Sognare: un’interessante tecnica di problem solving

L’espressione «il sonno porta consiglio» non è solo un detto. Sognare è un modo a volte divertente, a volte spaventoso, attraverso cui la nostra mente si esprime in tutta la sua creatività.

sogno frida kahlo
Il Sogno (Il Letto)- Frida Kahlo

Talvolta facciamo sogni davvero strani, altre volte facciamo sogni che, invece, ci appaiono con un significato decisamente eloquente.Eppure, strano o razionale che sia, capita che il significato dei sogni risulti essere più utile di quanto ci aspettiamo: alcuni ricercatori americani dell’Università della California hanno dimostrato che il cervello, anche in una situazione in cui l’essere umano non ha piena consapevolezza di sé, lavora affinché il processo di “problem solving” risulti più semplice e leggero. Insomma, la mente umana elabora modi molto creativi per rendere un problema meno…problematico!

Remote Associates Test e fase REM

meccanismo di problem solingI ricercatori dell’Università della California di San Diego hanno sottoposto i partecipanti ad un esperimento: bisognava trovare una parola che si abbinasse ad altre tre precedentemente presentate. I partecipanti venivano suddivisi in due gruppi, nei quali il primo doveva trovare, dopo una breve pausa di riflessione, una soluzione, mentre al secondo gruppo veniva chiesto di “dormirci su”. I risultati si sono rivelati sorprendenti: è stato dimostrato che circa il 40% delle performance migliorava esponenzialmente dopo aver schiacciato un pisolino. Come hanno fatto, però, a capire che i responsabili del miglioramento della performance fossero proprio i sogni? 

Struttura del sonno

fasi sonno
Le fasi del sonno

I ricercatori hanno osservato che il miglioramento avveniva più frequentemente negli individui che, durante il breve pisolino, avevano raggiunto la fase REM (Rapid Eye Movement) del sonno. Ciascuna fase REM dura all’incirca 15 minuti e viene denominata così poiché caratterizzata da sogni intensi accompagnati a rapidi movimenti oculari. I momenti in cui ci troviamo nella fase REM costituiscono circa il 25% del nostro sonno e si ripetono ciclicamente per tutta la sua durata, alternandosi a delle fasi di sonno profondo che durano dagli 80 ai 100 minuti. Le fasi REM, inoltre, sono caratterizzate da un’intensità variabile, delle quali la più forte si presenta solitamente durante le prime ore del mattino. Proprio per questo motivo si tende a ricordare meglio, o anche unicamente, l’ultimo sogno che il nostro cervello ha prodotto. Insomma, non è vero che facciamo un solo sogno ogni notte, ne facciamo tanti, solo che non ce lo ricordiamo!

Nuove connessioni generano nuove idee

Grazie all’intensità delle fasi REM che rendono il cervello più attivo rispetto ad altri momenti del sonno, il cervello crea delle nuove connessioni tra i neuroni attraverso le Sinapsi. Le sinapsi non sono altro che i terminali delle diramazioni dei neuroni, chiamate Assoni, nonché il punto di contatto (non fisico) tra ciascun neurone che garantisce la comunicazione.connessioni sinaptiche Attraverso un aumento delle connessioni, dunque, il cervello sarà in grado di produrre ragionamenti seguendo nuove strade e quindi di elaborare nuove idee. Trovando delle vie alternative, risulterà, dunque, più semplice arrivare alla soluzione. Ironia della sorte, il cervello risulta essere più operativo nei momenti in cui non ne siamo consapevoli, ma non solo. Il sonno può renderci “immuni” a dei vecchi mostri che nascondiamo nei più profondi recessi della mente. 

Sconfiggere le paure “addormentandole”

Sempre in California, all’Università di Berkeley, i ricercatori hanno analizzato un ulteriore aspetto del sogno, riguardante, però, la sfera emotiva. Attraverso la risonanza magnetica funzionale (fMRI), che serve per valutare la funzionalità degli organi attraverso l’imagin morfologico, hanno osservato che, durante il sonno, l’attività dell’amigdala risulta più bassa rispetto ai momenti in cui l’individuo è vigile. sogni traumaticiQuesto dato è di particolare importanza, in quanto l’amigdala, insieme alle strutture della Corteccia Cingolata, è coinvolta nei processi emozionali. In particolar modo, l’amigdala è coinvolta nelle emozioni negative. Di conseguenza, una minore attività da parte di questa struttura implica una minor percezione delle emozioni negative. I sogni, dunque, sono caratterizzati da una componente emotiva in grado di rievocare anche un evento “traumatizzante”. Questo processo è utile per fronteggiare i sentimenti negativi che sono stati correlati a questo ricordo. Le esperienze saranno percepite come più neutre e, dunque, considerate più semplici da affrontare.

Il cervello è una macchina estremamente complessa, in grado di “prendersi gioco” della realtà e dei problemi ad essa correlati. Non a caso rompicapi che, inizialmente, sembrano essere delle barriere insormontabili, nella realtà dei fatti, risultano essere meno complicati di quanto ci aspettiamo. 

Alice Tomaselli

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