Le fiamme mettono l’Australia in ginocchio: cosa ci impedisce di fermarle?

Gli incendi boschivi dell’Australia sono negli ultimi giorni diventati argomento centrale di tutti i maggiori quotidiani nazionali e mondiali. Ma come mai non si riesce a porre freno a questo fenomeno, che va ormai avanti da mesi?

    Pompieri al lavoro.

L’Australia è avvolta dalle fiamme. Ormai da mesi, a partire da settembre, l’enorme isola sembra essere diventata la nuova sede dell’inferno. Le regioni maggiormente interessate risultano essere negli stati del South New Galles e di Victoria, nel sud-est australiano. Sono 18 le vittime umane, quasi 500 milioni quelle animali, circa 1400 le abitazioni andate in fiamme, oltre 3 milioni gli ettari di terreno bruciati. Temperature di questo tipo non erano mai state registrate prima di questo periodo nella grande isola: in taluni casi hanno superato i 50° , mentre in diverse giornate l’intero territorio ha superato i 40°. Diverse regioni sono state evacuate, altre, come Malacoota, sono circondate dalle fiamme, che intrappolano in questa regione circa 4000 persone. A Malacoota sono presenti tre squadre di pompieri, al fine di aiutare la gente in trappola, ma negli ultimi giorni la situazione si sta complicando, in quanto i fumi, sempre più numerosi, impediscono l’intervento aereo. Tutti i 4000, comunque, sono stati dotati di giubotto di salvataggio, al fine di cercare rifugio in acqua, qualora l’avvento delle fiamme lo rendesse necessario.

Mappa australiana raffigurante gli incendi sul territorio. (Unipd)

I temporali estivi

Una serie di incendi è da sempre normale in Australia, nel periodo dell’estate australe, che stiamo vivendo in questo periodo. Ma quest’anno, la ‘normale’ serie di incendi è stata particolarmente violenta, e non sembra avere intenzione di acquietarsi. Le responsabilità, con molta probabilità, sono in gran parte del riscaldamento globale. In particolare, dagli studi degli scienziati, sembrerebbe che gli stessi incendi facciano, in qualche modo, da genitori agli incendi successivi, generando una reazione a catena talmente grossa, quanto imprevedibile.
Come questo può essere possibile? Per spiegarvelo partiamo da un fenomeno che tutti quanti abbiamo certamente avuto la possibilità di osservare almeno una volta nella vita: i temporali estivi. Quante volte, nel bel mezzo della stagione più calda, le vostre giornate in spiaggia sono state interrotte da un improvviso annuvolamento del cielo con conseguenti arrivi di maldestre piogge, in compagnia di fulmini e tuoni? Il fenomeno che avviene nei caldi pomeriggi d’agosto è dovuto al contrasto fra l’aria al livello del suolo, che venendone surriscaldata a causa delle alte temperature tende a diminuire di densità e a salire verso l’alto, e l’aria fredda in quota, a causa del quale l’aria si condensa, formando dei particolari tipi di nubi, a sviluppo verticale: i cosiddetti cumulonembi.

Schema esplicativo della formazione di un temporale estivo.

Come gli incendi causano temporali

Nel caso degli incendi boschivi in Australia, avviene qualcosa di molto simile: si tratta sempre di aria calda che tende a salire verso l’alto e a condensare incontrando quella fredda, ma in questo caso il calore non viene ottenuto per irraggiamento del suolo, come nei temporali estivi, ma dalle fiamme già presenti nei boschi. Si formano anche in questo caso delle enormi nubi a sviluppo verticale, che in questo caso prendono il nome di piro-cumulonembi, per sottolineare la loro origine. Ma il vero problema inizia dopo: i piro-cumulonembi portano, infatti, a forti temporali, dei quali si rendono protagonisti fulmini e forti raffiche di vento. I primi non fanno altro che da combustibile a nuovi incendi, le seconde, invece, portano allo spostamento (e allargamento) degli incendi in nuove regioni. Talvolta si creano dei veri e propri mini-tornado di fuoco (firenado in inglese), che trascinano fra le fiamme tutto ciò che incontrano sul loro percorso.

Firenado in Australia.

Un fenomeno esponenziale e incontrollabile

Si tratta, quindi, di un fenomeno esponenziale, del quale il fenomeno stesso è combustibile. Intervenire e soprattutto prevedere risulta di conseguenza molto difficile. Per il momento va ringraziato enormemente il corpo dei vigli del fuoco australiani, che sta davvero facendo un importantissimo lavoro (tre di loro ci hanno, purtroppo, eroicamente rimesso la pelle). L’invito ad abitanti e turisti è quello di essere il più prudenti possibile, e, se già coinvolti, di seguire fermamente le istruzioni delle istituzioni. Tutto ciò nella speranza che la stagione infernale, in Australia, termini il prima possibile. Anche perché, come sottolineavamo prima, il primo responsabile del fenomeno è con molta probabilità il riscaldamento globale, e il fenomeno stesso altro non fa che incrementarlo, in un reciproco rapporto di causa-effetto, grazie alle tonnellate di CO2 prodotte dagli incendi.

 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.