Scegliere l’università e altre imprese impossibili

La scelta dell’università può rivelarsi stressante: districarsi tra i consigli degli insegnanti, dei genitori, dell’amico che studia all’estero o del vicino di casa che con bonaria disillusione se ne esce con “Ma poi il lavoro lo trovi?” sembra quasi impossibile.

Se, cari ritardatari, non avete ancora deciso, questa guida potrà esservi utile, almeno in parte; se l’avete già fatto, potete sempre controllare di aver scelto bene.

  1. IS ALL ABOUT THE MONEY

Innanzitutto, è importante tenere a mente che l’orientamento che si tiene nelle università può essere parziale e non del tutto veritiero: il servizio, molto spesso, è orientato a vendere l’iscrizione all’università stessa, piuttosto che ad informare gli studenti in maniera esauriente. D’altra parte, partecipare a questi eventi ci fornisce un’occasione per parlare tête-à-tête con i professori e per dare un’occhiata in giro nelle aule: vi garantisco che prendere appunti sul pavimento non è un’esperienza entusiasmante.

2. KEEP IT REAL

In secondo luogo, è fondamentale leggere attentamente il piano di studi, ovvero, tutti gli esami che si devono sostenere per conseguire la laurea. Se vi vedete molto bene a fare protesi e a salvare vite umane, ma avete un pessimo rapporto con fisica e chimica, ingegneria biomedica non fa per voi! E questo vale per qualsiasi altra professione. C’è da sottolineare, però, che la passione può aiutarvi a superare anche ciò che non vi piace, ma non sempre questo è sufficiente. I libri universitari avranno dalle 100 alle 500 pagine, o anche di più: se odiate ciò che state studiando, sarà molto difficile portarli a termine.

3. DO NOT TAKE IT EASY

Ciò porta al terzo punto: analizzate i vostri punti di forza e le vostre debolezze. Sembra scontato, ma non viene ripetuto abbastanza. Nella maggior parte dei casi, le classi saranno numerose e i professori non avranno tempo di seguirvi come succedeva alle superiori. Inoltre, è abitudine vendere gli appunti e qualsiasi altro tipo di aiuto: non prendete sottogamba ciò in cui potreste fare fatica, perché sarà più difficile ottenere appoggio, ma non per questo fatevi scoraggiare.

4. NO INFORMATION, NO GAIN

Tutti, prima o poi, nello scegliere l’università, si chiedono “Troverò mai lavoro?”. Dopotutto, in una scelta del genere si investono soldi e tempo in modo irreversibile, e visti i dati della disoccupazione giovanile, una preoccupazione del genere sembra più che legittima. Eppure, come riporta l’Osservatorio Talents Venture, in Italia la percentuale di laureati tra i 30 ed i 34 anni (solo il 26,3%) è la più bassa d’Europa, dopo quella della Romania, per questo motivo le imprese intenzionate ad assumere personale qualificato hanno difficoltà ad assumere una posizione su tre. Dunque, la domanda giusta non è se dovremmo fare l’università, ma quale università fare, visto che lo skills gap – inglesismo utilizzato per definire la differenza tra le competenze ricercate dalle aziende e i profili professionali effettivamente disponibili sul mercato del lavoro – arriva a sfiorare il 60% per alcune tipologie di laureati.

Ad esempio, in termini assoluti, le lauree ad indirizzo economico sono prime sia per laureati (48.953) che per assunzioni (136.580). Rapportando questi due valori, si può concludere che, in termini relativi, il numero di posizioni lavorative offerte dalle imprese italiane per i ragazzi con una laurea ad indirizzo economico è quasi il triplo del numero dei laureati di queste facoltà.

Lo skills gap mostra dati diversi a seconda della regione presa in analisi, ovvero quanti professionisti vengono cercati dalle imprese di una determinata regione rispetto ai laureati residenti in quella parte d’Italia.

Due esempi lampanti sono il Trentino Alto Adige per i laureati di alcuni indirizzi di Ingegneria: nella rilevazione più recente sono stati solo 12 i residenti di questa regione laureati in Ingegneria Gestionale o Biomedica, a fronte di una richiesta prevista delle aziende di quasi 500 unità e le Marche per i laureati di facoltà agrarie: solamente nell’anno passato si sono laureati in 230, mentre le aziende avevano dichiarato di cercare appena 10 professionisti con quelle caratteristiche.

5. WORK HARD 

Infine, una volta trovate tutte le informazioni del caso, non resta che impegnarsi e cercare di viversi al meglio l’inizio della vita universitaria.

Buon anno accademico!