Cade oggi il decimo anniversario dalla messa in vendita del primo IPhone. E’ stato presentato per la prima volta da da Steve Jobs nel gennaio 2007 ed è arrivato sui mercati italiani nel luglio dell’anno dopo.
L’azienda fu fondata nel 1976 ed il suo primo prodotto fu il computer Apple I, il primo personal PC, costruito interamente in legno. I primi prodotti vennero assemblati in un garage dai tre soci fondatori, mentre fra poco, secondo le stime, sarà la prima trillion dollar company della storia: la Mela ha chiuso l’ultima seduta di Wall Street a 964 miliardi, a boca distanza dalla meta. Nell’ultimo anno l’azienda di Cupertino ha raccolto una liquidità di 285 miliardi di dollari, grazie alla vendita di MacBook, IPhone, IPad ed accessori, oltre che al contratto stipulato tra Apple Music e le quattro maggiori case discografiche statunitensi.
Da sempre il business Apple è stato fortemente alimentato dal mercato degli smartphone e ad oggi l’Apple X è stato il telefono più venduto ogni settimana da quando è stato commercializzato. Eppure, sono molti a sostenere che ci siano smartphone con migliori prestazioni, ad un prezzo minore.
Il successo degli iPhone si deve non tanto alle innovazioni ergonomiche, quanto all’impatto culturale e all’influenza che ha esercitato sulla moda e sul costume. La Apple è stata capace di caricare il proprio smartphone di una serie di significati simbolici che hanno trasformato questo oggetto in uno dei prodotti di consumo più attrattivi, desiderabili e al centro dei fenomeni della moda. Ed è anche stata capace di rendere socialmente più accettabile l’ingente spesa richiesta per acquistare i modelli più evoluti. Senza considerare il fatto, tutt’altro che marginale, che la Apple ha puntato tutto sul principio di esclusività, ed è stata l’unica azienda a farne un punto di forza. E per continuare in questo, ingenti somme di denaro vengono spese ogni anno dalla compagnia in marketing e advertising.
Il fenomeno dei prodotti- status si può inserire all’interno dell’analisi di Riesman, il quale definisce la società moderna come other-directed :ciò ha in comune ogni individuo è il suo essere estremamente vulnerabile verso le azioni ed i pensieri dei propri contemporanei. Questi possono essere amici, conoscenti o figure note attraverso i mezzi di comunicazione. Protagonista dell’other-directed society è il declino di obiettivi precisi e di ideali chiari. La nuova vulnerabilità dell’essere moderno è dovuta in parte all’educazione: i bambini di oggi non sono più educati a valori non questionabili e sempre meno sono avvicinati alla religione. Ciò li spinge a risentire maggiormente dell’influenza dei propri amici o di persone conosciute, che prendono come figure di riferimento. Riesman definisce con un ossimoro gli stati moderni come lonely crowds: folle di individui soli. E il termine esprime efficacemente il paradosso del nostro tempo: la commistione di individualismo e del bisogno dell’approvazione altrui da’ luogo ad un risultato bizzarro- in un mondo di individui, ogni individuo è portato a prendere una decisione, scegliendo attraverso gli esempi di altri individui.
E proprio per questo le lunghe file negli Stores sono il risultato di questo nuovo sentimento di incertezza: il più grande moto vitale che rimane all’uomo di questo secolo non è il bagaglio composto da tradizioni, culture, pratiche e credenze, bensì è solo la tecnologia, in quanto garantisce risultati pratici e immediati.