Nell’esperienza di vita quotidiana sarà sicuramente capitato a tutti di farsi una radiografia o una qualsiasi visita diagnostica tramite imaging. Solitamente per vedere cosa si ha viene consegnato un cd oppure vengono dati username e password per scaricare il referto e l’immagine da un portale web.
Il problema sorge quando si vuole aprire dal proprio pc l’immagine e questo non risulta possibile: la perplessità è quasi scontata in una situazione del genere. Ma perché non si apre? La risposta è una sola: DICOM
Il DICOM
Il DICOM (Digital Imaging and Communication in Medicine) è uno standard per la trasmissione delle immagini. Di fatto è un formato per la compressione delle immagini. Ed è pure uno standard “de facto”, cioè non imposto ma convenzionalmente usato e accettato da tutti. Un po’ come se tutti parlassimo una lingua senza che ci venisse imposta, come se implicitamente e inconsciamente ci fossimo accordati. Inizialmente è nato in Radiologia, perché, chiaramente, è il reparto che per primo produce immagini diagnostiche (occhio, non è l’unico!).
Lo scopo dello standard, come di tutti gli standard, è quello di garantire l’interoperabilità delle apparecchiature e quindi permettere a tutti di capirsi, riprendendo il parallelismo con la lingua.
Una particolarità ulteriore del DICOM è il suo essere “object oriented”: l’object oriented è un paradigma informatico in cui non si mette al centro dell’attenzione la procedura, cioè quello che si deve fare ma l’oggetto. Un oggetto è un’astrazione della realtà e include pure le sue “qualità”, cioè gli attributi, e le azioni che è possibile eseguire con esso.
La struttura del DICOM
Tornando al DICOM abbiamo un oggetto, cioè un IOD (Information Object Definition) che contiene l’entità a cui si fa riferimento e i suoi attributi, in soldoni l’immagine e le sue caratteristiche come, ad esempio il nome del paziente a cui appartiene.
L’IOD così formato, unito ai DIMSE (DICOM message service element), forma una SOP class (Service Object Pair class). Anche qua in soldoni: l’immagine e i suoi attributi sono uniti a questi DIMSE in cui sono specificate quali operazioni che possono essere fatte e su cosa. Insiema formano questa SOP che non indica altro che quali operazioni possono essere fatte su quello specifico IOD.
Un file DICOM non è ancora finito: infatti la SOP class è contenuta nel dataset, ma affianco a quest’ultimo c’è pure una intestazione, “header”. Insieme formano un file.
DICOM in sostanza
In sostanza DICOM non è solo un formato per le immagini ma è uno standard perché indica anche come scambiare i messaggi DICOM, cioè come trasferire le immagini o operare su esse. Esistono, per esempio del servizi web che permettono la condivisione di immagini via web (WADO). Quest’ultimo servizio è quello che sta dietro alla piattaforma web da cui in alcune strutture è possibile scaricare l’immagine.
Tornando al problema iniziale è possibile vedere come il computer non apre l’immagine perché DICOM è specifico per la medicina: è quindi necessario avere dei “DICOM viewer”, cioè dei programmi che riescono ad aprire l’immagine. Ce ne sono anche gratuiti e anche per smartphone e tablet. Alcuni aprono semplicemente l’immagine, altri, più sofisticati, permettono la visualizzazione anche degli attributi. Infine, quelli da ospedale permettono l’uso dei servizi DICOM.