Via il Quantitative Easing: Italia a braghe calate

Mario Draghi, in vista del termine del proprio mandato annuncia l’imminente abbandono da parte della BCE del quantitative easing. Una mossa decisa i cui effetti saranno visibili solamente negli anni a venire, ma cerchiamo prima di capire bene cosa sia il QE.

Con lo scoppio della crisi nella seconda metà degli anni duemila, tantissimi Paesi, tra cui l’Italia, come è risaputo hanno subito una contrazione dell’economia che definire decisa risulta eufemistico. Negli ultimi dieci anni, non può dirsi che non si siano visti segnali di ripresa. L’abbassamento dei tassi d’interesse è infatti risultato utile ad incentivare gli investimenti ed ad aumentare l’inflazione, che al momento, era finita sotto lo zero (per chi si fosse perso dei passaggi, sono linkati gli articoli in cui vengono spiegati tassi d’interesse ed inflazione).

Questo non è però bastato a far riprendere definitivamente l’economia, come possiamo infatti vedere nella figura sottostante, dal 2012 si è assistito ad un lento diminuire dell’inflazione fino ad inizio 2015, in cui, ancora una volta, vengono toccati tassi negativi. Il 22 gennaio dello stesso anno Mario Draghi, presidente della BCE, decide quindi di appoggiare il piano di Alleggerimento Quantitativo, meglio noto come Quantitative Easing. Questo rappresenta uno strumento di politica monetaria espansiva non convenzionale. Il compito del QE è quello di fare ciò che i tassi d’interesse non sono riusciti a fare: stimolare l’economia.

effetto Quantitative Easing sull'inflazione
Storico tassi inflazione ed introduzione Quantitative Easing

Il QE viene chiamato in causa quando gli strumenti tradizionali di politica monetaria non sortiscono gli effetti desiderati. Viene quindi immesso denaro dall’ente centralizzato, in questo caso la BCE, nel mercato attraverso l’acquisto di Titoli di Stato e obbligazioni private nei paesi europei. Questo senza utilizzare denaro già in circolazione, ma introducendone di nuovo. Gli acquisti da parte della BCE, negli ultimi tre anni, sono stati pari a 60 miliardi al mese prima per poi passare a 80 e ora a 30. In questo modo viene aumentata e tenuta sotto controllo (l’obiettivo della BCE è il 2% annuo) l’inflazione, lo Stato si ritrova con più liquidità e quindi l’economia subisce una spintarella per riprendersi ed andare avanti.

Ora che abbiamo i mezzi, passiamo alla news principale: Mario Draghi annuncia che da ottobre a dicembre il Quantitative Easing diminuirà a 15 miliardi per poi definitivamente arrestarsi. Ora cosa succederà? Innanzitutto c’è il pericolo che il V.I.P. dei V.I.P. degli indicatori, lo spread, torni a salire. Ciò che infatti il QE è stato in grado di fare grazie ai suoi effetti, è stata la compressione del differenziale tra BTP e Bund dai 350 punti del marzo 2015 ai 130 del marzo scorso (230 odierni a causa dell’instabiltà politica). La fiducia degli investitori risiedeva infatti nel fatto che ci fosse una domanda costante di BTP (da parte della BCE), con l’allontanarsi di questi “clienti abituali” l’Italia dovrà dimostrare ai mercati la propria stabilità e acquistarne la fiducia; è quindi da prendere in preventivo un probabile aumento della volatilità dello spread, quindi non allarmatevi.

Il QE è stato uno strumento utilizzato anche negli States nella fase post crisi ed è rimasto attivo dal 2008 al 2015, a cui è seguito l’inizio di un nuovo ciclo di aumento dei tassi di interesse. Il presidente della BCE ha però ribadito come la Banca Centrale Europea manterrà comunque i tassi pari a zero fino quantomeno all’estate 2019. Diventa però inevitabile considerare un aumento dei tassi dopo detta data, aumento dei tassi che stimolerà i risparmi e gli investimenti finanziari, soprattutto quelli derivanti dall’estero comportando così un apprezzamento della moneta unica.

Il problema più importante rimane comunque quello di un’improvvisa diminuzione di liquidità che dovrà essere compensata da fattori interni al paese. L’Italia diventa allora come un bambino che sta imparando ad andare in bicicletta a cui vengono tolte le rotelle. Continuare a pedalare senza cadere non sarà facile, ma fa parte del processo, speriamo nel mentre di non sbucciarci le ginocchia. 

Con affettato,

UncleSam