La bramosia per la scoperta è insita nell’uomo, pulsa, lo spinge verso terre ignote e imprese eccezionali.

“Andare sempre oltre”: questo il leitmotiv dominante che ci ha consentito di superare limiti apparentemente invalicabili, conquistare l’intero globo terrestre ma non solo, di indirizzare il nostro sguardo anche verso la “graziosa luna” di leopardiana memoria.
Dal Vecchio Mondo al Nuovo Mondo
A tutti (si spera) è arcinota la data del 1492, spartiacque fondamentale per quanto riguarda la suddivisione delle epoche storiche e anno iconico legato alla fortuita scoperta di una nuova terra. Il 1492 si delinea come termine dell’epoca medioevale, iniziata con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C. e inizio dell’epoca moderna, che si concluderà nel 1789 con lo scoppio della Rivoluzione Francese. Il 12 ottobre dello stesso anno registriamo un evento che cambierà irrimediabilmente il corso della civiltà umana: il capitano genovese Cristoforo Colombo, in missione per conto dei regnanti spagnoli, sbarca sullo sconosciuto suolo americano. Errato è affermare che egli vi sia giunto per primo, date le prime spedizioni vichinghe nell’America nord-orientali risalenti all’inizio del X sec. d.C. Gli insediamenti di tali popolazioni nordiche non si costituiranno come veri e propri agglomerati abitativi massicci ma rimarranno sparsi e di piccole dimensioni. Corretto è invece considerare la portata storica decisiva. La “scoperta dell’America” di matrice castigliana darà il la per una vera invasione europea del neo-territorio da un lato, con risultati alquanto contraddittori, e per innumerevoli altre navigazioni atte a stabilire il proprio primato nazionale dall’altro. Nonostante la sua centralità, già in precedenza si era cominciato a prendere il largo.

I fuoriclasse del mare
Nelle prime battute esplorative a darsi battaglia sono due superpotenze confinanti ed estremamente agguerrite nell’imporre il proprio dominio: Spagna e Portogallo. A dar via alle danze è il re portoghese Enrico il Navigatore(nomen omen) che finanzia l’esplorazione della costa atlantica dell’Africa. Da questo momento in avanti saranno diverse le destinazioni o le imprese scelte, ben illustrate dall’immagine sottostante, e i comandanti protagonisti diventeranno figure leggendarie, con capacità fuori dall’ordinario. Le mappe e le carte a disposizione nel XV secolo erano sì molte ma non accurate come quelle odierne, che godono di una precisione millimetrica: basti pensare che le Indie sarebbero dovute essere la meta di Colombo, che poi finì col calpestare il suolo del Nuovo Mondo. Da ammirare è dunque la notevole capacità di calcolo delle rotte basata principalmente sull’osservazione delle stelle, diretti appunti di viaggio, ecc…. Nell’esplorazione e successiva conoscenza del mare si devono onorare i celebri Vasco da Gama,in grado di navigare direttamente fino alle Indie doppiando Capo di Buona Speranza, Ferdinando Magellano con la circumnavigazione del globo, il già citato Colombo, Giovanni Caboto e molti altri. Il numero di coloro che si misero in mare e il numero delle nazioni implicate in questo fenomeno aumentò esponenzialmente, vedendo l’entrata in campo di Olanda, Inghilterra, Francia, impegnate nel contrastare il monopolio iberico.

La corsa alla Luna
Con il passare delle epoche questa sete esplorativa non è mai venuta meno, trovando il suo culmine nell’anno 1969 con lo sbarco sulla Luna da parte degli Stati Uniti d’America. La data precisa del primo piede umano toccante il suolo lunare recita 21/07/1969, e dell’epocale evento sono divenute iconiche le parole del suo protagonista e capitano Neil Armstrong: “That’s one small step for a man, one giant leap for mankind” ossia “Questo è un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per l’umanità”. Espressione breve ma veritiera poiché l’esser giunti sin sulla Luna rappresentava il trionfo della scienza e della tecnica umana, evolutasi a tal punto da superare gli stessi confini fisici terrestri. Insieme al capitano Armstrong presero parte alla missione Buzz Aldrin e Michael Collins, di cui solo il primo accompagnò Neil(povero Michael!). L’importanza storica dell’allunaggio e dell’effettivo raggiungimento della superficie è accresciuta dal quadro storico in cui li inseriamo, quello della “guerra fredda”, per il quale vi era in atto uno scontro geopolitico tra il blocco occidentale capeggiato dagli USA e quello sovietico guidato dall’URSS. Essendo una guerra “di nervi” basata su minacce, spesso di carattere atomico che saranno poi causa di tensioni mondiali, fregiarsi del titolo di conquistatori dello spazio significava infliggere un duro colpo all’avversario, sancendo la propria superiorità nel campo dell’aerospaziale e guadagnando punti fondamentali nello scacchiere delle potenze mondiali. In merito ad Apollo 11 sono svariate le teorie negazioniste che considererebbero il tutto solo un grande bufala hollywoodiana, ma questo lo lasciamo ai complottisti più incalliti.