L’Italia è un museo a cielo aperto ed ogni danno ad una qualsiasi parte del patrimonio artistico è una catastrofe.
Le recenti alluvioni in Italia hanno danneggiato in modo molto serio la Basilica di San Marco a Venezia, i Sassi di Matera, capitale della cultura 2019, e non solo, purtroppo il nostro patrimonio artistico non è nuovo a tali scempi.
Venezia ma non solo
Negli ultimi giorni si è sentito parlare in modo perenne dei danni che l’acqua alta ha portato nella città di Venezia, ovviamente nelle seguenti righe non si parlerà del Mose e dei famosi 8 miliardi di euro, non è questa la sede adatta, si parlerà dell’arte, nostra grande ricchezza ancor più delle fabbriche e delle aziende, si parlerà della cultura degli italiani che ancora non hanno capito che proprio di cultura si può vivere ma soprattutto si parlerà del fatto che Venezia è solo l’ultima parola di un lungo discorso fatto di “tragedie artistiche” iniziate a Pompei sotto i Borbone e culminate con i graffiti sulle “sacre” mura del Colosseo. Una cosa che va sottolineata prima di addentrarsi nel discorso, ampio e, scusate la forse avvertita prepotenza, credo a senso unico, è il fatto che non è solo Venezia a soffrire, ci sono altre città, forse non così importanti come il capoluogo veneto ma di stessa importanza culturale e forse sarebbe giusto dedicare la stessa importanza alle alluvioni del Sud sia in termini mediatici che economici, si apprezza la solidarietà ma così come nel resto del mondo, nel Meridione, purtroppo non si campa di parole, soffrono Matera (capitale della cultura 2019) nella quale, tra l’altro, no v’è via di comunicazione ferroviaria, Gallipoli che oltre ad essere meta dei più giovani per il rinomato mare e per la vita notturna è anche una città di fondazione greca tra le più belle, non a caso il nome deriva da Kalli-Polis ovvero città bella, soffre l’intera parte jonica della Calabria, regione che ormai è stata letteralmente abbandonata dallo stato italiano, soffre il Metapontino e il Salento tutto, è giusto, almeno, fare i nomi di chi ha subito danni oltre a Venezia. Purtroppo da sottolineare c’è anche la negligenza di noi italiani nella protezione del nostro patrimonio, non è la prima volta che una perla come la Basilica di San Marco, capolavoro di indiscussa bellezza perisce all’acqua alta, Venezia è una delle città più belle del mondo è sfruttarla solo per i soldi che riesce a guadagnarsi dai turisti anziché proteggerla e preservarla come capolavoro non degli italiani ma dell’umanità è vergognoso, perché Venezia è un patrimonio che ci invidiano anche i marziani; fossimo stati in un altro stato si sarebbero letteralmente mossi mari e monti per far si che la città lagunare per eccellenza rimanesse intatta, certo il Mose è una possibile soluzione ma non basta, il capoluogo veneto va tutelato, servono restauri, azioni di protezione, ristrutturazioni, non si può permettere che le navi da crociera passino per Venezia, è come far passare un Treno negli scavi di Pompei, un pugno in un occhio. L’aggravante è che l’Italia ha visto tante “tragedie artistiche” e sembra non imparare mai la lezione.
Catastrofi e vandalismo
Purtroppo, come detto prima, l’Italia sa bene cosa vogliano dire i danni al patrimonio artistico più ricco del pianeta, basti pensare che le prime visite agli appena scoperti scavi di Pompei sotto la dinastia dei Borbone, che erano quasi sempre condotte da soggetti nobili e con una certa posizione economica, tra questi non si può non citare Giacomo Leopardi, portavano con loro una sorta di gadget, ovvero un ricordo della città morta e rinata dalla cenere come pezzi di ville, porzioni di mosaico, parti di statue ecc… è il primo esempio di vandalismo, durante le Guerre Napoleoniche interi complessi ecclesiastici si sono trasformati in caserme, carceri e ospedali, arrivando ai noi, generazione, in teoria, figlia di una cultura potente lasciataci in eredità dai grandi intellettuali del passato e quindi evoluta, ci riduciamo a vedere graffi sulla pelle del bel paese come graffiti sui mattoni del Colosseo, mura di chiese diventate latrine per chi vive la notte in modo movimentato diciamo così, statue sfregiate, fontane diventate piscine, podi iscritti con frasi di difficile condivisione, per non parlare del mitomane che ruppe con un martello la statue della pietà di Michelangelo a Roma, per fortuna ora è protetta. Poi ci sono quelle che sono le catastrofi naturali che, per l’amor del cielo, possono sempre accadere, ma una volta, due, poi si iniziano ad adottare le adeguate precauzioni, l’acqua alta a Venezia non è una novità ed è già successo che gli edifici di Venezia fossero danneggiati, stavolta ne ha pagato le spese la Basilica e l’archivio storico del conservatorio, nella città con uno dei teatri più famosi di sempre, ovvero la Fenice, tutto ciò è inaccettabile, ne ha pagato le conseguenze più volte Genova con le sue alluvioni, ne ha pagato le conseguenze l’Umbria e l’Italia centrale con i terremoti dagli anni ’90 ai più recenti, ne ha pagato le conseguenze l’Irpinia e la Campania che ha visto seriamente danneggiata, fortunatamente non in modo reversibile, la chiesa di Capodimonte a Napoli durante gli anni ’80 ma chi ha pagato il prezzo più alto è stata Firenze e le località vicine durante la famosa alluvione di Firenze degli anni ’60 in cui l’Arno distrusse opere di inarrivabile bellezza tra cui il crocifisso del Cimabue, arrivò ai piani bassi degli Uffizi, e poi Palazzo Vecchio, Ponte Vecchio, Santa Maria del Fiore e molti altri luoghi patrimonio dell’umanità, Firenze è stata la città che più ha dimostrato la fragilità di un’Italia che va tutelata in quanto museo più grande del mondo.
Il museo a cielo aperto
Come ripetuto fino allo sfinimento, l’Italia è un museo a cielo aperto e noi, tutti e 60 milioni di cittadini ne siamo i custodi, abbiamo il dovere morale non solo verso la nostra cultura, storia e tradizione ma verso tutto il genere umano di difendere e preservare i capolavori regalatici. È per questo che bisogna capire che luoghi come Venezia vanno protetti anche dalla natura stessa, luoghi come Matera, che meritano più considerazione in termini di servizi non di attenzione, vanno protetti anche dalle pioggie, luoghi come gli scavi di Ercolano e Pompei vanno protetti dall’inciviltà e dall’incuria e luoghi come i mille acquedotti, fori ed edifici di epoca romana vanno protetti dal vandalismo. Siamo responsabili della nostra memoria, conservarla è necessario per avere un grande futuro. Proteggiamo il nostro museo perché insegneremo al mondo e il mondo ci loderà, così come è sempre stato da quando i greci fondarono la Magna Grecia.