioè nelle case dei giovani britannici suonava Smells like teen spirit dei Nirvana, ribattezzato l’inno dei ragazzi apatici della Generazione X.

Questa rinascita del vinile ha un duplice motivo e interessa sostanzialmente due differenti generazioni. Da una parte si trovano i “nostalgici”, che identificano nel vinile un ritorno alla giovinezza, che sentono nell’inconfondibile suono della puntina che tocca il solco un trasporto, indietro nel tempo, ai primi dischi ascoltati. Coloro che vedono nei giradischi una sorta di giardino dell’eden, dove rivivono pezzi di una panorama musicale ormai lontano, come nella scena finale di Trainspotting 2 (video sotto).
Ma è altrettanto consistente la fetta di giovani, il cui entusiasmo per il vinile proviene da un’idealizzazione dell’epoca passata, in cui la musica era novità e controcultura.
Dopo aver evidenziato le motivazioni di questo ritorno al vinile è doveroso chiedersi anche quali siano i pro e i contro di esso. Quello che spesso non viene considerato è l‘impatto ambientale che i vinili hanno. I dischi continuano ad essere stampati con gli stessi macchinari degli anni ’70, perciò non certo di classe A per quanto riguarda i consumi, il dispendio di energia è enorme, il vinile non rappresenta certo la scelta più ecologica. Il mercato continua a espandersi e si sta verificando una “riapertura” dei vecchi impianti. Le aziende che al momento sono attive nella produzione di vinili non riescono a coprire il fabbisogno a causa della crescita della richiesta, molti nuovi artisti scelgono di produrre la copia fisica dei loro album anche in vinile. I vinili sono composti da PVC (cloruro di polivinile), sono presenti anche metalli pesanti e polveri sottili. Secondo alcuni questi potrebbero avere possibili effetti cancerogeni, se i vinili vengono tagliati o bruciati, come suggeriscono alcune nuove soluzioni di design.

Anche se un impatto a livello ambientale il ritorno al vinile lo potrebbe avere, argomentazioni come queste risultano più sensazionalistiche che altro. Se è la salute del nostro corpo che ci sta a cuore, dovremmo evitare di ascoltare musica anche da smartphone, tablet, e laptop, visto che le radiazioni che emettono probabilmente fanno molto più male di un vinile.
Un’altra osservazione, questa molto più sottile, va fatta in merito al bisogno di possedere fisicamente la cultura che una collezione di vinile può rappresentare. E’ un po’ lo stesso discorso che si presenta quando si parla di libro cartaceo e e-book. Una libreria piena o una mensola riempita di vinili possono provocano una sensazione di appagamento nel possedere un’opera. Ma si dovrebbe aspirare ad aver acquisito una conoscenza dei contenuti ed aver incanalato il significato e il trasporto emotivo, non la copia fisica. Quest’ultima, spesso assieme a un desiderio di ostentazione, rischia di prevalere sul resto.

Se da un lato la fisicità del vinile può avere questo lato negativo, dall’altro è anche ciò che più lo caratterizza e ne fa un qualcosa di completamente autentico. Nelle’era della massimizzazione e compressione musicale il vinile restituisce completamente il timbro della voce e dello strumento, riproducendo fedelmente le peculiarità delle onde sonore emesse. Tutto ciò non potrà mai essere eguagliato dall’approssimazione computerizzata della musica digitale. Per i più appassionati il giradischi rappresenta quasi un rituale catartico: appoggiare accuratamente il disco sul piatto e abbassare la puntina. Ogni vinile ha una storia, un percorso, un graffio sul disco segnerà inesorabilmente ogni ascolto successivo. Il vinile con i suoi fruscii e saltelli della puntina non è certo perfetto, è anzi il rispecchiamento speculare delle imperfezioni umane ed è probabilmente questo ad aver attratto gli amanti di questo oggetto.
-Greta Gorzoni