Ecco qui di seguito quattro curiosità che forse non conoscevi su una delle più celebri tragedie storiche di Shakespeare: Antonio e Cleopatra.
Antonio e Cleopatra è di certo una delle più celebri tragedie del drammaturgo inglese William Shakespeare, che va a collocarsi nella cornice più ampia delle opere storiche Shakespeariane, come i drammi dedicati alla figura di Riccardo II, Riccardo III ed Enrico IV.
La storia riprende quanto accaduto tra la Regina d’Egitto Cleopatra VII e Antonio, membro del triumvirato romano insieme ad Ottaviano e Marco Emilio Lepido, senza soffermarsi troppo sulla loro storia d’amore ma tanto più sui risvolti drammatici di questa unione e sulle conseguenze nei rapporti politici tra Roma e l’Egitto.
Infatti l’opera si chiude con la battaglia di Azio del 31 a.C in cui l’Impero Romano sfida il regno Tolemaico, a cui Antonio si era alleato e il sipario cala proprio sul suicidio degli amanti, in momenti separati e a causa di un fraintendimento (come per Romeo e Giulietta).
1) Non abbiamo fonti certe sulla prima rappresentazione
Per gli studiosi è molto difficile stabilire con certezza il luogo e l’anno della prima rappresentazione di Antonio e Cleopatra, ma pare che l’ipotesi più attendibile sia che la tragedia fu portata in scena tra l’anno 1606 e l’anno 1607, probabilmente al Globe Theatre (celebre luogo prediletto dalla compagnia di Shakespeare) o al Blackfriars Theatre (un teatro privato d’età elisabettiana), entrambi a Londra.
Secondo altri studiosi, Shakespeare potrebbe aver scritto l’opera almeno tre anni prima questa data e che in relazione alla scelta del tema e dei personaggi, Antonio e Cleopatra potrebbe essere stato portato in scena la prima volta alla corte di Giacomo I d’Inghilterra.
2) Antonio non descrive mai Cleopatra
Per tutta l’opera, Shakespeare evita accuratamente di descrivere le fattezze della regina Cleopatra, che il lettore può solo indovinare da piccoli dettagli relativi al portamento e al vestiario. Antonio non la descrive mai, non fa mai riferimento ad una sua caratteristica fisica che possa consentirci di avere idea della sua bellezza, ma soprattutto, per conservare l’allure di riverenza che ha nei confronti della sua amata non pronuncia mai il suo nome. Solitamente Antonio si riferisce alla regina chiamandola “Egitto” e lasciando quindi intendere che nella sua persona risieda tutto il potere del regno. In momenti di intimità, le si rivolge chiamandola “Amore”, ma mai Cleopatra.
3) L’opera ha ispirato ben 6 film
L’opera è di certo tra le tragedie Shakespeariane più note e di maggiore successo e lo conferma il fatto che sia stata ripresa più volte per delle trasposizioni cinematografiche. Pare infatti che abbia ispirato 6 pellicole dal 1908 al 1983 e che abbia condotto alla fama numerosi interpreti, tra cui spicca senza dubbio la splendida attrice Elizabeth Taylor, nel ruolo di Cleopatra nel film omonimo del regista J.L. Mankiewicz.
4) “Amore sono pieno di piombo”
Come in tutte le tragedie Shakespeariane, nel testo compare spesso un presagio funesto che solitamente introduce uno o più eventi tragici. Nel caso di Antonio e Cleopatra è la frase “Amore, sono pieno di piombo”, pronunciata da Antonio alla sua amata per indicare uno stato emotivo di angoscia e oppressione. Da quel momento la storia prende una svolta sempre più tragica, che conduce alla morte dei protagonisti, ormai caduti in una spirale di eventi negativi da cui è impossibile salvarsi.