
Le spiagge di Ostia si tingono di nero nel weekend ferragostiano. Qualcuno non si sarà stupito alla lettura assuefatta e svogliata con cui si è appresa la notizia dell’ennesimo blitz dei militanti di Casapound, impegnati nel ristabilire eroicamente gli ordini e le gerarchie balneari allontanando gli ambulanti di colore dalle spiagge. Echeggia ancora la parola ‘consuetudine’ perché è, per l’appunto, consuetudine ormai perpetrata da diversi anni l’irruzione dei membri delle organizzazioni d’estrema destra per pulire le spiagge dai malfattori privi di licenza. È accaduto già lo scorso anno, e accade con regolarità anche una domenica calda e afosa d’agosto. Ciò che non torna, è che si presenti una situazione di tale portata con cadenza annuale e non si faccia attendere neppure nell’anno del signore 2018 in un paese per definizione democratico e con la presenza di un corpo -piuttosto numeroso- di forze dell’ordine specializzato in diversi settori. Malgrado tutte le formalità del caso, il consigliere municipale della formazione di destra Luca Marsella inquadra qualcuno dalla testa rasata e una pettorina fosforescente col logo di Casapound intento a controllare e allontanare i venditori ambulanti. Pronte le reazioni sdegnate di M5S, LeU e PD: qualcuno chiede a gran voce l’intervento di Salvini, certamente poco infastidito dai lavori indebiti dei militanti neofascisti se si considera la volontà più volte manifestata di eliminare gli ambulanti dalle spiagge italiane; Orfini, presidente del PD, twitta il suo sgomento paragonando le gesta del gruppo di destra ad un blitz mafioso e, per contro, si vede relegare tramite social la minaccia di querela con annessa provocazione che rimanda allo scioglimento del comune di Ostia per infiltrazioni mafiose. La risposta del politico non si fa attendere ed ecco spuntare una foto di Marsella in compagnia di Roberto Spada, a testimoniare il contatto tra Casapound Italia e la famiglia mafiosa più potente del litorale romano.

Dietro questi piccoli screzi, emergono tardi interrogativi e quadri a tinte fosche che necessitano di chiarimenti. Da un lato sembra lecito domandarsi se il venditore ambulante costituisca il vero problema a fronte di un’organizzazione mafiosa potente e radicata che gestisce gran parte del traffico sul litorale; in secondo luogo fa riflettere la timida reazione manifestata attraverso gli schermi dei social da parte di un’opposizione senza volto. Ammesso e non concesso, dunque, che un intervento forte e capillare sia necessario nelle spiagge italiane, i primi due baldi che indossino una casacca arancione fosforescente non hanno autorizzazione alcuna per richiedere le generalità o decidere l’allontanamento di un soggetto che transita in loco. Dovrebbe essere chiaro anche al consigliere Marsala, intento a filmare l’accaduto per fregiarsi successivamente, e dovrebbe essere chiaro anche al Ministro dell’ Interno Matteo Salvini, perché un tacito consenso dal tiepido lettino vista mare approverebbe una serie di episodi in scala sempre maggiore. Inoltre il venditore ambulante sarebbe almeno il terzo della coda in ordine di importanza, se si considerano i traffici e il controllo territoriale di associazioni già colpite dal 416 bis, o ancora gli illeciti degli stabilimenti balneari affollatissimi che alle 18.00 del pomeriggio rilasciano su richiesta il ventesimo scontrino della giornata.

D’altra parte, ancor più drammatica appare l’assenza di una presa di posizione netta da parte di un’opposizione solida che stigmatizzi con decisione l’accaduto, anziché manifestare lo sgomento con qualche tweet al volo in grado di accendere le polemichette sterili da tastiera. Serve per dimostrare un’esistenza finora ben celata e serve in particolare per evitare di sprofondare nel clichè della consuetudine con la stessa facilità con cui si è sprofondati in un mare di vaghe e inutili parole che hanno fatto seguito a un episodio violento, squadrista, fascista. Rimane un’ultima spiaggia per salvarsi da un declino ormai in stato avanzato: associare l’universo della praxis, promuovere un’azione forte e decisa.
Pierfrancesco Albanese