“Hugh Hefner non era un genio, miliardario, un playboy e un filantropo. Hef era un genio, milionario, Playboy e un filantropo.”

The beginning
Hugh Marston Hefner nasce a Chicago il 9 aprile 1926 in una famiglia di conservatori protestanti. Cresciuto in ambienti metodisti e puritani, Hef, consegue risultati mediocri a scuola, tranne in alcune attività extracurriculari quali la scrittura e il disegno. A discapito di quanto si possa credere, il nostro uomo era un genio nel vero senso della parola: Hugh aveva infatti un QI (quoziente intellettivo) di 152, per farvela capire in breve, gente come Einstein e Newton si aggirava sul 160. Dopo aver partecipato alla fine del conflitto mondiale, si laurea in psicologia nonostante nello stesso periodo stesse disegnando cartoni animati e pubblicando un magazine umoristico. Nel 1951 inizia a lavorare per Esquire, ma dopo che gli venne negato un aumento salariale decise, con un collega copywriter, di lanciare una rivista a Chicago. Come in tutte le grandi storie, Hef fallisce miseramente e il giornale viene chiuso.
Nasce Playboy #1
È il 1952 quando Hefner ha un colpo di genio. Si convince infatti che c’è la possibilità di aumentare il business in un mercato per soli uomini con una rivista sofisticata in grado di riflettere le opinioni e i punti di vista della generazione del dopoguerra. I primi fondi per la rivista li raccoglie, utilizzando un termine tecnicissimo, dagli FFF – Friends, Family and Fools – raccoglie infatti 8000 dollari con cui pubblica il primo numero della rivista Playboy. In copertina non c’è niente di meno che Miss 90-60-90, icona sexy dell’epoca e di sempre. Ladies and gentlemen: Marilyn Monroe. La prima copia viene prodotta su un tavolo da cucina in un angolo dell’appartamento di Hefner e vende più di 50.000 copie. Playboy cresce a un tasso fenomenale: per la fine della decade la rivista vende infatti più di un milione di copie al mese!
Il primo editoriale della rivista mette in risalto il carattere di Hefner e già si percepisce l’anima, un po’ bohemian, della rivista, l’anima del Playboy: “Ci divertiamo a mescolare cocktail e qualche stuzzichino ascoltando un po’ di musica sul fonografo, invitiamo qualche ragazze per conoscerla discutendo di Picasso, Nietzsche, del Jazz, del sesso.”
Sin da subito Hef mette le cose in chiaro, sempre sul primo editoriale scrive infatti: “Se sei un uomo tra i 18 e gli 80 anni, Playboy fa per te. […] non siamo un magazine per famiglie. Se sei la sorella, la moglie o la suocera di un uomo, e hai preso questa rivista per sbaglio, per favore passala a lui e torna al tuo Ladies Home Companion [una Donna Moderna dei ’50 per farla breve].”
Hefner vendendo il giornale che i ragazzi tenevano nascosto sotto il letto è stato il promotore di una nuova visione del sesso, una cultura della sessualità senza repressioni. Questa visione era in netta contraddizione con gli ideali rigidi e bigotti dell’epoca. Un personaggio di rottura, questo fu Hef, che diventato milionario si fece costruire la sua mansion, una villa di più di duemila metri quadrati, in cui ospitava le sue conigliette.
La rivoluzione del SESSOINTUTTO
Con l’avvento di Internet e la rivoluzione ,non del ’68, ma del sessointutto, Playboy è andato a perdere sia in termini di prestigio che di fatturato. Veniamo infatti sommersi ogni giorno da immagini cariche di erotismo come possono essere le pubblicità di D&G o video musicali più volgari con qualche tipa nuda a cavalcare una palla da demolizione. Una volta l’erotismo andava ricercato, non ti veniva sbattuto in faccia mentre eri pranzo con tua nonna – riferimenti a telegiornali di reti private sono puramente non casuali – questo eccessivo perpetrarsi di immaginette sconce ad ogni momento del giorno rischia di comprovare la sensibilità maschile verso il sesso. Playboy è stato surclassato perché una volta, in una società senza internet e televisione, l’unico modo per un uomo di guardare dei contenuti osé era comprare un rivista. Ora invece è diventato tutto a portata di click, più rapido, più comodo. Playboy non serve più, chi ha il mercato in mano è Pornhub.
Nonostante ciò, il marchio è però rimasto uno dei più riconosciuti al mondo: se dici Playboy non puoi non pensare a Hugh Hefner e viceversa. Anche se la rivista con gli anni è andata a perdersi, lo spirito del suo creatore non si è dissolto, ma è invece rimasto quello di prima riflettendosi su party mostruosi e su un’immagine straordinaria del suo creatore.
Qualcuno ha detto che se ami quello che fai non lavorerai mai un giorno nella vita, Hef ne è definitivamente la prova vivente.
–UncleSam