Sia prima che dopo l’inizio delle esplorazioni spaziali, l’uomo ha sempre cercato tracce di vita al di fuori del nostro pianeta. Infatti, da quando si è raggiunta la certezza di un universo immenso, i confini dell’osservazione astronomica si sono allargati a tal punto da raggiungere angoli remoti del cosmo prima sconosciuti. È naturale quindi, che l’essere umano si è interrogato sulla possibilità di altre forme di vita sparse per l’universo e, magari, di non essere l’unica specie intelligente ed evoluta.
Alla ricerca di vita
In passato, si pensava all’eventualità di trovare tracce di molecole alla base della vita sui pianeti all’interno del nostro stesso sistema solare, particolarmente su Marte. Curiosa era, pertanto, l’ipotesi dell’astronomo Schiaparelli, il quale, osservando la superficie del pianeta rosso, notò una fitta rete di strutture lineari che chiamò canali. Queste linee, infatti, vennero interpretate come delle costruzioni artificiali, dando origine alla teoria secondo cui Marte ospitasse forme di vita senzienti. Le sonde spaziali inviate nel ventesimo secolo, hanno però smentito questa tesi, analizzando le caratteristiche fisiche e i requisiti del pianeta per un probabile sviluppo della vita.
È come se soltanto la Terra, per la sua posizione e di conseguenza la sua temperatura, sia favorevole per lo sviluppo di determinati elementi ritenuti indispensabili per modelli vitali simili al nostro. Basti pensare all’atmosfera o alla gravità: quest’ultima risulta eccessiva su Giove o Saturno e troppo debole sulla Luna. Infatti, il nostro pianeta si trova nella “zona abitabile circumstellare”, cioè la regione intorno ad una stella dove è teoricamente possibile mantenere acqua liquida sulla superficie. Ovviamente, il concetto è basato sulle condizioni per la vita come la conosciamo noi sulla Terra, ove l’acqua allo stato liquido è fondamentale per tutte le forme viventi conosciute.
Tracce di vita nell’universo
Grazie al progresso e alle nuove tecnologie, il campo di ricerca si è esteso anche al di fuori del nostro sistema solare. Secondo gli scienziati, infatti, nell’infinito spazio cosmico in cui siamo immersi, una qualsiasi forma di vita dovrà pur esistere! L’immensità dell’universo rende irragionevole pensare che l’esistenza di esseri viventi sia circoscritta ad un’area così ristretta quale il sistema solare, quando studi confermano la presenza dei “mattoni” della vita, cioè elementi quali ossigeno, carbonio ed azoto, sia nei corpi vicini alla terra e anche nelle nubi intergalattiche che adornano il cosmo.
Recentemente si è accesa una speranza per coloro che ritengono di poter trovare vita su Proxima Centauri B, pianeta che ruota attorno alla stella più vicina a noi, Proxima Centauri. Una nuova pubblicazione ad opera degli scienziati della Nasa suggerisce degli scenari climatici compatibili con la presenza, sulla superficie, di acqua liquida che renderebbe possibile la vita. Secondo teorie precedenti, le elevate temperature avrebbero compromesso lo sviluppo di condizioni ottimali, tuttavia, attraverso simulazioni, i ricercatori hanno ipotizzato un suolo più freddo e ricoperto da una quantità di acqua che supera 10 volte quella presente originariamente sulla Terra.
L’uomo dunque, affascinato dalla complessità e dalla varietà dell’universo, ricerca e studia per potersi spingere oltre i propri limiti: la sete di conoscenza lo porta ad aprire gli orizzonti e guardare più lontano, lanciandosi nell’infinità dello spazio e verso nuove prospettive. Magari un giorno, gli scienziati entreranno in contatto con realtà diverse dalla nostra, si imbatteranno in forme di vita sconosciute e proietteranno l’umanità in un’epoca in cui gli uomini, grazie alla loro curiosità e ingegno, voleranno nello spazio remoto fino ai “confini” dell’universo.