Quando ci troviamo in un nuovo posto o davanti ad architetture, monumenti e paesaggi, l’istinto è ormai quello di tirare fuori lo smartphone e fare foto. Una galleria piena di immagini ma soprattutto di ricordi. A questo punto ci viene incontro la scienza: è proprio scattando una raffica di foto che inficiamo i nostri ricordi.
Lo studio
Nello specifico sono stati condotti tre esprimenti. In ciascuno di essi i volontari erano coinvolti in diverse attività. Un gruppo, però, aveva la possibilità di registrare ciò che vedeva o viveva, l’altro gruppo no. Successivamente ai partecipanti venivano somministrati dei questionari di valutazione dell’esperienza, in termini di coinvolgimento emotivo, ed un test di memoria. Da tutti e tre gli esperimenti, è emerso che coloro che non avevano utilizzato i media, conservavano un ricordo più nitido dell’esperienza, rispetto a chi aveva avuto la possibilità di registrare, fotografare e condividere. Quindi smartphone e ricordi non vanno d’accordo.
Stanford Memorial Church
In una di queste attività, i partecipanti divisi in gruppi, sono entrati alla Stanford Memorial Church. Un primo gruppo seguiva un tour guidato e prendeva appunti. Il secondo gruppo aveva con sé un iPod con fotocamera e veniva loro richiesto di scattare foto. Il terzo gruppo entrava a mani vuote. Una settimana dopo, a sorpresa, tutti sono stati sottoposti ad un test riguardante ciò che ricordavano dell’esperienza. Nello specifico erano presentate dieci domande sui dettagli presenti nella chiesa. I due gruppi che non disponevano della fotocamera, hanno dato sette risposte corrette su dieci. Il gruppo munito di iPad, invece, meno di sei risposte corrette su dieci. Una piccola differenza ma significativa.
Smartphone e distraibilità
Secondo Emma Templeton, psicologa ricercatrice alla Dartmouth e coautrice dello studio, il motivo principale per cui si peggiora nel test di memoria è la distraibilità legata allo smartphone. Sembrerebbe infatti che per utilizzare questi strumenti tecnologici, ci distraiamo dall’esperienza che stiamo vivendo. Ne consegue che non ricordiamo le cose a cui crediamo di prestare attenzione. La prossima volta, quindi, che ci troveremo davanti ad uno spettacolo per gli occhi, sarà meglio chiudere i telefoni.

Delfina Ruggero