Quanto fa male un amore instabile? Rispondono Chiello e la poesia di Catullo

L’ex membro del collettivo trap FSK Satellite Chiello si è recentemente avviato a una carriera da solista, trainata dal cavallo di battaglia “Quanto ti vorrei”, cavallo nutrito da amarezza e malinconia.

Amarezza e malinconia sono due sentimenti che appaiono anche nella poesia di Catullo, quella dedicata a Lesbia. Ma quali sono i punti di contatto tra un giovanissimo del XXI secolo e un poeta dell’età di Cesare?

Quanto ti vorrei

Chiello si presenta con un ritmo gradevole, forse un po’ retro ma che sa diventare tormentone soprattutto nel ritornello. Quello che a noi interessa, però, è il testo. Nel suo singolo l’autore porta alla luce tutte le sue debolezze, mettendo a nudo i propri timori all’interno di una relazione. Il protagonista, si potrebbe dire, non è Chiello, ma il dubbio che lo attanaglia per tutto il testo. Inizialmente è un dubbio riguardante la persona amata, l’altro membro della relazione, il perché continui a tornare da lui e la purezza del suo sentimento. In un secondo momento l’incertezza si riflette sul cantante stesso, forse non adatto a lei, forse incapace di accettarla così com’è. In tutto questo il desiderio, prorompente, di un amore vero, sincero, carnale per lo meno, ma desiderato anche nella sua accezione più nobile e puramente sentimentale.

L’amore di Catullo

Pensare ad un amore tormentato nella poesia latina porta quasi automaticamente a Catullo. La sua storia con Lesbia è divenuta ormai proverbiale paradigma di un amore infelice, tormentato, fatto di innumerevoli alti (altissimi, direi) e bassi. Il poeta in più di un’occasione ricorda al suo lettori i momenti felici passati con la sua amata o ancora splendidi elogi. Un esempio ne sono il carme 86, dove l’autore ricorda come Lesbia “sola ha sottratto tutte le Veneri a tutte”, a indicare la sua superiorità rispetto ad ogni altra donna mortale. Ancora, nel carme 87, denuncia la sua grande fedeltà nei confronti dell’amata. L’altro lato della medaglia per Catullo è però tragico. Tutta la sua volontà è inutile di fronte alla malizia e all’infedeltà di Lesbia, che a volte sembra solo volerlo usare come un passatempo. È la situazione riportata nel carme 8, quando Catullo, perse le speranze, si dà del miser, dell’infelice, disgraziato e si impone di non seguire più l’amata che lo ha deluso.

Quanto lacera il dubbio?

Il dubbio si sa, è il veleno di molte relazioni. La canzone di Chiello è maestra in tal senso, mostrandoci i tormenti di chi vive in questa situazione. Catullo non è da me e con i suoi versi ha saputo rendere alla perfezione gli alti e i bassi di una relazione. Un forte punto di contatto tra i due, con le dovute distinzioni e i necessari paletti sul livello espressivo e artistico, può essere rappresentato dal celeberrimo carme 85 di Catullo. Qui, in un epigramma carico di espressività, si mostra quello che pensa l’innamorato tormentato dal dubbio, che lo porta a sragionare e a non capire più cosa voglia veramente. “Odio e amo. Forse ti domandi come ciò accada. Non lo so, ma sento che succede e mi struggo.” In due righe Catullo riassume la galassia di pensieri che tormentano chi vive una relazione complicata e che ancora oggi si fanno sentire in canzoni come quella di Chiello.

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