La scomparsa di Armando Ginesi ci fa riflettere sull’importanza di Urbino nel rinascimento

A un anno dalla scomparsa di Armando Ginesi, docente di Storia dell’arte presso Macerata, ricordiamo il suo  fondamentale contributo alla diffusione della cultura.

Notevole è stata anche l’attività di promozione e valorizzazione del territorio marchigiano: ha intrattenuto relazioni e amicizie personali con i più grandi artisti contemporanei.

Attivismo culturale

Armando Ginesi docente di Storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, fu uno specialista delle Avanguardie storiche del primo Novecento, nonchè un contemporaneista appassionato. Viene ricordato per umanità e per la delicatezza e il rispetto nei rapporti personali. Possiamo considerarlo come  un precursore e promotore di molte mode e tendenze: basti pensare alle iniziative editoriali e alla diffusione della grafica d’arte, alla costituzione di musei e all’ideazione di rassegne, fino alla diffusione di culture artistiche precedentemente sconosciute in Occidente, come quella cinese contemporanea e la cultura artistica marchigiana all’estero, come è avvenuto  in  Russia e nella stessa Cina. Da ricordare anche il suo prezioso contributo riguardo al design, nello specifico il design della luce. Egli fu inoltre un infaticabile promotore dell’arte, che considerò sempre il territorio marchigiano e nello specifico Jesi, come scenario privilegiato di realizzazione delle sue iniziative. Fin dagli esordi, nel 1967, con la galleria Il Centro arte contemporanea”, in cui ha dato vita a esperienze alternative per i tempi, come il cabaret degli Onafifetti che lo ha accompagnato nel corso dell’intera carriera.

Rinascimento urbinate

Quando si parla di Rinascimento urbinate ci  si riferisce al periodo di grande sviluppo artistico e culturale che ebbe luogo nella città di Urbino, tra il XV e il XVI secolo. Urbino fu governata da una delle più importanti signorie italiane del Rinascimento, la famiglia Montefeltro. Di fondamentale importanza è il Palazzo ducale di Federico da Montefeltro, che rappresenta l’importanza dello stato rinascimentale, ora finalmente aperto alla cricolazione di uomini e idee, tipica di questa fase storica. Oggi il palazzo è la splendida cornice che ospita la Galleria delle Marche, sede della importantissima collezione di opere d’arte fra cui quelle di artisti importantissimi: da Raffaello a Piero della Francesca a Paolo Uccello. Grazie al mecenatismo di Federico da Montefeltro, la città divenne un importante centro artistico e culturale, riuscendo a ospitare intellettuali e artisti di fama come Raffaello Sanzio, che nacque a pochi chilometri di distanza da qui. Urbino divenne quindi l’incarnazione della città ideale, così come venne sognata e immaginata da Federico da Montefeltro, che fu un anche un umanista e un uomo politico di fondamentale importanza per questa fase storica, che vide l’Italia come protagonista e culla dello sviluppo storico-artistico.

Urbino e le sue attrazioni

Urbino tra le altre cose è anche la casa natale di Raffaello, uno degli interpreti più importanti del rinascimento italiano. Ancora oggi è possibile visitare la sua casa, dove sono esposte le tavolozze e gli strumenti da lui utilizzati nel corso della sua carriera artistica. Pensando alla città di Urbino e all’arte rinascimentale è impossibile non citare il quadro della Città ideale, un’opera attribuita a diversi artisti, tra i quali Piero della Francesca, Leon Battista Alberti e Luciano Laurana. Il quadro rappresenta il tipico sogno del duca Federico da Montefeltro di costruire una città ideale del Rinascimento, con vicoli e piazze che si incrociano nel centro storico. La Piazza è rappresentata in prospettiva lineare centrica, tramite precise regole matematiche. Il suo centro storico è stato dichiarato anche patrimonio mondiale dell’Umanità. Riprendeno la questione del sogno, nel Cortegiano vi è la celebrazione del mito di Urbino, come città-stato ideale, cheviene connessa all’elogio del duca Federico di Montefeltro. All’interno dell’opera, tutto parla di lui, poichè Federico è il principe per eccellenza di cui Baldassarre rievoca le qualità che un bravo uomo di corte deve possedere.

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